Un prete davvero santo

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PADRE RAIMONDO CALCAGNO

Ricorrenza importante per i devoti: 52 anni dalla morte del ”venerabile”

Un prete davvero santo

Ecco un altro anniversario da non dimenticare: si sfogliano pagine di una vita esemplare. Preghiere, lacrime, emozioni, serti irrorati d’amore… danno radici alla memoria superando il nebbioso confine del tempo.

Alle prime luci dell’alba di quel torrido 18 luglio 1964 (52 anni fa) cessava di vivere padre Raimondo Calcagno, “Il Padre” (così era conosciuto), le mani giunte, gli occhi rivolti in altro, rapito in estasi. Una pia morte. Aveva 76 anni. Si era chiusa una favola bella, ma “per tutti i suoi fioi – scrive don Agostino Bonivento – si schiudeva un orizzonte di cielo dove ormai si trovava ad attenderli col suo sorriso e la sua bontà un vecchio prete dell’Oratorio che aveva voluto santificarsi servendo e pregando senza sosta tutti i giorni della sua vita”.

Era morto un prete santo che aveva segnato un’epoca con la sua esistenza, fatta di sacrificio, di zelo per le anime, di senso di mortificazione, di studio indefesso, di lavoro ascetico nel confessionale e nella direzione spirituale. Un uomo di Dio che si era dedicato a tutti, senza risparmiarsi, con equilibrio, umiltà e letizia cristiana, personificazione della bontà (oggi diremmo padre misericordioso), sempre in preghiera, sempre con i ragazzi, in continua attività: una storia di carità.

“La santità di vita – ricorda don Agostino nella sua agile biografia “Lasciateli giocare” – traspariva in modo così netto che il popolo lo avvicinava sempre con venerazione”, riaccendendo sorrisi in nome di un dono ricevuto il giorno dell’ordinazione sacerdotale. Gli fa eco il vescovo Alfredo Magarotto all’apertura della causa di canonizzazione: “Educatore impareggiabile di ragazzi e giovani, nello stile di San Filippo Neri, guida spirituale di seminaristi, sacerdoti, laici, prudente formatore di coscienze, versatile di ingegno, colto, amante della musica, profondamente inserito nel contesto sociale e religioso della sua Chioggia, della quale seppe interpretare l’anima più vera”.

Anche oggi, particolarmente oggi, c’è bisogno di santi, di santi vicini ed eloquenti come appare padre Raimondo, umile e luminoso nella sua dedizione incondizionata. La gente di Chioggia potrà avere un intercessore tutto “suo”, ma soprattutto un esempio da imitare. La Chiesa gli ha già riconosciuto la pratica straordinaria (“eroica”) delle virtù teologali e cardinali definendolo “venerabile” (7 novembre 2014): per la canonizzazione non resta che avallare un miracolo ottenuto per sua intercessione.

Egli – a distanza di cinquant’anni – nell’anniversario della nascita al cielo che ricorre lunedì 18 luglio 2016 – è ancora vivo nell’animo di tante persone. Ora è nella chiesa dei Filippini, dono grande, tanti ricordi, luminosi insegnamenti, meta di devoti e di passanti che si raccolgono in preghiera presso la sua tomba (o accanto alla sua riproduzione fotografica che ne ritrae l’aspetto paterno e sorridente) per trovare conforto nella quotidianità e per chiederne al Signore la glorificazione, mentre suggerisce una parola buona e ricorda: “Soli Deo gloria” (solo a Dio la gloria). “I santi – ha scritto l’ex allievo oratoriano Sante Domenico Sfriso – lasciano sempre una traccia!”.

R. Chiozzotto

Nella foto: la devozione.