E dopo una tempesta, apparve…

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24 giugno. 509° anniversario dell’apparizione della Madonna della Navicella

E dopo una tempesta, apparve…

I documenti storici di Chioggia ricordano che nel pomeriggio del 24 giugno 1508 un nubifragio d’inaudita violenza, come mai si era visto, colpì il territorio. Il panico si era diffuso ovunque. Si pregava nelle case, si lanciavano grida disperate da parte dei pescatori sorpresi in mare dal fortunale. Solo verso la tarda sera il tremendo uragano si placava e un vecchio ortolano, certo Baldissera Zalon, uscì dal suo capanno per osservare lo scempio prodotto dal cataclisma, quando si sentì chiamare da una lontana voce, proveniente dalla battigia del mare. Vide così una Signora maestosa vestita di un manto nero, che sedeva sopra un tronco. Quella misteriosa Signora si rivelò ben presto per la Madre di Dio. Era profondamente amareggiata per la vita sregolata condotta dal popolo clugiense, in particolare per la profanazione del giorno festivo, per il vizio della bestemmia e le pratiche di una sfacciata immoralità. L’uragano con le sue rovine non era che un preavviso di un cataclisma peggiore se la città non si fosse convertita e avesse fatto penitenza. Invitò quindi Baldissera: “che informasse il Vescovo dell’apparizione e gli ingiungesse, a nome Suo, di indire una campagna di preghiere, di penitenze e di esortazioni per scongiurare i mali gravissimi, che opprimevano la vita cristiana”. Prima di scomparire sopra una piccola imbarcazione, si mostrò all’ortolano Baldissera con il Figlio piegato sulle ginocchia, dicendogli: “Così l’hanno ridotto i peccati dei tuoi concittadini”. La barca dolcemente si scostò dalla riva e la visione scomparve. Il vescovo di Chioggia, mons. Bernardino Venier, avvertito, usò tutta la prudenza in un primo tempo e poi tutta la sua pietà per attuare i desideri della Vergine Maria. Le civiche magistrature, dal canto loro, fecero costruire un ponte per agevolare l’accesso dalla città al luogo dell’apparizione dove venne subito costruita una cappella di legno. L’11 maggio 1511 il vescovo Venier benediceva la prima pietra del santuario che era ultimato in circa 25 anni.

La consacrazione ebbe luogo il 24 febbraio 1585, mentre il 13 luglio 1601 si completava il maestoso campanile. Sino alla fine del Settecento, il sacro edificio fu mèta di pellegrinaggi da tutta la diocesi e anche da altre zone, grazie anche alla presenza stabile di sei cappellani e di due custodi. Le guerre napoleoniche nel 1799 devastarono il santuario, che divenne poi un fortilizio, mentre nel 1814 lo distrussero completamente. Il 1° gennaio del 1944 il vescovo di Chioggia fra Giacinto Ambrosi OFM cap. aderendo alla pressante proposta della sig.ra Rita Colombo – sostenuta da mons. Angelo Boscolo, parroco di San Giacomo – emetteva solennemente il voto di ricostruire il Santuario, se la Madonna avesse salvato la città dagli orrori della guerra. A guerra finita, il voto fu realizzato, con la benedizione della prima pietra il 13 marzo 1952, mentre il tempio a tre navate, eretto sulle preesistenti fondamenta, fu consacrato il 24 giugno 1957 dal vescovo mons. Giovanni Battista Piasentini. Tale santuario della B.M.V. della Navicella fu eretto a parrocchia e affidato ai Cappuccini con decreto episcopale del 29 aprile 1957. L’atto solenne della consegna avvenne il giorno stesso della consacrazione della Chiesa, cioè il 24 giugno 1957; ora la cura pastorale è svolta del clero secolare. Il 23 marzo 1988, infine, è stata collocata nel santuario una nuova immagine della Madonna, scolpita in legno a Ortisei; è posta in una nicchia in mosaico, sopra l’altare, ed è una fedele riproduzione del quadro originale che si venera nella basilica minore pontificia di San Giacomo in Chioggia. Tale quadro (vedi foto), raffigurante l’immagine della Vergine addolorata, secondo le cronache dell’epoca, fu ritrovato, a pochi giorni dall’apparizione, tra gli oggetti d’indole votiva presenti nella primitiva cappella di legno. Il dipinto deve aver riscosso l’approvazione incondizionata del veggente Baldissera, perché da quel momento diveniva l’emblema della Madonna della Navicella, riprodotto in tutte le dimensioni per essere collocato nelle case, nei capitelli lungo le calli e nei campielli. Prima che il santuario fosse trasformato in fortilizio nel 1799 e poi distrutto nel 1814 si riuscì a salvare il dipinto, trasportandolo di notte nella chiesa di San Francesco fuori le mura (ora Museo civico); così pure lo “zocco” (lacerto di tronco dove si era seduta la B.V. Maria). Queste preziose reliquie migravano poi nella vicina chiesetta dei frati cappuccini (ora biblioteca civica) il 2 febbraio 1801 per essere quindi collocate definitivamente nella chiesa urbana di S. Giacomo il 15 novembre 1806. Il 25 settembre 1859 il vescovo di Chioggia Jacopo de’ Foretti procedeva – per delega pontificia – all’incoronazione della venerata immagine, mentre nel successivo 30 marzo 1906 il sommo pontefice san Pio X conferiva a tale sacro edificio il titolo di basilica minore pontificia. Alla Madonna della Navicella, per lodevole iniziativa della Direzione Generale dell’Azienda ULSS, è intitolato il nostro ospedale.

Giorgio Aldrighetti

Nuova Scintilla n.25 – 25 giugno 2017