Umanesimo europeo

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SGUARDO PASTORALE

Umanesimo europeo

In occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma, che dettero il via alla comunità europea, i leader dei diversi Stati hanno fatto visita al pontefice, riconoscendo non solo il carisma umano di Bergoglio ma anche l’autorevolezza etica della Chiesa. Particolarmente efficace il discorso tenuto da papa Francesco per ricordare che l’umanesimo europeo, dopo gli anni bui della seconda guerra mondiale, basò il proprio progetto sulla centralità della persona: politica, economia, cultura a misura d’uomo e a favore dell’uomo. Avrei voluto dirlo anch’io venerdì 24 ai convenuti presso il mercato orticolo di Brondolo in occasione dell’evento dedicato al principe degli orti, il radicchio di Chioggia IGP ed alle altre eccellenze del territorio. Non mi è stata data la parola. Sono stato invitato ad aprirlo con una benedizione, che ha avuto più il sapore di una cerimonia prescritta che di un incontro con le radici di quei valori che si volevano veicolare. Il termine ricorrente fu l’avverbio “insieme”, ma la preoccupazione principale quella stessa che il papa ha definito come una tentazione: preoccuparsi prevalentemente sulle necessità produttive, economiche e finanziarie.

Qualcuno ha esaltato l’ingegno degli operatori del settore agricolo ed ha sottolineato l’incidenza del clima, dell’acqua, del sole, quali risorse del territorio. Mi sarebbe piaciuto ricordare che tutto questo è dono di Dio e fermarsi a considerarlo può rendere migliore l’impegno e la solidarietà, oltre che promuoverne il rispetto e la custodia. Papa Francesco ha citato san Giovanni Paolo II che affermava: “E ancor oggi, l’anima dell’Europa rimane unita, perché, oltre alle sue origini comuni, vive gli identici valori cristiani e umani, come quelli della dignità della persona, del profondo sentimento della giustizia e della libertà, della laboriosità, dello spirito di iniziativa, dell’amore alla famiglia, del rispetto della vita, della tolleranza, del desiderio di cooperazione e di pace, che sono note che la caratterizzano”. Ma l’Europa se l’è dimenticato: a fronte di quell’unità che voleva annullare inimicizie, frontiere e i dolorosi contrasti del passato constatiamo stridenti prese di posizione contro l’immigrazione e l’accoglienza della lunga colonna di donne, uomini e bambini, in fuga da guerra e povertà, che chiedono solo la possibilità di un avvenire per sé e per i propri cari; a fronte del protestato ideale di solidarietà assistiamo a spinte centrifughe dettate dall’egoistica difesa dei propri privilegi nazionalistici, per lo più economici; a fronte del profondo desiderio e bisogno di pace non è mancata la presunzione di poter soffocare con le armi il grido di libertà e di giustizia proveniente dall’altra parte del pianeta; a fronte dell’attenzione alla vita delle persone si registra uno scollamento tra cittadini e istituzioni. È una dimenticanza strutturale perché è stato misconosciuto il ruolo fondante del Cristianesimo “senza il quale – ha affermato il pontefice – i valori occidentali di dignità, libertà e giustizia risultano per lo più incomprensibili”. Stiamo vivendo un tempo di rinnovate sfide ma anche di opportunità. Le risposte vanno trovate proprio nei pilastri sui quali i padri fondatori “hanno inteso edificare la comunità economica europea: la centralità dell’uomo, una solidarietà fattiva, l’apertura al mondo, il perseguimento della pace e dello sviluppo, l’apertura al futuro”. Il papa invita l’Europa a ritrovare la speranza. Con quali modalità? “Quando si apre ai giovani, offrendo loro prospettive serie di educazione, reali possibilità di inserimento nel mondo del lavoro. Quando investe nella famiglia, che è la prima e fondamentale cellula della società. Quando rispetta la coscienza e gli ideali dei suoi cittadini. Quando garantisce la possibilità di fare figli, senza la paura di non poterli mantenere. Quando difende la vita in tutta la sua sacralità”. Teniamolo presente anche nello sviluppo della nostra pastorale. È questa coscienza che siamo chiamati a tenere desta.

don Francesco Zenna

Nuova Scintilla n.13 – 02 aprile 2017