La missione, i doni e la vita del battezzat

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PAROLA DI DIO – VI DOMENICA DI PASQUA – A

LETTURE:  At 8,5-8.14-17; Dal Salmo 65; 1 Pt 3,15-18; Gv 14,15-21.

La missione, i doni e la vita del battezzato

At 8,5-8.14-17: “Filippo predicava Cristo… e le folle unanimi prestavano attenzione”.

Le pagine degli Atti degli Apostoli proposte per il tempo pasquale ci raccontano come si è diffusa la comunità dei discepoli di Gesù, la Chiesa. Siamo così aiutati anche noi a ripensare agli elementi essenziali attraverso i quali si entra a far parte della Chiesa e si rimane in essa. Filippo è uno dei sette diaconi sui quali gli apostoli avevano imposto le mani (At 6). Egli inizia la sua attività come ‘evangelista’ (At 21,8) in Samaria. Egli cioè, in quanto diacono, “predicava Cristo”. La risposta alla sua predicazione era: “le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo”. Ecco dunque come nasce una comunità cristiana: un evangelista, diacono o apostolo, annuncia il Vangelo, annuncia cioè Cristo a delle persone che accolgono quell’annuncio e vi aderiscono con gioia. “Vi fu grande gioia in quella città”. Talvolta la parola era accompagnata anche da ‘segni’ particolari come liberazione da spiriti cattivi o guarigioni. Annuncio, adesione di fede, battesimo, invocazione allo Spirito, imposizione delle mani sui battezzati e dono dello Spirito Santo. Ascoltare la Parola di Dio, accoglierla, pregare lo Spirito è anche la nostra via per vivere e crescere nella vita cristiana iniziata con il battesimo.

Dal Salmo 65: “Acclamate Dio, voi tutti della terra”.

Ancora un canto di ringraziamento, tipico del tempo di Pasqua, per la più grande opera che Dio ha fatto risuscitando Gesù da morte. Ma sono tante le opere che Dio ha compiuto e compie nell’arco della storia, per le quali dargli gloria. Una delle grandi opere redentrici cantata da Israele è riassunta nel miracolo al Mar Rosso, atto che ricorda che il dominio di Dio sul mondo è eterno. Gli interventi di Dio toccano il passato ma anche il presente, toccano comunità e popoli, come Israele, ma anche singoli come Gesù e ogni uomo: per tutti Egli opera salvezza e anche per ognuno di noi.

1 Pt 3,15-18: “Messo a morte nel corpo, reso vivo nello spirito”.

Continuano le esortazioni dell’apostolo Pietro a coloro che nella notte di Pasqua hanno ricevuto il battesimo o ne hanno rinnovato gli impegni e le promesse. La vita del battezzato ha due ambiti, quello interiore, personale, e quello esteriore, testimoniale. “Adorate il Signore nei vostri cuori…”: il battesimo instaura un rapporto di amore e di riconoscenza verso il Signore, che si esprime nella preghiera (‘adorate…’). Ma il battesimo richiede anche l’annuncio del Vangelo e la testimonianza della propria vita di fede agli altri uomini, che possono condividere o meno la scelta di fede e la possono anche criticare o osteggiare. È lo stile di vita del battezzato che può diventare stimolo per chi non conosce la fede a chiedere la “ragione della speranza” che abita e anima chi vive di fede. La risposta sta sia nel dialogo rispettoso che rende ragione delle proprie scelte, sia nella serena consapevolezza del proprio agire retto. È questo agire retto che dovrebbe smentire chi critica o maligna contro chi vive la fede cristiana. Del resto anche Gesù, nostro modello, alle domande di chi malignava contro di lui ha risposto con bontà e mitezza e li ha invitati a verificare il suo operato: era quello a parlare! E comunque Lui ha sofferto da giusto e la sua sofferenza è divenuta la nostra salvezza. Ciò può ripetersi anche per i suoi discepoli.

Gv 14,15-21: “Se mi amate osserverete i miei comandamenti”.

Il brano del vangelo risponde a due problemi posti dalla ‘partenza’ di Gesù. Primo problema: come potranno i suoi discepoli mostrargli il loro amore ora che non è più fra di loro? La risposta di Gesù è: “Se mi amate osserverete i miei comandamenti”. Il brano del vangelo sia all’inizio che alla fine lega strettamente l’amore a Gesù e al Padre con l’osservanza dei suoi comandamenti. Secondo problema: ora i discepoli rimarranno soli e Gesù sarà per sempre lontano da loro? La risposta di Gesù è: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, che starà sempre con voi, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché è con voi e sarà in voi sempre”. Lo Spirito Santo è il dono che Gesù intercede dal Padre per i discepoli. Sarà proprio lo Spirito Santo (Paraclito/Consolatore) ad essere accanto ai discepoli per difenderli. Anzi, lo Spirito non solo “rimarrà presso” di loro, ma “sarà in” loro. Con la morte e risurrezione di Gesù, la condizione dei discepoli è resa salda dal dono dello Spirito che sarà ‘in loro’. Come “Spirito di verità” Egli sarà luce che illumina e porta alla verità. Come “Paraclito” sarà sostegno e forza nelle avversità di ogni tipo. In conclusione il cristiano condivide la vita di Gesù risorto (“io vivo e voi vivrete”), è amato da Lui e dal Padre, ama Lui e il Padre attraverso l’osservanza dei suoi comandamenti, e cammina alla luce dello Spirito Santo sostenuto dalla sua forza.

+ Adriano Tessarollo