Meraviglia… del presepe

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SAN PIETRO IN VOLTA

Meraviglia… del presepe

Da secoli e in molti luoghi del mondo, in prossimità del S. Natale, il presepe cerca di dare “concretezza”, di rendere in qualche modo tangibile l’evento straordinario della presenza di Dio nell’umanità: Dio che si fa uomo, si fa bambino per condividere la vita stessa dell’uomo. Già nel 1.200, con il primo presepe vivente nella greppia di Greccio, S. Francesco aveva voluto rivivere il momento sorprendente della nascita di Gesù tra la semplicità di persone comuni e umili. Da allora, nelle chiese, nelle case, nelle piazze e nei luoghi più disparati, ogni anno vengono realizzati miriadi di presepi “tradizionali”, con statuine che rappresentano personaggi intenti in mestieri e attività d’altri tempi, o con tecniche creative innovative che in qualche modo si allontanano dai primi piani di pastori e greggi tipici della tradizione popolare. Vengono proposte Mostre dei Presepi, Itinerari dei Presepi, Rassegne dei Presepi, ecc., proprio per ricordare l’evento fondamentale della cristianità (nulla a che vedere con l’albero di Natale e/o con il simpatico e paffuto Babbo Natale), oltre che per valorizzare l’estro artistico di molti.

Affascinante nel suo genere, anche se pur sempre con statue di legno e/o terracotta, il presepe che viene allestito ogni anno in Piazza S. Pietro a Roma, con personaggi a grandezza umana. È proprio a questo che si è rivolto immediatamente il mio pensiero quando, con immenso stupore, ho potuto ammirare il bellissimo presepe realizzato nella chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo a S. Pietro in Volta. Nello stanzino dove fino a qualche tempo fa si potevano vedere a penzoloni le grosse funi che venivano tirate come un gioco per azionare le campane, oramai in mano all’elettronica, è stata allestita una natività a grandezza umana, con personaggi altamente espressivi nel volto e nella postura: Gesù Bambino, con un piedino nudo che sbuca dalla semplice veste quasi come conseguenza del suo piccolo scalciare; Giuseppe, nel ruolo di padre protettore con occhio vigile e serio; Maria, protesa verso il bambinello in atto di adorazione, che esprime la vicinanza complice di una mamma al suo bambino; le teste dell’asino e del bue che, comparendo da una nicchia, sembrano voltarsi verso il bambino dimenticando le delizie di una mangiatoia, che il gioco di luci porta a pensare si dispieghi dietro di loro. E ancora, la giovane donna che si sta portando verso il luogo sorreggendo con il braccio un’anatra, quasi come un’amica da proteggere, e l’uomo inginocchiato in modo naturale e spontaneo davanti alla “grotta” che ricorda la bottega di un falegname (Giuseppe non era forse un falegname?), con attrezzi e arnesi di un’epoca passata. Il tutto in abiti dell’epoca di Gesù perfettamente confezionati. Ma la cosa ancora più strabiliante si è verificata il giorno dell’Epifania quando si è potuto ammirare Maria, posta seduta al centro della scena con Gesù Bambino in braccio, dalle “movenze” estremamente reali. Maria si era mossa: da un atteggiamento orante e ricco di stupore (in ginocchio) verso il Bambino, era passata a un atto (seduta con Gesù in braccio) di evidente offerta del Figlio all’umanità.

Desidero complimentarmi con i giovani organizzatori dell’originale e altamente significativo presepe, aggiungendo che sarebbe stato bello in qualche modo “pubblicizzarlo” almeno in diocesi, proprio per la semplice bellezza, la cura dei particolari e la ricchezza di significato che porta, esplicitata anche nella preghiera posta all’entrata della “greppia”.

Carla Ballarin

Da Nuova Scintilla n.3 – 22 gennaio 2017