“Non vorrei che tensione e paura venissero strumentalizzate”

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LA GMG SFIDA ANCHE IL TERRORISMO

Mons. Galantino ribadisce la necessità di reagire in maniera razionale per una società riconciliata

“Non vorrei che tensione e paura venissero strumentalizzate”

Dalle pagine del “Corriere della Sera” mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, dalla Polonia dove si trova per la Giornata mondiale della gioventù, mette in guardia dalla strumentalizzazione della paura. Alla domanda sulla paura dei genitori e dei ragazzi presenti alla Gmg a Cracovia, mons. Galantino risponde che “alla luce delle cronache che rendono buio questo periodo, la preoccupazione è comprensibile e non vorrei passare per uno che dispensa parole di rassicurazione a buon mercato, nonostante l’impegno e la cura posti sia dalla sicurezza che dalla nostra pastorale giovanile”. “Quello che posso assicurare, però – prosegue il segretario generale della Cei -, è la gioia consapevole che si respira tra i nostri ragazzi e che avvolge i momenti di riflessione e quelli di festa.

Per le strade le voci dei giovani intrecciano lingue diverse e dicono la loro disponibilità a incontrarsi in maniera spontanea e costruttiva: l’esatto opposto della reazione che i terroristi vorrebbero suscitare”.

Mons. Galantino spiega che la notizia dell’attentato ha raggiunto i vescovi italiani nel momento in cui davano inizio al loro incontro: “Ci siamo ritrovati accomunati nel dolore e nello sgomento. La nostra preghiera è stata anzitutto di solidarietà con la comunità di Rouen, colpita nei suoi fedeli e nel suo pastore, morto come martire”. E la paura? “Inutile girarci attorno – commenta -: oltre all’indignazione, la tensione e la paura crescono ed è comprensibile; non vorrei però che venissero strumentalizzate ad arte. Il cristiano non è certo un ingenuo, ma non si lascia nemmeno travolgere da reazioni puramente istintive.

Per questo come vescovi siamo subito usciti con una nota che invita a evitare logiche di chiusura e di vendetta, per contribuire alla costruzione di una società riconciliata e aperta alla speranza”. E sull’accoglienza ribadisce: “Il mio invito all’accoglienza era e rimane fortemente ispirato al Vangelo. È fin troppo facile speculare su momenti drammatici come questo. Oggi più che mai dobbiamo, invece, rifuggire semplificazioni e stereotipi, per guardare con intelligenza una realtà che ha bisogno di gente capace di reagire in maniera razionale ed efficace: che non significa, ripeto, in maniera superficiale e buonista”. “Nei confronti dei musulmani – conclude mons. Galantino -, e non mi riferisco ovviamente ai fanatici o agli integralisti, come di ogni persona che bussa alla nostra porta e tende la sua mano, non abbiamo alternativa all’integrazione, nel rispetto della nostra cultura e delle nostre leggi. Non vedo davvero altra prospettiva sia dal punto di vista sociale che ecclesiale che possa guidare la costruzione di una città aperta e di una Chiesa che, come richiama papa Francesco, ‘non è una dogana, ma la casa del Padre dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa’”.