Pentecoste di maggio

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I GIORNI

Pentecoste di maggio

Ha detto Papa Francesco al Convegno di Firenze lo scorso novembre: «Per favore, non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico». Scendendo dal balcone in questo mese di maggio si aprono diverse strade. In primis la preghiera del Rosario lungo le calli. La nutrita compagnia di persone che si ritrova con fedeltà ogni sera cammina per strade vuote, mentre rare finestre accese bucano i muri delle case. Qualche macchina di chi arriva dal lavoro o parte per un appuntamento, esce di calle con oculata manovra. Chioggia di sera è una città che muore. Qualcuno racconta dei rosari di una volta, nei pomeriggi in calle: le donne indaffarate ai telai, oppure alla sera – interrotti giochi e lavori – ragazzi e adulti attorno ai capitelli illustrati dalle toléle. Oggi la fede fiorisce con altri testimoni.

In seconda battuta, questo mese di maggio accende la piatta normalità della vita ‘pensionata’ con i guizzi delle settimane preelettorali. Da ogni dove, dalle frazioni e dal centro, sbucano sfilze di nomi appena conosciuti o ignoti. Sopravanzano le donne, e l’agone politico si intreccia con l’ambito religioso per similari richieste di protagonismo. Persone aitanti e sorridenti accostano la gente in strada o la interpellano nei negozi, mandano sms o infilano pressanti lettere nella cassetta della posta. Si percepisce un entusiasmo sincero, si notano movimenti di persone che vogliono reagire al degrado di zone della città; qua e là piccole compagini si assembrano e si rimescolano.

Com’è scritto sul risvolto di un libro che prova a ‘Camminare sull’acqua’ i cristiani son chiamati a fare bello il mondo: casa, famiglia, lavoro, rapporti umani. La fede in Gesù apre a una mossa che vuole arrivare a scuotere anche l’impaccio burocratico della ‘macchina del Comune’. Nel frattempo la cronaca televisiva non ci risparmia la presunzione del primo della classe che non giura sul Vangelo (meno male!) e proclama giorno di festa quello dell’approvazione delle unioni civili. Giorno di lutto piuttosto – dice l’uomo di buon senso – che diminuisce ancor più la possibilità di nascere, e non sostiene le famiglie reali. La torre di Babele si innalza ancora nella confusione delle lingue, mentre invece lo Spirito Santo crea persone diverse l’una dall’altra, e da tutte insieme compone l’unità e moltiplica le energie.

La Pentecoste di maggio invita a non fermarsi a guardare dal balcone, nemmeno da quello della tv o dei tablet, ma a scendere in piazza, impegnandosi nei rapporti umani, in vista di un bene desiderato e amato, in una dedizione sincera e aperta. Vita cristiana e politica si guardano e si interpellano. Lo Spirito può ancora generare uomini e donne ricchi di umanità per rinnovare la faccia della terra.

don Angelo