Di generazione in generazione. Non solo

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I GIORNI

Di generazione in generazione. Non solo

Come rami di alberi piantati lungo il fiume siamo cresciuti rigogliosi o angolosi, dando origine ad altri rami e rametti, di generazione in generazione, lungo i fiumi della gente cristiana. Da quando chiesa è chiesa, cioè da quando l’apostolo Paolo elogiava la madre Eunice e la nonna Loide del discepolo Timoteo (cfr. 2Tim 1,5), il cristianesimo è passato di generazione in generazione, di padre in figlio e di madre in figlia. Persino nei villaggi della Cina o del Giappone forzatamente abbandonati dai missionari perseguitati, o nelle contrade paraguayane dalle quali erano stati estradati i gesuiti, la fede cristiana si è comunicata attraverso i genitori che hanno continuato a battezzare i figli, a insegnare le preghiere, a parlare di Dio e del Vangelo di Gesù, a praticare le virtù cristiane. Il gran fiume che ha percorso i secoli si è allargato in mille percorsi facendo emergere nello stesso tempo che la fede avviene per un incontro personale. Chi insegna ai figli piccoli a fare il segno di croce e a pregare, non conclude l’opera ma apre la partita della libertà.

Crescendo nella vita degli uomini e delle donne, la fede ha bisogno di chiarirsi nelle ragioni e di diventare esperienza personale, nella fervida compagnia di una comunità cristiana. Momento delicato e grandioso è il primo consapevole ingresso in parrocchia. “Quando comincia il catechismo?” chiedono solleciti i genitori dei ragazzi delle prime classi elementari, in anticipo sul calendario effettivo. Quello che viene comunicato per via di generazione rinasce per un incontro di grazia attraverso un amico, un insegnante, una comunità. Il cristianesimo attecchisce e fiorisce dove Cristo vuole, quando Egli chiama per nome, attirando a sé e facendo amici e testimoni. Da uno a molti, da un gruppetto a una comunità il “contagio” si propaga, senza lasciare l’esclusiva ai genitori cristiani o rimanere bloccato da genitori atei o miscredenti. Il sole sorge ogni giorno a Oriente, rinasce nel piccolo cuore di un bambino come nel cuore profondo dell’Africa o della Nuova Guinea, della Cina o della sperduta isola del Pacifico. Il fiume si allarga per nuovi affluenti e apre nuovi percorsi; spunta da qualche parte un cristiano, una famiglia, un gruppo, una comunità; piante nuove, germinazioni tenaci, sorprese audaci. È la missione dei missionari e dei cristiani, nei luoghi di lavoro e negli incontri fortuiti. Si svela la parola profetica di don Giussani, ripresa nell’anno del Giubileo: “Il mondo è stato conquistato al cristianesimo ultimamente da questa parola riassuntiva: misericordia!”. L’opera di Dio travolge – di generazione in generazione – ogni umana pigrizia e dissipazione, e continua a generare cristiani da tutte le sementi gettate e persino ‘da queste pietre’.

don Angelo

Da Nuova Scintilla n.40 – 30 ottobre 2016