Sapienti cercatori del Regno

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PAROLA DI DIO – DOMENICA XVII DEL TEMPO ORDINARIO – A

LETTURE: 1Re 3,5.7-12; Dal Salmo 118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52

Sapienti cercatori del Regno

1Re 3,5.7-12: “Concedi al tuo servo un cuore che sappia ascoltare”

Salomone è celebrato come il re sapiente. A lui è attribuito il libro della Sapienza perché raccoglie detti e tradizioni che tramanderebbero la sua sapienza. Ma da dove gli è venuta tutta la sua sapienza? Il brano proposto ci dà la risposta. Attraverso un sogno ci è raccontata l’ispirazione divina che ha accompagnato le scelte di Salomone. A Salomone, dopo tanti intrighi di palazzo, viene affidato il compito di guidare il popolo che Davide aveva messo insieme e governato come re. La situazione si presentava ora difficile per Salomone che non aveva alcuna esperienza. Cosa può desiderare un giovane re quando accede al soglio regale? Può sognare un lungo regno, grandi ricchezze, eliminazione dei nemici, e magari chiedere tutto questo a Dio nella preghiera. Salomone chiede invece ben altro: sa che il suo compito sarà quello di saper fare le scelte giuste per il suo popolo e saper giudicare i problemi che nascono tra la sua gente. Per questo desidera e chiede “un cuore docile”, per saper “rendere giustizia” al popolo di Dio, saper “distinguere il bene dal male” e il “discernimento nel giudicare”. Ecco la risposta di Dio: “Ti concedo un cuore saggio e intelligente”. Il cuore ‘docile’ o “saggio e intelligente” alla lettera sarebbe ‘un cuore che sa stare in ascolto’, in ascolto della Parola di Dio, di quanto Dio ha messo e operato nel creato e negli uomini: questa è la sapienza, imparare dalla Parola, dal creato e dall’esperienza. Da questo attento ascolto può scaturire il discernimento, la giustizia, la distinzione di ciò che è bene e male. Chi può legga i capitoli 7 e 8 del libro della Sapienza.

Dal Salmo 118: “Quanto amo la tua legge, Signore!”

Il Salmo 118 è una lunga meditazione sugli insegnamenti rivelati da Dio. Tali insegnamenti rivelati sono chiamati con otto nomi diversi: legge, via, promessa, comando, giudizio, precetto, insegnamento (testimonianza), decreto (volontà). Meditazione ed elogio insieme di tutti questi insegnamenti, riconosciuti dono del Signore più prezioso di ogni altro. Oggi vengono scelti alcuni versetti che, in sintonia con il vangelo, definiscono la Parola del Signore tesoro più di ogni altro, da cercare, custodire e amare. Ecco i versetti scelti: 57.72.76.77.127.128.129.130, divisi a due a due in quattro strofe, dopo ognuna delle quali si acclama il proprio amore per la Rivelazione del Signore, nostra regola sapiente di vita.

Rm 8,28-30: “Predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo”.

L’apostolo prospetta una visone positiva dell’agire di coloro che ‘amano Dio’: Dio stesso fa concorrere tutte le cose al bene o collabora in tutto per il bene con coloro che lo amano accogliendo il suo disegno. Quale? “Essere conformi all’immagine del Figlio suo”. Cristo è l’immagine del Padre che riproduce l’immagine del suo Figlio in tutti coloro che diventano suoi figli in unione al suo Figlio, operando in essi una trasformazione interiore e progressiva che sarà piena nella partecipazione alla gloria di cui Cristo risorto ora è rivestito. È questo il dinamismo della vita spirituale, cioè animata dallo Spirito che già ci è stato donato. Tale dinamismo è espresso nei verbi che si susseguono e che lo Spirito sta attuando in noi, fino a condurci alla pienezza: “conosciuti (=scelti), predestinati, chiamati, giustificati, glorificati”. Che vogliamo di più? Ma ci lasciamo coinvolgere ‘docilmente’ in questo dinamismo spirituale?

Mt 13,44-52: “Cose nuove e cose antiche”.

Nelle ultime tre parabole del capitolo 13 di Matteo Gesù non paragona il regno dei cieli a delle cose seppur preziose come il tesoro o la perla preziosa o utili come la rete da pesca. È su tutta l’azione descritta che dobbiamo concentrare la nostra attenzione. Un tesoro sta nascosto sotto terra: pensiamo a quanti tesori d’arte sono stati nascosti sotto terra e scoperti dopo secoli e millenni! Un contadino che lavora la terra del suo padrone, casualmente si imbatte in simile scoperta. Cosa fa? Con il cuore pieno di gioia e speranza richiude il buco, corre a casa, vende tutto ciò che possiede per mettere insieme i soldi necessari per comperare dal suo padrone quel campicello. Le parole chiave sono: ‘trovare il tesoro’, ‘la gioia della scoperta’ e il ‘privarsi di tutto per comperare quel campo’ dove ha intuito che si trova un grande tesoro. Lo stesso accade per l’uomo che va in cerca di perle preziose: ‘trova, gioia, vende, compera’. Il regno dei cieli si costruisce ogni volta che un uomo scopre ciò che veramente conta nella sua vita e per quello è disposto a giocarsi tutto sperimentando così la gioia vera. Il cristiano che scopre ciò che veramente conta per la sua vita, per esso si gioca tutto, pieno di gioia. Allora si realizza il regno di Dio. Se poi vogliamo dare un nome a ciò che veramente conta, che è prezioso, allora diciamo: Gesù Cristo, il suo amore e le sue promesse (Evangelii Gaudium). E se ci capitasse di perdere questo tesoro prezioso o di esserne esclusi? Di questo ci parla la parabola della rete gettata per la pesca. Una volta tirata su, il pescatore fa la cernita e trattiene solo il pesce ‘buono’. Così è il compimento del regno di Dio: bisogna farci trovare meritevoli di essere riservati per il Signore. Bisogna non farsi escludere dalla sua compagnia. Sarebbe una vera tristezza e un vero dolore! Con le sue parabole Gesù ci invita oggi a non perdere le occasioni che Dio ci offre per incontrarlo (tesoro trovato per caso), a metterci alla ricerca di ciò che veramente conta (chi va in cerca della perla preziosa) perché esperimentiamo la gioia di conquistarlo e di goderlo e non corriamo il rischio di esserne esclusi (pesci cattivi). Chi fa questa esperienza saprà anche offrirla agli altri, sia attraverso le novità di Dio, sia attraverso la sapienza antica.

 + Adriano Tessarollo