La salvezza in questa casa

Facebooktwitterpinterestmail

PAROLA DI DIO – 31ª domenica del tempo ordinario C

LETTURE: Sap 11,22-12,2; Dal Salmo 144; 2 Ts 1,11-2,2; Lc 19,1-10

La salvezza in questa casa

Sap 11,22-12,2. “…non guardi ai peccati degli uomini in vista del pentimento”.

Intervenendo contro l’Egitto che si ostinava ad opporsi al suo disegno verso Israele, Dio avrebbe potuto annientare d’un solo colpo i suoi oppositori. Invece è intervenuto gradualmente per non annientare le sue creature ma indurle al pentimento. Ogni ‘lezione’ (piaga) avrebbe dovuto bastare per indurre gli egiziani a conversione, ma invece la durezza del loro cuore ne ha provocate dieci (le dieci piaghe). Il profeta Amos spiega così al suo popolo che Dio ha dovuto impartirgli le sue ‘lezioni’ perché si decidesse a ritornare al suo Dio: “Vi ho lasciato a denti asciutti…e non siete tornati a me. Vi ho rifiutato la pioggia…e non siete tornati a me” (Am 4,6-12). Queste esperienze tramandate nelle Scritture illuminano l’autore a comprendere l’agire di Dio nel mondo. “Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra”. La polvere sparisce con un soffio e la rugiada al solo spuntare del sole, perché allora Dio non interviene a eliminare tutti i peccatori che si oppongono ai suoi progetti? “Hai compassione di tutti…ami tutte le cose esistenti…nulla disprezzi di quanto hai creato…tu risparmi tutte le cose…”. Nel suo ‘castigare’ gradualmente Dio attende il pentimento del peccatore: “Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando i loro propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore”. ‘Amante della vita’, Dio mette in atto la pedagogia dell’amore che corregge e attende per poter salvare ogni vita.

Dal Salmo 144. “Benedirò il tuo nome per sempre, Signore”.

Il Salmo 144 canta Dio re e signore del mondo, nel quale egli manifesta la sua grandezza che coincide con la sua bontà che provoca la lode degli uomini. Le quattro strofe proposte alternano inviti alla lode (prima e terza strofa) alla descrizione degli atteggiamenti di gratuita benevolenza di Dio verso gli uomini (seconda e quarta strofa). Nella terza strofa troviamo il vocabolario della misericordia del Signore: “paziente e misericordioso // lento all’ira e ricco grazia; buono verso tutti // la sua tenerezza su tutte le creature”. Il finale della quarta strofa mostra l’attenzione del Re e Signore sul bisognoso: “sostiene quelli che vacillano // rialza chiunque è caduto”. Tutti gli uomini e tutte le creature sono egualmente invitati alla lode perché su tutti Dio estende la sua regalità e bontà divina.

2 Ts 1,11-2,2. “…secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo”.

L’apostolo Paolo rivolge a Dio la preghiera per la Chiesa di Tessalonica. Egli chiede che Dio stesso operi nei Tessalonicesi rendendoli degni della chiamata alla comunione con Sé e porti a compimento con la sua forza, la volontà di bene da Lui suscitata in loro. Paolo infatti ritiene Dio stesso protagonista del cammino di fede del credente. Al credente però è richiesta l’adesione e la docilità nel lasciarsi condurre fino alla pienezza della comunione col suo Signore, insieme ai suoi fratelli. Infine il pensiero della venuta del “Signore nostro Gesù Cristo” non deve essere motivo d’affanno, tanto da stare a calcolarne il momento. E’ richiesto invece di vivere nella serena operosità della fede e di lasciare a Dio la scelta del tempo di inviare Gesù come giudice del mondo. Si noti come sono chiamati Dio e Gesù. “Il nostro Dio… Signore nostro Gesù…nostro Dio e Signore Gesù Cristo… Signore nostro Gesù Cristo”. Dio è detto ‘il nostro Dio’‘ e Gesù’ è  detto ‘Signore nostro Gesù Cristo”. Quel “nostro” non esprime tanto il nostro possesso ma piuttosto il nostro lasciarsi abitare da Dio e Gesù, il condividere la comunione profonda in Loro. E’ questa comunione che permetterà al credente di attendere con fiducia la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e l’incontro con il nostro Dio. C’è qui la bella e antichissima professione di fede in Gesù di Nazaret, riconosciuto come il Cristo, cioè il messia e salvatore atteso, e Signore nostro, cioè partecipe della natura e regalità di Dio, ma insieme partecipe della nostra condizione umana, lui in noi e noi in Lui.

Lc 19,1-10. “Oggi la salvezza è entrata in questa casa”.

E’ l’iniziativa dell’amore di Dio che ci passa accanto e si offre a noi, che opera la conversione e la salvezza nostra. Gesù sta attraversando la città di Gerico e un uomo, Zaccheo, cerca di vederlo perché aveva sentito parlare di Lui. Ora Gesù passa per la sua città, quasi davanti alla porta di casa sua. Per poterlo vedere, corre avanti e si prepara in alto su di un sicomòro, due azioni che esprimono il desiderio dell’incontro, approfittando del suo passaggio. Ma anche Gesù risponde subito al desiderio e all’azione di Zaccheo: alza lo sguardo verso di lui e lo invita all’incontro: “Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Gesù non teme il giudizio della gente che considera Zaccheo un peccatore: “l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore” (1Sam 16,7). Ma anche Zaccheo non ha vergogna di accogliere, sotto gli sguardi di tutti, l’autoinvito di Gesù, e lo accoglie prontamente: “In fretta scese e lo accolse pieno di gioia”. Zaccheo conosce il suo passato, sa che lo conoscono anche gli altri presenti, ma non teme il loro giudizio, perché sente che in lui sta nascendo qualcosa di nuovo. “Vedendo ciò tutti mormoravano dicendo: ‘E’ andato ad alloggiare da un peccatore!’”.  Chi condanna il gesto di Gesù verso Zaccheo guarda solo al suo passato, ma non spera nel suo futuro nuovo che la presenza misericordiosa del Signore saprà operare in Zaccheo, illuminandolo a vedere il suo peccato e inducendolo al cambiamento. Zaccheo è convertito all’amore gratuito nel dare la metà dei suoi beni a poveri, e all’osservanza della legge, restituendo il quadruplo a chi ha defraudato. La novità di vita è frutto e segno visibile di quanto operato nell’incontro dell’uomo con Dio. Ma Gesù passa ancora per le nostre strade, si invita ancora ad entrare nelle nostre case, e trova ancora accoglienza e disponibilità alla conversione?

+ Adriano Tessarollo