Festa della famiglia. Quale?

Facebooktwitterpinterestmail

I GIORNI

Festa della famiglia. Quale?

Nell’anno appena trascorso la festa della Santa Famiglia non ha trovato una domenica in cui collocarsi tra Natale e Capodanno e si è accontentata di un magro venerdì. Quello che è accaduto incidentalmente al calendario liturgico, sembra un riflesso dello smarrimento del senso della famiglia che serpeggia nella società. Quando gruppetti di donne singole si radunano nel bar sottocasa, o più frequentemente vi stazionano giovanotti attempati, si diffonde una sensazione di solitudine, come nei racconti dell’Ottocento con le vicende dei ragazzi senza famiglia. Siamo circondati da un mondo variegato di donne sole e padri separati; bambini appoggiati, da soli o con la mamma, in casa dei nonni; coppie deboli e labili con frequente cambio di partner, così da non lasciare il tempo di memorizzarne i nomi; fratelli senza un letto per dormire o senza un pranzo caldo, in lite tra loro o lontani dai genitori ‘fastidiosi’. In tale frangente, la famiglia di Nazareth rimane piantata in tutti i presepi delle chiese e delle case. Soprattutto, continua a riemergere nelle famiglie con papà e mamma e figli.

Tra le onde incerte e tumultuose della nostra società, nelle esperienze di accoglienza e di misericordia siamo pervasi da una grande nostalgia di famiglia. Ne ha fatto esperienza lo stesso Figlio di Dio, nato da donna e cresciuto come figlio di Giuseppe. Che cos’ha di straordinario la famiglia di Nazareth? Che cosa ha di straordinario una famiglia cristiana? Gesù presente nella quotidianità dei giorni! Cosa augurare alle famiglie? Di fare esperienza di questo Amore presente riconosciuto e accolto anche nell’esperienza del limite. Nei giorni di insufficienza e di fatica, si chiede perdono a Dio e si ricomincia con la Sua grazia. Stare di fronte alle circostanze affidandosi a Cristo, fa insorgere la letizia dal profondo del cuore. Niente diventa obiezione all’unione sacramentale, nemmeno i peccati, poiché l’Amore vive per sempre! Chi divorzia perde tantissimo, anzi, perde tutto. In casi estremi il divorzio o almeno la separazione sembrano essere l’unica soluzione, ma i miracoli accadono anche nelle famiglie. La famiglia offre l’esperienza di un amore più grande, quello della Trinità. Venendo a nascere in una famiglia, il Figlio Gesù ha tradotto in termini umani l’abisso dell’amore infinito di Dio Padre e dello Spirito Santo. È un raggio che torna a illuminare, una corrente che continua a scorrere nei campi riarsi delle nostre contrade. Lungo il percorso della storia, l’umanità è risorta mille volte dalla tragedia della disperazione e del nulla, per una potenza di grazia. La famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe apre un percorso di compagnia e di redenzione per ogni bimbo e per ogni padre e madre, per ogni uomo e ogni donna, bisognosi di respirare l’aria bella e pulita dell’amore ricevuto e donato.

 don Angelo

Da Nuova Scintilla n.1 – 08 gennaio 2017