Sfregio al santuario mariano

Beata Maria Vergine delle Grazie
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PETTORAZZA PAPAFAVA. Furto sacrilego, danneggiato l’affresco

Sfregio al santuario mariano

“Profanato il santuario della Madonna di Pettorazza Papafava”: la triste e dolorosa notizia apparsa nei giorni scorsi sulla stampa ha suscitato grande stupore, amarezza e risentimento nelle Diocesi di Chioggia e di Adria-Rovigo; in primis nel Vicariato di Cavarzere, di cui fa parte. Un esteso territorio religioso particolarmente legato all’antichissima immagine della Madonna delle Grazie, dei cui miracoli ha raccontato la storia il compianto parroco mons. Giuseppe Scarpa, artefice anche dell’Incoronazione. Quello che è successo venerdì 9 giugno, intorno alle 4 del mattino, è stato registrato dalle videocamere di sorveglianza, ora all’esame degli inquirenti. È stato un atto grave compiuto da due persone incappucciate, armate di una mazza ed entrate in chiesa, dopo aver sfondato la porta nord, posta sotto l’argine dell’Adige. Dopo aver distrutto il cristallo che protegge l’immagine della Madonna sopra l’altare per asportarla, hanno dovuto desistere dalla losca impresa, visto che si tratta di un affresco. Si sono però impossessati di una catenina del valore di poche centinaia di euro e di altri ex voto che adornano la chiesa. Hanno forzato anche la porta della sacrestia, rovistato nei cassetti, ma non hanno rinvenuto offerte di sorta.

La profanazione, con furto con scasso, è stata scoperta verso le 6.30 del mattino dagli addetti alla custodia, che hanno poi avvertito il parroco don Lorenzo Carnovik e i Carabinieri del luogo, i quali, poco lontano dalla chiesa, hanno rinvenuto la mazza, abbandonata, assieme ad un tronchetto. Il grave fatto ha suscitato dolore e sdegno per lo sfregio alla Madonna, la cui antica immagine è legata alla devozione popolare di migliaia di fedeli e ai periodici pellegrinaggi da numerosi centri. Sul posto, per i rilievi, su incarico del vescovo Adriano, si è subito portato il vicario generale, mons. Francesco Zenna che ha trovato il parroco molto colpito per un fatto che non ha precedenti nella storia del Santuario. L’immagine della Madonna, che si ritiene di una scuola padovana ignota, risale al ‘500 e fu prelevata da un pilastro che anticamente segnava il confine tra la Serenissima e Padova per scongiurare gli storici, ripetuti conflitti. L’affresco si salvò in modo incredibile dalle distruzioni aeree del 1944-45 che colpirono il santuario. Per venerdì 16 giugno, alle 21, come atto di doverosa riparazione, è prevista una cerimonia con processione contro il vile, inqualificabile gesto: la devota comunità parrocchiale reagisce con la sua fede intangibile, nella sua secolare protettrice e portatrice di grazie, divina e preziosa fonte di perdono senza limiti, anche per il pentimento degli autori sacrileghi.

Rolando Ferrarese

Nuova Scintilla n.24 – 18 giugno 2017