Petali di rose, fuochi e processioni

Pentecoste
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PENTECOSTE

Petali di rose, fuochi e processioni

Presso gli Ebrei la festa della Pentecoste era inizialmente una allegra festa agricola chiamata “festa della mietitura”. Si celebrava il 50° giorno dopo la Pasqua e indicava l’inizio della mietitura del grano. Come per la Pasqua, un gran numero di Ebrei raggiungevano Gerusalemme per partecipare alla festa. Ed è in questo contesto che si colloca la prima Pentecoste cristiana – che ricordiamo liturgicamente questa domenica 4 giugno – in cui si celebra la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e su Maria, completando così l’opera dell’Incarnazione di Dio: al momento della sua prima discesa, lo Spirito Santo aveva compiuto nella B. V. Maria l’Incarnazione del Verbo, permettendo che il Verbo divenisse, nel suo corpo, il Dio-Uomo, per esserlo nell’eternità. Con la sua seconda venuta – durante la Pentecoste – lo Spirito Santo discende per dimorare nel suo corpo che è la Chiesa (vedi foto). Ancora nel XIX secolo esisteva in Italia l’uso di far piovere dall’alto sui fedeli, durante la solenne Messa di Pentecoste, dei petali di rose rosse, per evocare la discesa dello Spirito Santo. Per questo tale festività prese il nome anche di “Pasqua delle rose”, termine che si conserva tuttora in alcune zone del centro e del sud dell’Italia. Tale ricorrenza è celebrata con particolare rilevanza nel Trentino-Alto Adige, dove – a coronamento dei festeggiamenti – la domenica dopo Pentecoste si onora il Sacro Cuore di Gesù, per ricordarne il voto fatto dalle popolazione locali, nel 1796, per scongiurare l’invasione da parte delle truppe napoleoniche. Da allora, ogni anno, si svolgono solenni liturgie Eucaristiche, seguite da processioni ricche di intensa religiosità, mentre al calar delle tenebre, sulle cime dei monti, vengono accesi fuochi che vogliono sottolineare, diversamente da quanto avviene in altre località, la devozione della popolazione altoatesina verso il Sacro Cuore di Gesù.

G. Aldrighetti