“La faccia amica del medico”

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IL CUAMM IN AFRICA

Don Dante Carraro, direttore del Cuamm, racconta la sua recente visita

“La faccia amica del medico”

Carissimi, sono appena rientrato da un lungo viaggio in Africa. 10 giorni, 3 paesi visitati, tante persone incontrate. Ho toccato con mano i risultati del nostro lavoro, fianco a fianco degli africani. Quel che ci caratterizza e che, ad ogni missione, si rinsalda e oggi più che mai acquista un senso profondo. In Etiopia, la prima tappa del mio ultimo peregrinare africano, oltre a visitare l’ospedale di Wolisso, ho potuto conoscere il dettaglio di un nuovo intervento che, a breve, dovremmo aprire a Gambella, nell’ovest dell’Etiopia al confine con il Sud Sudan, dove si trova il campo profughi di Nguenyyiel. Solo due mesi fa ospitava 20.000 profughi, oggi ne ha 40.000 e sono soprattutto donne e bambini. La mente viaggia veloce all’Italia, in particolare, al lavoro che il Gruppo di Bari sta facendo nei ghetti della Puglia. “Oggi c’è la fila di gente che viene per farsi curare e nel ‘ghetto Ghana’ siamo riusciti a raggiungere anche le donne che all’inizio erano molto difficili da avvicinare – racconta Anna, una dei volontari -.

Quando ci vedono, soprattutto se siamo dottoresse, vengono volentieri a farsi visitare, o anche solo a parlare. Tutti cercano la faccia amica del medico”. Sono due facce della stessa medaglia: l’Africa lì e l’Africa qui, nel nostro paese. Il mio viaggio è continuato in Tanzania dove le scuole funzionano, gli ospedali ci sono, anche se tutto è molto fragile. Da questo paese mi porto dentro un grande esempio di accoglienza: nell’area di Kigoma, al confine con il Burundi e il Congo, sono arrivati 200.000 profughi e rifugiati. È l’Africa che accoglie l’Africa. Fa bene al cuore. Dà fiducia e speranza, come la danno i 2.848 parti assistiti, i 557 neonati curati, i 365 bambini malnutriti e ristabiliti… solo nell’ospedale di Tosamaganga, nel 2016. E concrete sono pure le 1.000 visite effettuate, in poco più di un anno, sempre nei ghetti della Puglia, sempre dal Gruppo Cuamm di Bari. “Questa è un’Africa che sta qui – racconta Francesco -. Per sviluppare l’intervento, la formazione che abbiamo ricevuto dal Cuamm è stata molto importante: ci ha permesso di capire come comportarci. Ci ha insegnato che in Africa la fiducia si conquista con il tempo e con la costanza, e questo vale anche con gli africani qui. All’inizio non veniva nessuno a farsi visitare, ora ci aspettano e ci accolgono”. L’11 febbraio si è celebrata la XXV Giornata mondiale del Malato. Il tema scelto è lo “stupore per quanto Dio compie”, anche attraverso le azioni concrete degli uomini di buona volontà. L’Africa per prima ha la capacità di stupirmi, ogni volta. In Mozambico, l’ultimo paese che ho visitato, ho ricevuto accoglienza e gesti di grande amicizia. Sono arrivato di sabato, il giorno successivo a una festività nazionale, eppure nell’ospedale di Montepuez nel nord del paese, tutto lo staff mi ha accolto per presentarmi i risultati di un anno di lavoro, a fianco del Cuamm. Sono gesti che non si dimenticano e che danno la spinta per trasformare lo stupore in azioni concrete per la salute di queste persone. Proprio a Montepuez, la neonatologia è stata riabilitata, a breve sarà inaugurata ufficialmente e partiranno le attività. È un senso profondo di giustizia e di diritto all’accesso alle cure per tutti che ci muove e ci spinge a dare il meglio per i più poveri dell’Africa.

don Dante Carraro

Da Nuova Scintilla n.7 – 19 febbraio 2017