Medjugorje

zenna
Facebooktwitterpinterestmail

SGUARDO PASTORALE

Medjugorje

Piacerebbe anche a me sapere se le apparizioni della Madonna a Medjugorje sono autentiche oppure un fenomeno frutto di suggestione o di inganno. Penso che nessuna commissione potrà mai stabilirlo, cosicché i due fronti del “è tutto falso!” e del “no, è tutto vero!” si confronteranno senza esito alcuno, se non quello di dare l’immagine di una Chiesa divisa, almeno a livello di popolo. Ma c’è una riflessione seria, di natura teologica e pastorale, che possa orientare il credente medio nell’accostare il “caso Medjugorje”? Lo studio del fenomeno da parte dell’autorità ecclesiastica arriva a individuare due segmenti nello sviluppo dei fatti: una prima parte riguarda le sette apparizioni iniziali, avvenute nel giugno del 1981, che costituiscono il nucleo fondativo, e una seconda parte riguarda le apparizioni che continuerebbero ancora. La prima sembra credibile nel racconto fatto dai veggenti sotto giuramento, anche se bisognoso di ulteriori approfondimenti; la seconda lascia molti dubbi, soprattutto sulla modalità con cui avvengono oggi le manifestazioni mariane. Ha fatto scalpore al riguardo l’affermazione del Papa nel suo viaggio di ritorno da Fatima: «Io preferisco la Madonna madre, nostra madre, e non la Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio a tale ora. Questa non è la mamma di Gesù. E queste apparizioni non hanno tanto valore».

La lettura pastorale, invece, del fenomeno non va immediatamente a verificare l’autenticità delle apparizioni, quanto piuttosto a considerare i frutti che vengono da tale evento. Migliaia di persone hanno fatto tesoro dei messaggi della “Regina della pace”: ritorno convinto alla fede, verace conversione, assidua preghiera e digiuni, continua invocazione della pace. E su questo aspetto si vanno elaborando delle proposte per preservare i fedeli dalla banalizzazione, dalla superstizione, dalla superficialità, per favorire l’incontro salutare, stabile e permanente col Figlio e col suo Vangelo. Banale è il ritorno parossistico sui luoghi, superstizioso il bisogno compulsivo di ripetere alcune pratiche, superficiale la ricerca di eventi straordinari puntualmente filmati e diffusi. L’incontro invece è veicolato dalla celebrazione dei sacramenti, da un serio ascolto della Parola, dalle devozioni della pietà popolare diventate classiche anche negli altri luoghi dove Maria si è manifestata, come Lourdes e Fatima. Su queste proposte andrebbe fatto un lavoro anche all’interno delle nostre comunità, per non lasciare i fedeli in balia delle agenzie turistiche o di persone fanatiche e senza scrupoli, che non hanno competenza e sensibilità per la dimensione spirituale e culturale. Proprio in questa linea va il pensiero del Papa, che condivido pienamente, secondo il quale «vivere genuinamente la fede come Maria è molto più importante delle sue stesse visite!». Ciò che conosciamo, infatti, è l’appuntamento che Maria quotidianamente ci dà nell’esperienza della preghiera, soprattutto comunitaria, abbondantemente proposta in tanti Santuari disseminati nel territorio delle nostre regioni. Lì, l’importante non è sapere se la Madonna è apparsa o meno, ma testimoniare la forza spirituale e umana che tanti nostri fratelli e sorelle vi hanno attinto per affrontare il pellegrinaggio della vita, che ci vede tutti protagonisti.

don Francesco Zenna

Nuova Scintilla n.30 – 30 luglio 2017