Lo Spirito di Dio su di Lui

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PAROLA DI DIO – Battesimo di Gesù.  Anno A

LETTURE: Is 42,1-4.6-7; Dal Salmo 28; Atti 10,34-38; Mt 3,13-17

Lo Spirito di Dio su di Lui

Is 42,1-4.6-7: “Ecco il mio servo… ho posto il mio spirito su di lui”.

Il popolo in esilio potrà nutrire qualche speranza di liberazione? Il popolo oppresso potrà sperare su qualcuno che finalmente farà regnare la giustizia e il diritto per tutti popoli? Se l’esilio era il frutto della rottura dell’alleanza dei loro padri con il Signore loro Dio, qualcuno avrebbe potuto ristabilire l’alleanza infranta? Al popolo che si sentiva relegato in una prigionia senza speranza, ecco l’annuncio di un profeta che viveva in mezzo a loro: “Ecco il mio sevo che io sostengo… ho posto il mio spirito su di lui… perché faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre”. Non sarà un guerriero che verrà con la forza delle armi per imporre il dominio di un popolo sugli altri popoli, ma verrà, porterà il diritto, la giustizia e la liberazione per tutti i popoli. Avrà attenzione e cura per chi già è nella sofferenza e nell’abbattimento, e con la forza del Signore e in obbedienza a lui egli porterà a compimento la missione di liberazione e di salvezza per la quale è inviato. Egli è l’eletto e l’amato del Signore, condotto per mano da lui per ristabilire la comunione col suo popolo, anzi sarà lui stesso l’alleanza del popolo, lo strumento della comunione e riconciliazione, con il suo insegnamento e la sua azione. Una missione così grande ha avuto una prima realizzazione nella liberazione degli esuli, ma ha avuto il compimento pieno nella persona e nell’opera del Servo del Signore per eccellenza, il Figlio di Dio incarnato, Gesù di Nazaret.

Dal Salmo 28. “Il Signore benedirà il suo popolo con la pace”.

Questo inno celebra la gloria del Signore: il suo popolo è invitato a riconoscere nel culto la sua forza e potenza che si manifesta nelle forze del creato. Egli manifesta al suo popolo la sua regalità dandogli forza e pace: “benedirà il suo popolo con la pace”, perché la sua forza non è la violenza ma l’amore. Così egli si è manifestato nel suo Servo Gesù Cristo, nostra Pace.

Atti 10,34-38. “Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret”.

Ecco come Pietro interpreta e descrive la persona e l’opera di Gesù come sono state rivelate al momento del battesimo al Giordano. Innanzi tutto Gesù Cristo “è il Signore di tutti”, quindi egli si offre come salvatore di tutti, senza ‘preferenze di persone’ purché siano disposte a praticare la giustizia. Il suo vangelo è vangelo di pace, che annuncia, cioè, e offre la riconciliazione tra Dio e l’uomo. Dio stesso gli ha affidato questa missione, riempendolo della potenza del suo Santo Spirito per fare dono all’uomo della liberazione dal dominio del diavolo e del peccato. Con il Figlio e lo Spirito, Dio Padre è all’opera per la liberazione dell’uomo.

Mt 3,13-17: “…Gesù vide lo spirito di Dio venire su di lui”.

Il vertice del racconto del battesimo di Gesù è l’affermazione finale: “Ed una voce dal cielo disse: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento»”. È la rivelazione che il Padre offre ai presenti e a noi su Gesù di Nazareth e sulla sua missione. Ma lasciamoci gradualmente condurre a confessare la nostra fede in Lui, Figlio di Dio e Salvatore. Il Battista invitava tutti a disporsi ad accogliere il Salvatore che Dio stava per inviare in quel preciso momento storico con la missione di salvare il suo popolo. Quell’Inviato (Messia) era già in mezzo a loro, ma si trattava ora di riconoscerlo, di accoglierlo e di seguirlo. Si presenta da Giovanni, tra la folla, un tale, Gesù di Nazareth, e chiede come tutti di essere battezzato da Giovanni. Tra Giovanni e Gesù avviene un dialogo nel quale Giovanni riconosce che è lui che può donare davvero ciò che il battesimo significa, cioè il perdono dei peccati e la rigenerazione nello Spirito Santo. Ecco perché Giovanni afferma di avere lui bisogno di ricevere il battesimo da Gesù. Ma Gesù insiste che ora si adempia “ogni giustizia”, cioè si compia docilmente la volontà di Dio e anche lui riceva il battesimo da Giovanni. Adempiuto questo rito, ecco la grande rivelazione, costituita da una visione per Gesù, come spesso avveniva per i profeti, e da un messaggio per la gente presente. Visione e messaggio riguardavano proprio Gesù e la sua missione. Gesù vede lo Spirito Santo irrompere dal cielo e venire su di Lui. Gesù dunque è rivestito della Forza e Potenza dello Spirito Santo, per purificare, fare rinascere e guidare il popolo nella fedeltà al suo Dio. La parola dal cielo, da Dio, lo proclama davanti a tutti i presenti come “il Figlio l’Amato” nel quale Dio “pone il suo compiacimento”. Secondo le Scritture, con queste parole, Gesù è proclamato essere quel “Servo” annunciato da Isaia nella prima lettura che abbiamo ascoltato e quel “Figlio Amato” (Isacco) di cui parla Gn 22,2, destinato al sacrificio. Ora, chi decide di mettersi al seguito di Gesù di Nazareth sa di mettersi al seguito del Servo di Dio che farà dono della sua vita per la loro salvezza. Per questa sua obbedienza Dio si compiace di Lui. Da questa pagina impariamo che anche per noi il battesimo è dono dello Spirito e impegno a diventare suoi discepoli in obbedienza a Dio e a servizio dei fratelli.

+ Adriano Tessarollo

Da Nuova Scintilla n.1 – 08 gennaio 2017