Gli corre incontro…

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PAROLA DI DIO – 24ª domenica del tempo ordinario C

LETTURE: Es 32,7-11.13-14; Dal Salmo 50; 1Tm 1,12-17; Lc 15, 1-32

Gli corre incontro…

Es 32,7-11.13-14. “Il Signore si pentì del male che aveva minacciato…”.

Una delle più belle parti dell’Esodo è ai capitoli 32-34. Essa rivela il rapporto tra Dio e il suo popolo anche quando il popolo viene meno alla fedeltà. Se da parte dell’uomo c’è disponibilità alla conversione, da parte di Dio c’è disponibilità al perdono. Il peccato è peccato e porta con sé le conseguenze sull’uomo, ma la misericordia di Dio è immensamente più grande del peccato dell’uomo. Ma veniamo al testo, vedendone i tre passaggi principali. “Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati d’innanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto”. Il peccato dunque è non riconoscere Dio e la sua azione salvifica, attribuendola ad altri, all’idolo che Israele si è costruito (perversione). Isaia direbbe: “Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo d’Israele, si sono voltati indietro” (1,5). La radice del peccato è l’ostinazione a dire di no a Dio e alla sua rivelazione, a non obbedire alla sua Parola. Questo è il senso dell’espressione: “È un popolo dalla dura cervice”. Ancora Isaia direbbe: “Hanno rigettato la legge del Signore degli eserciti, hanno disprezzato la parola del Santo d’Israele” (5,24b9). Cosa dovrebbe succedere al partner che ha violato l’alleanza cui aveva promesso fedeltà, come leggiamo poco prima in Es 24,7: “Quanto ha detto il Signore lo eseguiremo e vi presteremo ascolto”? Va punito e l’alleanza decade! Ma rimane qualche altra possibile alternativa? Sì, l’intervento di ‘mediatori’ fedeli ai due partner: Mosè, Abramo, Isacco, Israele! Questi non sono che l’anticipo di Colui che sarà il ‘mediatore perfetto tra Dio e gli uomini, fedele a Dio e misericordioso verso gli uomini’ (Ebr 2,16-17) Gesù Cristo. Mosè porta l’argomento decisivo, la natura di Dio e la sua promessa: “Hai giurato per te stesso”. La salvezza promessa non poggia sulla fedeltà dell’uomo, ma sulla fedeltà di Dio. Conclusione: “Il Signore si pentì del male che aveva minacciato…”. Un giorno il profeta Osea metterà in bocca a Dio queste parole e nel suo cuore questi sentimenti: “Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Efraim, perché sono Dio e non un uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò nella mia ira” (Os 11,9).

Dal Salmo 50. “Ricordati di me, Signore, nel tuo amore”.

Il salmo 50 nella sua prima parte (vv. 3-11) è una confessione del peccato come realtà che invade la vita dell’uomo, di cui l’uomo si rende responsabile e da cui però non si può liberare da solo. Nella seconda parte (vv. 12-21) passa poi a cantare la grazia del Signore e la sua azione nell’uomo. Oggi ascoltiamo l’invocazione fondata nella sua “grande misericordia” dell’intervento liberatore di Dio: “cancella … lavami … mondami”. L’azione di Dio, però, non solo toglie il male ma ricrea nuovamente: l’uomo perdonato diventa nuova creatura, resa forte per resistere a nuove cadute o violazioni dell’alleanza. Infine, Dio non stia lontano dall’uomo né l’uomo sia privato del dono della partecipazione alla sua santità. Il peccatore davvero pentito e perdonato tornerà a lodare il Signore sapendo che proprio la conversione lo rende a lui gradito più di qualsiasi atto di culto: “uno spirito contrito … un cuore affranto e umiliato”.

1Tm 1,12-17. “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori…”.

Il ringraziamento di Paolo è fondato sul confronto tra la sua situazione attuale di apostolo di Gesù e quella precedente di “bestemmiatore, persecutore, violento”. La radice di questo cambiamento sono state la misericordia che Gesù Cristo gli ha usato e la grazia che lo ha portato alla fede e all’amore di Gesù Cristo. Questa è stata la sua esperienza che lo ha trasformato da grande oppositore ad apostolo e servo di Cristo. Dalla sua esperienza scaturisce la sua professione di fede: “Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori”. Questa certezza gli permette anche di non nascondersi davanti a Lui e di confessare anche il suo peccato. Paolo a sua volta diventa segno di quella misericordia che lui ha sperimentato. Il ringraziamento si conclude tributando onore e gloria “al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile, unico Dio”.

Lc 15, 1-32. “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”.

Gesù riceve pubblicani e peccatori e mangia con loro per provocare la loro conversione. Secondo l’insegnamento tradizionale invece Egli dovrebbe tenersi lontano da loro. Ma qual è la volontà di Dio a questo proposito? Sbaglia Gesù o sbagliano scribi e farisei? “Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una…? Quale donna se ha dieci dracme e ne perde una…?”. Come il pastore va in cerca della pecora perduta e la riporta a casa tutto contento di averla trovata o la donna mette sottosopra la casa per trovare la dracma perduta e poi fa festa con le amiche per averla trovata, “così vi dico c’è gioia davanti agli angeli (Dio) per un peccatore che si converte”. Ecco perché Gesù si comporta così, perché così fa Dio. Anzi, Dio fa ancora di più. Di fronte ad un figlio che si allontana da lui, sperpera in breve tempo i beni ricevuti dal padre, precipita in condizione di servitù e poi ritorna a casa per trovare di che vivere, anziché punirlo e cacciarlo, gli corre incontro, lo abbraccia, lo riveste con gli abiti più belli e indice una grande festa. Perché? “Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. Per Dio padre il figlio rimane sempre figlio, ne soffriva la lontananza ed ora gioisce perché è ritornato! Gesù dunque fa come il padre celeste! E i farisei e scribi? Sapranno fare altrettanto o saranno come il fratello maggiore, che, senza amore né compassione per il fratello minore, non vuole partecipare alla festa per il suo ritorno. Correrà come il padre, incontro al fratello per baciarlo e abbracciarlo?

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.33 – 11 settembre 2016