Sospinti dallo Spirito

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54ª giornata mondiale di preghiera per lE VOCAZIONI missione

Ogni cristiano è chiamato ad essere “missionario”

Sospinti dallo Spirito

L’Intonazione che papa Francesco ha inteso dare alla Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni di quest’anno è prettamente missionaria. Nel suo messaggio si evince chiaramente che la “gioia missionaria” è la chiave di lettura della vita cristiana perché «Tutti i cristiani sono costituiti missionari del Vangelo». Animare le nostre comunità parrocchiali con tempi di preghiera per le vocazioni significa innanzitutto far prendere consapevolezza alla stessa comunità cristiana, che si riunisce per la celebrazione della Pasqua settimanale e che vive la propria fede immersa nelle occupazioni quotidiane, della preziosità della testimonianza del Vangelo che ognuno può offrire con stile missionario su tutti i fronti della propria esistenza. Che cosa infatti rende luminosa la nostra vita e capace di “salare” il mondo? Il desiderio dell’evangelizzazione e il servizio ai fratelli nella carità.

La comunità parrocchiale prega innanzitutto per mantenere viva nel dono dello Spirito Santo la propria vocazione a realizzare il Vangelo di Cristo, ricorda ancora il papa: «Ogni discepolo missionario sente nel cuore questa voce divina che lo invita a “passare” in mezzo alla gente, come Gesù, “sanando e beneficando” tutti. Ho già avuto modo di ricordare, infatti, che in virtù del Battesimo, ogni cristiano è un “cristoforo”, cioè “uno che porta Cristo” ai fratelli». Pregare per le vocazioni significa quindi far maturare, in seno alla comunità, un forte senso di responsabilità personale all’annuncio del Vangelo in modo che ognuno possa rispondere con generosità “Eccomi, Signore, manda me!”. Questa espressione biblica indica la risposta intima che il “chiamato” rende al Signore per esprimere la sua totale dedizione all’annuncio. Se dunque è la risposta che ogni battezzato dovrebbe fare propria nella consapevolezza matura della missione ricevuta per il mondo, è ancor di più la risposta gioiosa di coloro che scelgono di dedicarvisi completamente nella consacrazione della propria vita. Una comunità cristiana, poi, annuncia con fecondità il vangelo nella misura in cui si conforma a Cristo, cioè lo ripresenta Vivente attraverso i legami di comunione con la Chiesa; così ognuno sa di non potersi esimere da una risposta personale e radicale che lo conformi a suo modo a Cristo stesso, fino a considerare di abbracciare anche il ministero sacerdotale. Le nostre comunità parrocchiali chiedano con perseveranza al Signore che mantenga vivo in loro l’ardore dell’annuncio perché anche oggi è possibile la proposta coraggiosa di una sequela radicale di Cristo ai giovani.

don Simone Zocca, padre spirituale del Seminario

Nuova Scintilla n.18 – 07 maggio 2017