Per una Chiesa viva

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I GIORNI

Per una Chiesa viva

Anche i vescovi frequentano i movimenti, come aderenti o come invitati. Lo si è visto negli scorsi giorni in due grandi manifestazioni nazionali, la convocazione del Rinnovamento nello Spirito e gli Esercizi Spirituali della Fraternità di Comunione e Liberazione. Negli Esercizi di CL, l’arcivescovo di Ancona, cardinal Menichelli, celebrando l’eucaristia ha tenuto un’omelia sapiente e cordiale. Domenica 30 aprile, nell’inserto del Sole24 ore, Bruno Forte, vescovo e teologo, ha raccontato la sua partecipazione all’ultima convocazione del Rinnovamento a Rimini, compiacendosi per la fioritura dei movimenti. Ne riscontra tre motivazioni: il bisogno di spiritualità, che trova risposta nell’incontro con la fede; il desiderio di comunità, rivissuto nelle relazioni personali; l’esigenza di impegno per gli altri, che si esprime nella carità. Un fenomeno che sgorga dal pozzo profondo di una domanda di significato e dalla bellezza dell’incontro personale con Cristo.

Oggi “l’associazionismo religioso” si palesa vivace in un contesto di Chiesa che, particolarmente in Occidente, manifesta segni di affaticamento. Più difficile ancora la situazione dei sacerdoti, a causa dell’innalzamento di età e della crisi di vocazioni. È in atto una ristrutturazione dell’ordinamento territoriale delle parrocchie, che spesso vengono assemblate, mentre i laici tendono ad assumere funzioni pastorali che finora sembravano un’esclusiva dei sacerdoti. È dato constatare che nei movimenti sono i laici ad occupare ruoli di responsabilità, a livello nazionale e locale. Questo può diventare un segnale per tutta la Chiesa. Se il Concilio di Trento, oltre quattro secoli fa, aveva promosso la formazione e la missione dei sacerdoti con la costituzione dei Seminari e l’incremento delle responsabilità parrocchiali, nel secolo scorso il Concilio Vaticano II ha richiamato il valore dell’intero popolo di Dio e della responsabilità missionaria di ogni fedele battezzato. Molti laici sono vivacemente presenti in varie forme di comunità, e i movimenti tirano la volata, accompagnati dai sacerdoti e a loro volta accompagnandoli. I carismi da cui nascono le nuove aggregazioni – come accadeva per quelle antiche, con una fioritura di santi e sante – rigenerano l’esperienza personale della fede e rinnovano la presenza della Chiesa nel mondo e la sua missione. Lo Spirito soffia come e dove vuole e certamente l’impulso dei movimenti, irruente e testimoniale, concreto ed esistenziale, ne rappresenta un segnale vivace. Quanti ne condividono l’esperienza vi ritrovano la provocazione a una intensità umana e a una fede vissuta. E dunque, che cosa c’è da fare? I movimenti non hanno bisogno di particolari appoggi o favori. Hanno bisogno della libertà dello Spirito, della cordiale simpatia e del vigile accompagnamento di chi ha responsabilità nella Chiesa. La storia della Chiesa continua a scorrere nell’ampio alveo del fiume di Dio, portandosi dietro l’abbondanza di tutti i suoi doni.

don Angelo

Nuova Scintilla n.19 – 14 maggio 2017