Le strade della fede

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I GIORNI

Le strade della fede

Un popolo di devozioni attraversa la nostra terra, come rigagnoli che si spandono nel sottosuolo, affiorano nei campi e nei prati ed escono a grappoli dalle fessure del terreno. Devozioni alla Madonna e ai Santi, mese di maggio e di giugno, Madonna di Lourdes e di Medjugorje, Sacro Cuore e Santi Patroni, come Felice e Fortunato a Chioggia e sant’Antonio a Padova. Scaffali girevoli carichi di libri e libretti invadono le librerie annesse ai santuari, siti internet aggiornano su tutte le devozioni di ciascun mese; novene e tredicine, rosari e coroncine, canti e preghiere vanno in processione per tutte le vie della terra e forse anche quelle del cielo. La globalizzazione della fede fa parlare tutte le lingue e porta in casa tutte le immagini.

Suore messicane e indiane, preti africani e polacchi, pellegrinaggi spagnoli e tedeschi, un mescolamento di racconti, miracoli, una fioritura di bollettini e di grazie ricevute e domandate, simili alle piante e alle erbe cresciute spontanee nella vigna di Renzo, si intrecciano e si sovrappongono, in altalena dentro e sopra e sotto il calendario liturgico. Quanta gente si coinvolge in pellegrinaggi, visite, candele, offerte, letture? Quante persone pregano il rosario, partecipano alla messa, giungono alla confessione e alla conversione? Quanti frati, preti, suore, laici si dedicano all’accoglienza, all’accompagnamento, alla spiegazione, alla benedizione, alla celebrazione dei sacramenti? Cos’è tutto questo: un’acqua da prosciugare, una radice da estirpare, un vecchiume da condannare? Si tratta di una fede antiquata, una superstizione da superare, una tradizione da abrogare? Una fede debole da condannare, o un barlume da accogliere e rialzare? Questi ruscelli di speranza, questi sentieri di fede e voli di carità non vanno trascurati né tanto meno squalificati o irrisi. Non vanno aboliti, ma riempiti di sana dottrina e di saggia liturgia, confortati da calda simpatia, spalancati alla fioritura della Chiesa cattolica. Vanno nutriti con lo splendore della bellezza della fede dei santi, del genio degli artisti, con la paternità dei pastori e la profondità dei teologi. Se ne può riscontrare un segno nell’immensa conchiglia della Chiesa nuova che accoglie i pellegrini a Chiampo, tra i colli di Vicenza, dove le immagini insegnano la fede con lo splendore dei mosaici di padre Rupnik. Cristo risorto attrae lo sguardo e lo innalza al Padre nella luce dello Spirito Santo. Nel vasto terreno del Santuario, la santità di fra Claudio Granzotto ha costruito la grotta di Lourdes, altri artisti hanno scolpito nel bosco la grande Via Crucis, alcuni ricercatori hanno raccolto nel museo il percorso dell’evoluzione della terra. La fede ha un centro e un cuore. Accompagnata da maestri e testimoni, la fede percorre il mondo incrociando tutti i percorsi umani, fino a immettersi nella grande autostrada del cielo.

don Angelo

Nuova Scintilla n.24 – 18 giugno 2017