La speranza della Russia

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Riflessioni dall’incontro dell’8 settembre in cattedrale

L’esperienza del Centro Culturale “Biblioteca dello Spirito” di Mosca

La speranza della Russia

Serata singolare venerdì 8 settembre nel duomo di Chioggia con Giovanna Parravicini e alcuni russi cattolici e ortodossi. Raccontano l’esperienza del Centro Culturale “Biblioteca dello Spirito”, una realtà nata a Mosca dall’iniziativa di Padre Romano Scalfi, morto ultranovantenne lo scorso anno a Seriate, dove ha sede la Fondazione “Russia Cristiana” da lui fondata.

Si parte dalla Rivoluzione Russa del 1917, data di inizio del regime che inaugura quel sistema concentrazionario narrato da Solgenitsin nel suo capolavoro “Arcipelago Gulag”. Un tentativo di generare un ‘uomo nuovo’ liberato dalle scorie e dai legami con la tradizione, umiliato e senza dignità, alienato dagli affetti più intimi, dall’amore di sé, dal gusto del fare; incapace di vedere, giudicare, volere in base alla propria coscienza. Questo dramma, presentato in una mostra al Meeting di Rimini, è ritmato da testi di intellettuali russi, come Berdiaev, esule in Francia, Bulgakov, Frank, che commentano con lucidità profetica quanto accadeva.

In questa situazione drammatica e desolata, la ‘memoria del passato’ si costruiva attraverso tracce, volantini scritti a mano o a macchina, o ciclostilati nottetempo e distribuiti agli amici e fatti girare per l’intera Russia e fatti conoscere anche in Italia attraverso l’opera immensa di Padre Romano Scalfi. Negli anni ‘70 noi giovani venivamo a conoscenza di questo ‘Samizdat’, raggiunti da una letteratura clandestina che aveva una grande forza di testimonianza. Da questo mondo esce, appena qualche anno dopo, Karol Wojtyla, il Pontefice Santo che contribuisce sostanzialmente alla liquidazione di un sistema che non aveva più la forza di tenere gli uomini in stato di asservimento.

Con il crollo del regime, imploso in se stesso, gli uomini usciti dalle tane riprendono i brandelli di una memoria che era stata capace di cucire le frasi dei vangeli raccogliendole nei libri di propaganda atea che le contestavano. Le briciole della verità sono state sufficienti a nutrire queste persone che oggi testimoniano, con la traduzione in diretta da parte di Giovanna Parravicini, una milanese che in Russia ha trovato la sua prima patria.

Nel 1993, per rispondere al bisogno di testi per la catechesi, la meditazione e la liturgia, nasce la “Biblioteca dello Spirito Cristiano”, con il direttore belga Jean François e i russi ortodossi Victor e Nadia che lavorano insieme con altre persone, e la collaborazione di vescovi e preti ortodossi; la sede è in un piccolo ufficio. Nel 2003, a 10 anni dalla nascita, la Biblioteca raggiunge il traguardo di un milione di libri distribuiti. Sviluppa l’attività culturale, trasformandosi – da centro di distribuzione di libri – in luogo aperto al pubblico, dove la gente può entrare dalla strada, trovare dei libri, discutere, incontrarsi. Ora occupa un ampio caseggiato in una centralissima via vicino alla Piazza Rossa, nel cuore di Mosca. Un luogo “cattolico”, cioè universale: vi lavorano cattolici, ortodossi e protestanti. La porta è aperta a tutti. Lo si coglie anche da quanto dice Victor, che alla fine degli anni novanta si è fatto un anno e mezzo di lager per aver espresso pubblicamente la propria fede e che ora lavora al Centro Culturale: “Facciamo 200 incontri all’anno, ma la programmazione non è decisa a tavolino. Il nostro programma è dettato dalla realtà e chiunque ci incontra può essere protagonista”.

Il nostro mondo democratico odierno, politicamente corretto, elegante nei modi di dire (si pensi alla neolingua lgbt) riprende con altri mezzi suadenti e meno appariscenti la desertificazione dello spirito. È il relativismo in cui crescono i giovani oggi. Ma c’è una semente che cova sotto la neve o sotto l’acqua alluvionale. La testimonianza degli amici russi conferma il lavoro di oggi: il seme si salva nel cuore dell’uomo disponibile a far ripartire la storia secondo tempi e misure che, grazie al cielo, non sono le nostre.

Luigi Boscolo e Piergiorgio Bighin

 

Nuova Scintilla n.35 – 17 settembre 2017