Italiani nel mondo, oggi

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La storia quasi dimenticata di chi emigrò dall’Italia. Ma le emigrazioni continuano…

Italiani nel mondo, oggi

L’arrivo sul soglio di Pietro di un papa argentino con nonni emigrati piemontesi: e di colpo se lo sono ricordati tutti che anche noi siamo stati terra di emigrati. C’erano stati alcuni libri, negli anni ’90, al tempo delle prime emigrazioni di massa dall’Albania; qualche fiction televisiva per il tempo che dura. Ma a differenza da quanto avviene in nazioni meno popolose della nostra (Portogallo o Polonia, per dirne un paio), in Italia non lo sapevamo di essere terra di emigranti: l’emigrazione italiana era una sorta di capitolo snobbato della storia ufficiale, quella che si insegna ed impara a scuola. L’attualità, poi, ha fatto il resto. Siamo divenuti terra in cui si emigra (per la verità, nella maggior parte dei casi: si transita).

Diversa dall’emigrazione dei primi del Novecento e anche dell’ultimo dopoguerra, un’emigrazione italiana continua anche ai nostri tempi. I numeri sono inequivocabili. Nell’ultimo decennio la partenza dall’Italia è aumentata del 49%, con italiani soprattutto diretti verso i paesi che nel mondo sono maggiormente cresciuti nell’ultimo decennio, come l’Argentina, la Germania e la Svizzera, tutti e tre paesi del resto che vantano una antichissima tradizione di emigrazione dall’Italia. Nell’intero 2014, ultimo anno con dati completi, hanno trasferito la residenza all’estero 101.297 cittadini italiani, in prevalenza uomini, celibi, tra i 18 e i 34 anni, in prevalenza del Nord Italia.

La chiesa italiana ha una lunga storia di impegno a favore della diaspora italiana. Attualmente nel mondo sono 366 le missioni cattoliche italiane, in 39 nazioni nei cinque continenti. Una rete sinergica con oltre 600 operatori specificatamente in servizio per gli italiani, laici e laiche, consacrati e religiosi, sacerdoti diocesani e religiosi. Una rete sinergica che segue i cambiamenti e l’evoluzione del complesso tema sociale che è la mobilità umana. Un servizio ecclesiale non più riservato in modo esclusivo alla cura degli emigrati di seconda e terza generazione, ma in cerca di nuove forme che rispondano alle nuove forme di emigrazione: è dell’ottobre 2014, ad esempio, l’apertura di una missione cattolica per gli italiani (50.000 persone) residenti a Barcellona. L’ottica è quella della condivisione della fede (‘fidei donum’), in sinergia con le chiese locali che accolgono nuove forme di servizi pastorali, a fianco delle nuove emigrazioni.

Antonio Chiereghin