Misericordia e compassione

Chioggia-Papa
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LA DIOCESI DI CHIOGGIA A ROMA PER IL GIUBILEO

Parole e sentimenti impressi nei 750 pellegrini che hanno incontrato papa Francesco

Misericordia e compassione

Non è stato facile radunare 750 fedeli provenienti da quasi tutte le parrocchie della diocesi con una quindicina di pullman; alcuni in pellegrinaggio per più giorni, altri in “toccata e fuga” per partecipare all’udienza di papa Francesco, passare la Porta Santa e unirsi alla celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro vescovo Adriano all’altare della Cattedra, con più di venti presbiteri e animata dal coro Tullio Serafin di Cavarzere. Ma ci siamo riusciti, e alle 8 eravamo già sistemati nel settore San Pietro, praticamente il primo del lato sinistro della piazza davanti al sagrato.

Il sole asciugava l’abbondante acqua caduta in questi giorni, anche se ogni tanto si lasciava coprire da una nube provvidenziale. Vescovo e vicario generale erano un punto di riferimento lassù, vicino al papa, e il senso di appartenenza alla Chiesa locale era avvertita in maniera del tutto speciale. È’ bastata la citazione del nome della diocesi da parte del cerimoniere, il nostro presbitero don Vittorio Vianello, per suscitare l’applauso entusiasta.

È’ stato proclamato in tutte le lingue il brano del Vangelo di Luca che narra l’evento della guarigione del cieco di Gerico. Sulla strada, luogo di socialità e di incontro, egli giaceva emarginato mendicante. Vincendo la stizza della folla, Gesù gli si fa prossimo chiedendo con lo spirito del servo: Cosa vuoi che ti faccia?

Gesù che passa diventa, come l’angelo nella notte della liberazione della schiavitù d’Egitto, la Pasqua per quell’escluso e per tutti coloro che gli gridano, con la voce della fede: Abbi pietà di noi! Volevano farlo tacere e ora testimonia, e tutto il popolo dà lode a Dio.

Il vescovo Adriano ha celebrato con un formulario e una liturgia della Parola incentrati sul tema della Misericordia. Siamo entrati tutti attraverso la Porta Santa e ci siamo raccolti commossi attorno alla tomba di Pietro. Una parola fra tutte: compassione. Ha fatto sintesi di quanto risuonato in questa esperienza intensa vissuta con tutte le nostre energie e impressa attraverso tutti i nostri sensi: sguardo, udito, il profumo della solennità del luogo e il tatto di innumerevoli mani protese verso di lui, il pontefice, papa Francesco.

Non può più essere tutto come prima. La parola era rivolta a noi in modo speciale: da mendicanti a discepoli grazie alla sua misericordia, da infastiditi ad annunciatori grazie allo sguardo della fede, da massa di curiosi a popolo della Pasqua.

Una bella pagina di storia da scrivere negli  annali della nostra diocesi di Chioggia!

(F. Z. – A. A.)

Dal settimanale diocesano “Nuova Scintilla” del 19 giugno 2016

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