Il cammino verso il matrimonio

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SGUARDO PASTORALE

Il cammino verso il matrimonio

Il capitolo 6° dell’Esortazione presenta alcune prospettive pastorali per un annuncio più incisivo e aggiornato del Vangelo della famiglia. È stata una preoccupazione costante nella Chiesa e deve continuare ad esserlo con due accorgimenti sostanziali: che “le famiglie possano essere sempre più soggetti attivi” e che i ministri ordinati ricevano “una formazione adeguata per trattare i complessi problemi attuali”. Su questo secondo argomento il Papa invita a guardare anche all’esperienza “della lunga tradizione orientale dei sacerdoti sposati” e soprattutto sollecita iniziative interdisciplinari per una “formazione più ampia dei seminaristi sul fidanzamento e sul matrimonio”. Non potranno poi mancare operatori laici preparati non solo dal punto di vista teologico ma anche da quello della professionalità e delle scienze umane, in particolare per affrontare “particolari situazioni di emergenza determinate dai casi di violenza domestica e di abuso sessuale”, e per integrare “il valore fondamentale della direzione spirituale”.

L’accento viene posto in particolare sulla preparazione dei giovani al matrimonio, che dovrebbe coinvolgere l’intera comunità, radicarsi nel cammino dell’iniziazione cristiana, e svilupparsi, soprattutto nella fase conclusiva, nella partecipazione alla vita ecclesiale. La comunità cristiana nel momento in cui “accompagna il cammino d’amore dei fidanzati” arricchisce il tessuto delle proprie relazioni, perché si mette in rapporto con i singoli, i gruppi e le famiglie nella ricerca della qualità dell’annuncio, che si stabilizzerà in un “percorso” se sarà “attraente e cordiale”. Questa preparazione deve affrontare con concretezza il senso della vita coniugale e familiare, per evitare le conseguenze dolorose a cui assistiamo. I giovani devono poter rispondere sinceramente alle domande su “ciò che ognuno si aspetta da un eventuale matrimonio, il proprio modo di intendere quello che è l’amore e l’impegno, ciò che si desidera dall’altro, il tipo di vita in comune che si vorrebbe progettare”, così da verificare la solidità del loro desiderio e della sua attuazione. Non basta essersi “divertiti insieme”, avere fatto “esperienze insieme” se non si è “affrontata la sfida di mostrare sé stessi e di imparare chi è realmente l’altro”. L’obiettivo, poi, di questa preparazione è che i “fidanzati non vedano lo sposarsi come il termine del cammino” ma diventino capaci di assumere “il matrimonio come una vocazione che li lancia in avanti, con la ferma e realistica decisione di attraversare insieme tutte le prove e i momenti difficili”. Al di là delle preoccupazioni legate agli ingredienti della festa, molto accentuati consumisticamente, i fidanzati vanno aiutati a capire e a vivere la forza del sacramento che celebrano, e le loro nozze, preparate con la preghiera, sostenute dall’ascolto della Parola opportunamente scelta, focalizzate sullo scambio delle promesse contenute nel consenso, implicheranno “una totalità che include il futuro” così che anche per loro non venga mai a mancare il “vino nuovo dell’Alleanza con Cristo

don Francesco Zenna