Cronaca di una settimana in Burundi

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IL VESCOVO ADRIANO CI PARLA DELLA SUA VISITA IN MISSIONE (6-13 marzo)

Cronaca di una settimana in Burundi

Un viaggio così per un vescovo non può che essere una risposta a qualche invito ‘ecclesiale’, cioè  da parte di realtà ecclesiali amiche e con qualche scopo ‘significativo’. C’ero già stato più o meno negli stessi giorni di marzo nel 2012. Avevo due inviti specifici, uno proprio per questa data per portare a compimento un cammino durato 10 anni, iniziato nel 2007 e nato per interessamento del vescovo di una grossa città e diocesi del Burundi, il vescovo Simon. Il secondo invito sarebbe stato per settembre, alla festa dell’Addolorata, quando le nostre suore Serve dell’Addolorata, avranno l’inizio del ‘noviziato’ delle prime due sorelle burundesi. Ma vediamo una cosa per volta. Intanto il viaggio da Milano a Bujumbura, capitale del Burundi, richiede circa 16 ore con 4 scali. Siccome il primo impegno programmato si concentrava soprattutto nei giorni di venerdì, sabato e domenica in mattinata, proprio nella capitale, ho anticipato di qualche giorno (il 6 marzo) la partenza in modo da poter far visita alle nostre Suore e stare con loro un paio di giorni, cosa che ho fatto il mercoledì e il giovedì. Il viaggio di ‘salita’ da Bujumbura a Gitega richiede circa 2 ore e mezza,  con la guida esperta di suor Antonella con il suo ‘pulmino’ carico di ogni cosa, comprese le provviste per strada di carote e ananas.

Per l’occasione indossavo l’abito ‘da vescovo’: i colori ‘nell’Africa nera’ sono molto aprezzati e danno il senso della festa. Giunto alla ‘Scuola materna’, senza che io mi aspettassi, era organizzata una festa con i bambini piccoli e piccolissimi che impeccabilmente cantavano, suonavano i tamburi e danzavano, tutti avvolti nei loro addobbi coloratissimi, all’ordine delle loro ‘maestre’; canti e danze che si conclusero verso mezzogiorno. Poi pranzo con le comunità delle suore, future novizie e aspiranti. A pomeriggio visita al dispensario che ho visto in piena funzione e che di più potrebbe fare se ce ne fossero le forze. Un dispensario alla cui realizzazione molti hanno dato ‘una mano’ in vari modi, sia con contributi in denaro sia offrendo la loro preziosa manodopera secondo le proprie abilità tecniche nella costruzione e nella realizzazione dei vari impianti, come era anche accaduto per la casa delle suore e per la scuola materna. Una visita poi al luogo dove l’indomani mattina, col vescovo Simon e altri sacerdoti avremmo celebrato alle 6,30 la s. messa. Non vi dico il via vai della gente al lavoro per predisporre una dignitosa celebrazione, anche in caso di pioggia, all’aperto: chi a tagliare eucaliptus e piantarli per predisporre dei teli in caso di pioggia; le donne a raccogliere un’erba speciale per predisporre una corsia processionale per celebranti e ministranti. Si entrava nello spazio della futura ‘chiesa’ attraverso una specie di ‘arco di trionfo’ sopra il quale campeggiava una scritta con il nome della futura parrocchia: “BWOGA-CHIOGGIA”. In quella collina dunque dovrebbe sorgere una parrocchia per quella numerosa gente. Si stanno dando da fare loro stessi a costruire la casa della parrocchia, peraltro già avviata, dopo di che il vescovo manderà un parroco fisso. Al mattino presto, già verso le 6.00, non vi dico quanta gente ha cominciato ad affluire, molti dei quali, bambini compresi, si portano sul capo una sedia o qualcosa per sedersi. Puntualmente la messa comincia alle 6.30. Chierichetti, ministranti e lettori adulti, responsabili laici dell’erigenda parrocchia, coro cantori in divisa blu con tanto di croce disegnata sul petto… una bella grande festa, protratta fino a dopo le 8.30. E poi il desiderio di tutti di dare un saluto, stringere la mano, benedire il bambino… . Certo che se la meritano proprio una Chiesa questa gente, che tanto la desiderano e per la quale tanto si impegnano. Ho promesso che una mano troverò il modo di darla anche noi alla nuova parrocchia di “BWOGA-CHIOGGIA”! E magari dedicata alla ‘Madonna addolorata” o “della Consolazione”! Il resto del tempo è stato dedicato a qualche visita alle abitazioni vicine e ai bambini che accorrevano a camminare insieme, tenendoti stretta la mano. E poi un po’ di giardinaggio potando qualche pianta malmessa, attività sempre di mio gradimento. Alla sera preghiera e poi cena anche col vescovo, quindi riposo, per partire alle 6.30 del mattino, dopo messa con le suore, per la capitale con il vescovo Simon, conversando insieme sulla situazione sociale, economica e politica del Burundi.

Ed ecco il secondo impegno, primo nell’intenzione, ma ultimo nell’esecuzione. Dunque è giunto a compimento un accompagnamento di 10 anni, da quando a Roma il vescovo di Gitega, Simon, (mia stessa età), chiedeva se in Burundi poteva sorgere una realtà ecclesiale per coinvolgere molte donne che intendevano occuparsi del servizio al Signore, a persone sole e povere, spesso abbandonate, a bambini pure abbandonati perché malati, e offrire anche la loro disponibilità alle comunità parrocchiali sparse nei vari villaggi. Dove potevano trovare sostegno reciproco e spirituale, formazione e il riconoscimento ecclesiale, vivendo nelle proprie famiglie e nel proprio territorio, queste donne? Gli fu proposto di avviare la forma di consacrazione da vivere ‘nel mondo’ unendosi insieme nella ‘Compagnia di s. Orsola, Istituto Secolare Sant’Angela Merici’. Insieme con le responsabili dell’Istituto Secolare Sant’Angela Merici, valutata la richiesta, e si è dato avvio al cammino, volto appunto a far nascere in Burundi la Compagnia di Sant’Orsola, Istituto Secolare Angela Merici. Una prima visita è stata fatta nel 2012 – alcune responsabili, presidente e vicepresidente e il sottoscritto – allo scopo di incontrare le prime richiedenti, e offrire alcuni momenti formativi, con l’aiuto di alcuni padri saveriani che conoscono la lingua kirundi. Già allora si accolsero le prime che fecero la prima consacrazione. Per farla breve, venerdì mattino 10 marzo 33 di quelle prime hanno fatto la loro consacrazione a vita, potendo così dare origine alla Compagnia locale, approvata dalla S. Sede. Altre 80 vi fanno già parte con consacrazione temporanea. Al pomeriggio tutte 124 si sono preparate all’assemblea della Compagnia nella quale poi il sabato hanno eletto la loro prima direttrice, la vicedirettrice e 7 consigliere.  Il vescovo ha messo a disposizione un sacerdote come assistente della Compagnia burundese. A questo punto sono in grado di camminare da sole, come compagnia federata all’Istituto, che attraverso il suo Consiglio potrà continuare a offrire occasione di formazione e sostegno, ricevendone a sua volta aiuto e vitalità. Festeggiamenti serali al sabato sera, messa solenne domenica mattina dalle 7.00 alle 9.30, e i saluti personali hanno concluso la permanenza. Pranzo poi dai Saveriani, amici anche vicentini che conosco, finché alle 12.30 sono stato accompagnato in aeroporto, pronto per il viaggio di ritorno.

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.11 – 19 marzo 2017

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