Sono tornate le barricate

zenna
Facebooktwitterpinterestmail

SGUARDO PASTORALE

Sono tornate le barricate

Non pensavo di sentir parlare ancora di barricate. E invece sì, e non solo a difesa dei confini di alcuni stati che avevano pur firmato un trattato di libera circolazione europea a Schengen, ma anche a Gorino, piccola frazione del comune di Goro, nel Polesine ferrarese. A fermare il pullman che stava portando 20 immigrati, 12 donne e 8 bambini, all’ostello “Amore Natura”, sono scesi in piazza 150 cittadini che hanno bloccato la strada con tanto di bancali. Dopo ore di trattativa, la mediazione è fallita e si è deciso per motivi di ordine pubblico di non usare la forza e di non allontanare i manifestanti vista la presenza anche tra loro di donne e bambini. Le donne, di origine centro-africana, sono rimaste ferme per alcune ore, nella notte, all’interno di un pullman lontano dal presidio. Alla fine sono state ospitate temporaneamente, in attesa della decisione del prefetto di Ferrara, in strutture del circondario. Nella prima mattinata ancora una decina di persone erano presenti in strada per protestare lungo la via di accesso all’ostello.

“Di fronte a un gruppetto di donne, una delle quali incinta, organizzare blocchi stradali non fa onore al nostro Paese. Certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia”, ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano a “L’aria che tira” su La7, sottolineando: “Quel che è successo non è lo specchio dell’Italia”. “Mi vergogno. Se in un momento come questo un comune come quello di Goro, che ha ricevuto molto dalle istituzioni, non accoglie dodici donne straniere bisogna che si rifletta sul significato di collaborazione istituzionale”: con queste parole, il sindaco e presidente della provincia di Ferrara, Tiziano Tagliani, ha condannato la protesta dei cittadini di Goro. Quella di Goro “non è una realtà in cui ci sia un sovraffollamento di stranieri”, per cui il sindaco di Ferrara ha definito “esagerata” la protesta anti-immigrati: “Voglio pensare – ha sottolineato – che sia stata fomentata dalla politica”. Anche l’arcivescovo di Ferrara Luigi Negri ha detto di sentirsi vicino “a coloro, donne e bambini in particolare, che hanno vissuto sul nostro territorio una notte così difficile e ostile, che ripugna alla coscienza cristiana”. Solo il parroco, don Paolo Paccagnella, tenta una difesa della popolazione avanzando la scusante che non erano stati avvertiti e che nel paese non ci sono servizi sociosanitari adeguati.

Basta ascoltare la testimonianza di una delle ragazze, Joy, di anni 20, per porsi seri interrogativi sulla maturità cristiana e lo spirito pastorale delle nostre comunità. Ha abbandonato il suo paese a fine settembre. È incinta all’ottavo mese. Di lei qualcuno, a Gorino, ha detto: “Non me ne frega nulla se è incinta, vada in questura”. È scappata dalla Nigeria perché lei, cristiana, non voleva seguire la religione animista di suo padre. Per il viaggio fino in Libia ha pagato circa 420 euro. Ora, qui in Italia, vorrebbe studiare e sogna per il suo bambino “il miglior futuro possibile”. E il futuro prossimo lo immagina con ‘lui’ in braccio: “Preferirei fosse un maschio, lo vorrei chiamare Michael”. Michele, come l’arcangelo che richiama la “signoria” di Dio ed è venerato quale custode del suo popolo.

don Francesco Zenna

Da Nuova Scintilla n.41 – 6 novembre 2016