“La tenda di Sara”

TendadiSara
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Sottomarina – Parrocchia Buon Pastore – Caritas

Inaugurazione del Centro di accoglienza, “opera-segno” diocesana, con la presenza del cardinale Pietro Parolin mercoledì 3 agosto

“La tenda di Sara”

Dopo circa tre anni di lavoro e di esperienza sul campo, parte ufficialmente il Centro di Accoglienza “La Tenda di Sara”, opera-segno voluta dal Vescovo di Chioggia mons. Adriano Tessarollo. L’inaugurazione avverrà mercoledì 3 agosto alle ore 20.45 presso i locali della Parrocchia del Buon Pastore a Sottomarina con la presenza del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.

La Tenda di Sara vuol essere un luogo e uno spazio preposto per l’accoglienza e l’ospitalità temporanea di persone singole e/o famiglie in situazione di marginalità o di difficoltà economica. Già l’indicazione dei possibili utenti rappresenta un grado di difficoltà linguistica nell’identificare chi potrà usufruire di questo servizio territoriale messo a disposizione dalla Diocesi.

Più opportunamente il Centro di Accoglienza può definirsi il superamento concettuale e pratico del dormitorio. Fino a non molti anni fa la soluzione e il rimando per chi aveva perso la casa era la prospettiva di inserirsi in quelle strutture che si prefiguravano come definitive: il dormitorio per avere un tetto; la mensa dei poveri (o mensa sociale) per poter avere uno più pasti caldi. In questo senso la Tenda di Sara è il superamento del dormitorio come l’Emporio della Solidarietà – altra opera segno in quest’anno Giubilare – è il superamento, o l’integrazione, della mensa, nel più vasto concetto del ciclo alimentare.

È stato un lavoro concettuale non facilissimo far ‘entrare’ prima di tutto nel mondo Caritas una nuova prospettiva di lavoro con i cosiddetti senza fissa dimora (con tutta l’ambiguità che questa affermazione porta con se…) e di riconsiderare il Centro di Accoglienza come un tassello di un più vasto percorso di housing sociale, cioè di acquisizione di autonomia da parte del soggetto svantaggiato/marginale che ha nella casa e nella sua gestione il punto centrale. Si parte dall’idea che la casa non è solo spazio fisico-abitativo, ma è soprattutto spazio e luogo identitario, è cioè quella ‘situazione’ dove la persona può – se ben accompagnata – rendersi protagonista di un processo positivo di consapevolezza di se; nel linguaggio della programmazione sociale si chiama empowerment. Non basta quindi dare un tetto (o un pasto) per far crescere la persona: c’è bisogno di un accompagnamento professionalmente qualificato, dove la formazione e l’investimento sugli operatori è fondante. L’esperienza che la Caritas ha fatto e sta facendo nel territorio diocesano si declina poi in quella particolare modalità di housing – di disponibilità dello spazio identitario/abitativo – che si definisce come housing first, cioè la casa subito, non attendendo che la persona diventi ‘brava’ ed abbia il premio. La casa subito vuol dire che viene stipulato un patto all’inizio del percorso e che già da subito viene messa a disposizione una unità abitativa da viversi da solo o in comunità. Da ciò ne conseguono poi regole, ruoli e compiti da rispettare. In questo senso l’opera segno diocesana è fortemente connessa con lo sguardo e le prospettive di politiche sociali che l’Ente Pubblico – in primis le municipalità, che vorranno usufruire del servizio – andrà ad elaborare in sinergia con il progetto abitativo.

Il Centro di Accoglienza è strutturato attraverso la composizione di moduli abitativi, con appartamenti autonomi di diversa grandezza e capienza. Non ci sono gli stanzoni dove potevano dormire gruppi consistenti di persone che poi ogni mattina dovevano lasciare il dormitorio, anzi la cura dello spazio abitativo da effettuarsi durante il giorno rappresenta la prima forma di lavoro… nel contempo a fianco del Centro di Accoglienza si sono presi in affitto degli appartamenti dove le persone proseguiranno i percorsi di autonomia (esperienza già in atto).

Il simbolismo del nome è abbastanza chiaro: “La Tenda” è luogo dell’incontro di Abramo e Sara con i messaggeri di Dio, nel poco ospitale spazio desertico. Luogo d’incontro, di sosta e di relazione; ma anche luogo di scoperta di nuove identità possibili. “La Tenda” è e rimane un luogo provvisorio, quindi non definitivo, come vuol essere uno spazio di ripartenza. “La Tenda di Sara” vuol dire anche luogo di accoglienza femminile, luogo di rielaborazione dei vissuti, dove sono gli ospiti a dire parole nuove. Nel logo abbiamo raffigurato, in forma stilizzata, la Tenda con le sue cuciture. Così come la Tenda è fatta da vari pezzi di stoffa insieme cuciti, allo stesso modo nella Tenda dell’accoglienza, le persone possono ricucire i pezzi dispersi e frammentati della propria vita. Perché ciò possa avvenire c’è bisogno di tempo, di competenze, di empatia, di capacità di entrare simbolicamente insieme nella Tenda, cioè nella vita degli altri.

L’intervento strutturale è stato possibile grazie alla disponibilità del Fondo CEI per ristrutturazione di ambienti per finalità caritative (€ 100.000), dei Fondi Diocesani dell’otto per mille per opere di carità (€ 40.000) e del Fondo otto per mille della Caritas Diocesana di Chioggia per progetti riguardanti la quota che Caritas Italiana mette a disposizione delle Caritas Diocesane (€ 30.000). Per l’esecuzione dei lavori la Caritas ha coinvolto, oltre alle ditte già conosciute, anche personale delle Cooperative Sociali presenti nel territorio.

L’appuntamento, come prima accennato, vedrà la presenza del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin che, invitato dal Vescovo, ha accolto la proposta di presenziare alla serata di conoscenza, di ascolto, di riflessione e di preghiera.

(m. c.)

 

(da “Nuova Scintilla”, n. 30 del 31 luglio 2016)