La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio

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CHIOGGIA, VIGILI DEL FUOCO. Festeggiata Santa Barbara

La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio

Il distaccamento dei Vigili del fuoco di Chioggia ha voluto riprendere la tradizione di festeggiare la patrona santa Barbara. L’autorimessa di Riviera Caboto è diventata per un’oretta luogo di culto. Un crocifisso sagomato con le manichette rosse dell’acqua su una croce di scale; due lance a sostenere i ceri accesi, come anomali candelieri; il tavolo come altare, impreziosito da un florido ciclamino; e le panche ad ospitare una trentina di operatori in servizio o in pensione: questo il quadro di un’esperienza molto significativa per il chiaro richiamo alla fede che guida quella che è una vera e propria missione, più che una semplice professione.

Lo hanno sottolineato i vigili stessi raccontando le loro uscite, con la soddisfazione dei risultati ottenuti, che pagano più dello stipendio, e il rammarico delle sconfitte dovute alla forza della natura a volte indomabile e devastante. Lo ha ricordato il Vicario generale, mons. Francesco Zenna, che ha presieduto l’Eucaristia. Partendo dal brano del Vangelo dei due ciechi che gridano a Gesù il loro disagio e invocano il suo intervento, egli ha cercato di interpretare le situazioni in cui anche i vigili del fuoco si vengono a trovare: la paura della gente, le situazioni critiche, l’attesa di un intervento risolutivo, il coraggio di una risposta che può a volte mettere anche a repentaglio la propria vita. Citando una preghiera del XIV secolo, che recita “Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani per soccorrere l’uomo d’oggi…”, il Vicario ha affermato: “Il vostro servizio, a volte difficoltoso per situazioni esterne ed interne (scarsità di personale, strutture insufficienti, limitate risorse), rende presente all’uomo provato e sofferente l’amore, la cura, la compassione e la tenerezza di Dio. Correndo in soccorso di chi versa nel bisogno anche estremo, con gesti concreti di solidarietà, voi diventate portatori e testimoni di speranza. Inoltre la vostra passione per il dovere, la vostra dedizione, il vostro coraggio e le vostre capacità tecniche costituiscono un messaggio positivo per l’intera società e sono un patrimonio che merita di essere coltivato dalle istituzioni”.

Non è mancato ovviamente il riferimento a santa Barbara, decapitata, dopo giorni di torture con verghe e fuoco, dallo stesso padre Dioscoro, che non accettava la sua conversione al cristianesimo. “La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio, per santa Barbara martire”, recita la preghiera del Corpo; e per l’intercessione della patrona invoca: “Signore, siamo i portatori della Tua croce, e il rischio è il nostro pane quotidiano… quando l’incendio irresistibile avvampa, bruci il male che si annida nelle case degli uomini, non la ricchezza che accresce la potenza della Patria”.  F.Z.