Tutta una vacanza…

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I GIORNI

Tutta una vacanza…

Siamo usciti dall’estate e abbiamo imboccato la strada della ‘vita ordinaria’: alzata mattutina, strada, macchina, scuola, lavoro, parrocchia e tutto quel fremito di cose che ci disegna di ora in ora i lineamenti della faccia. Che cosa ci ha lasciato l’estate, con i giorni di vacanza sognati e progettati? In estate possiamo aver camminato per due sentieri.

Primo sentiero: con la famiglia, in compagnia di amici, alla scoperta di un mondo ricco di vita e di fede. Abbiamo forse passato alcuni giorni con un gruppo di parrocchia o di movimento: ricchezza della preghiera, bellezza dei canti, intensità di testimonianze, gioia della festa. Forse abbiamo avuto a carico una responsabilità educativa verso giovani o caritativa verso anziani. Abbiamo letto autori amati o sbucati dal nulla, abbiamo partecipato a spettacoli, convegni o grandi manifestazioni come il Meeting di Rimini. Dentro i drammi della vita, abbiamo condiviso da vicino o in distanza la vicenda del terremoto. Ci troviamo cresciuti di spessore umano, nella dimensione del cuore e della mente. In fondo alla strada, ci accorgiamo di amare di più Gesù, per una familiarità accresciuta, sorpresi perché il primo incontro ancora ci affascina e ci provoca. È diverso e più umano guardare la famiglia, la comunità, gli amici e il mondo intero con lo sguardo amorevole di Cristo, come santa Madre Teresa. Ci sollecita il desiderio che questo continui ad accadere nella normalità dei giorni, senza rinchiuderci nella monotonia che spegne la domanda e arrotola in anticipo l’attesa. La miccia del desiderio accende il cuore al di là di programmi o ricette, come testimonia la lieta meraviglia di certe persone anziane.

Ma possiamo aver percorso anche il secondo sentiero dell’estate, quello basso. L’estate come pausa, interruzione, presa d’aria. Abbiamo dormito di più, riposato di più, e magari ci siamo annoiati di più. Svago senza spessore, senza scoperta, senza emozioni che non fossero lampi subito spenti. Forse qualche scappatella e qualche avventura hanno lasciato il cuore ferito di una felicità breve e inconcludente, aprendo un vuoto di nostalgia che appesantisce la giornata.

Ed ecco, improvvisamente, si spalanca un nuovo portale: e se tutta la vita fosse una vacanza? Se l’intera vita fosse la sorpresa della vicinanza del Signore, di un’attrattiva che prende occhi e cuore, rendendoci capaci di scendere a valle o di salire in vetta, pronti ad attraversare il tunnel o a camminare nel deserto? Agli ultimi tornanti dell’anno della Misericordia, il Padre ancora ci attende alla soglia di casa. Nella Chiesa di Dio – ricorda Papa Francesco – c’è posto per tutti, un posto per noi. Spalancati alla grazia e pieni di domanda, scrutiamo ogni giorno la vela che sale all’orizzonte.

don Angelo Busetto