Il Giubileo o Anno Santo

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Storia dEL PERIODICO evento religioso

Il Giubileo o Anno Santo

L’8 dicembre prossimo papa Francesco aprirà la Porta Santa della basilica di San Pietro in Roma per il Giubileo “straordinario” del 2016 da lui indetto. La scelta di questa data non è casuale, cadendo in tal giorno il 50° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. Questa solenne e al contempo semplice cerimonia è stata preceduta da un’altra analoga (e imprevista), avvenuta il 29 novembre scorso: lo stesso pontefice ha aperto la porta santa della cattedrale di Bangui (capitale della Repubblica Centrafricana) in occasione del suo viaggio apostolico in Africa.

Ma cos’è un Giubileo? Innanzitutto diciamo che è chiamato anche Anno Santo: l’attuale è stato indetto sabato 11 aprile scorso durante la celebrazione dei primi vespri della Domenica della Divina Misericordia, nel corso della quale sono avvenute la consegna e la lettura della bolla ufficiale “Misericordiae Vultus” alla presenza del papa davanti alla porta santa della basilica sampietrina. Si tratta di un anno santo “straordinario” indetto per tenere viva, nella chiesa cattolica, la consapevolezza di essere presente nel mondo quale dispensatrice della misericordia di Dio. La Bolla ricorda, inoltre, i grandi eventi della storia della salvezza, nei quali Dio si manifesta con il suo amore misericordioso. Da notare ancora che lo stesso pontefice aveva in precedenza preannunciato il 13 marzo 2015 l’inizio (8 dicembre 2015) e la conclusione (20 novembre 2016) del Giubileo stesso.

Ma andiamo per ordine ripercorrendo la storia. Il Giubileo riprende il nome dal Giubileo ebraico, più precisamente la parola deriva dal latino cristiano “iubilaeum” (annum) dal greco “iobelâos”, di origine ebraica (da “iòbel”, cioè ‘il (corno di) ariete’, suonato per annunciare la festa religiosa). Esso viene comunemente detto “Anno Santo” non solo perché si inizia, si svolge e si conclude con solenni riti sacri, ma anche e soprattutto perché è destinato a promuovere la santità di vita. Dallo stesso vocabolo (“iubileum”) è derivato il latino “iubilum”, derivato di iubilare (= gridare”), e poi, per influsso di “iubilaeum”, ‘grido di gioia’ e poi ‘giubilo’; e ciò perché, appunto, il Giubileo segna un momento di felicità spirituale. La tradizione ebraica fissava, ogni 50 anni, un anno di riposo della terra, la restituzione delle terre confiscate e la liberazione degli schiavi. Per segnalare l’inizio del Giubileo si suonava, come detto, un corno di ariete. Anche se il fatto ha un che di leggendario, il Giubileo ha un precedente nella cosiddetta “Indulgenza dei Cent’anni”: infatti alcune fonti del 24 dicembre 1299 riportano come masse di pellegrini, a conoscenza di una tale “indulgenza Plenaria” che si sarebbe ottenuta al capodanno del nuovo secolo, muovessero verso Roma fin dentro l’antica basilica di San Pietro per ottenere la remissione completa di tutte le colpe. Sedeva sul soglio pontificio allora papa Bonifacio VIII (tristemente noto per i versi danteschi della Divina Commedia), il quale non era a conoscenza di questa usanza, ma alcuni libri parlano di un vecchio di 108 anni che, interrogato dallo stesso Bonifacio, asserì che 100 anni prima, il 1° gennaio 1200, all’età di soli 7 anni, assieme al padre, si sarebbe recato innanzi a Innocenzo III per ricevere la suddetta “Indulgenza dei Cent’anni”. Altro evento che precedette, sotto certi versi, il Giubileo fu la “Perdonanza” istituita da papa Celestino V: il 29 settembre 1294 con la “Bolla del Perdono” egli stabilì che, recandosi nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio nella città dell’Aquila, tra il 28 e il 29 agosto, veniva concessa l’indulgenza plenaria a tutti i confessati e pentiti. La Perdonanza, che si ripete tuttora, ha in comune con il Giubileo l’indulgenza in cambio del pellegrinaggio. Storicamente provato è invece il fatto che fu proprio papa Bonifacio VIII a istituire il primo Giubileo con la Bolla “Antiquorum habet fida relatio”, emanata il 22 febbraio 1300, con cui concedeva l’indulgenza plenaria a tutti coloro che avessero fatto visita trenta volte, se erano romani, e quindici se erano stranieri, alla basilica di San Pietro e San Paolo fuori le mura, per tutta la durata dell’anno 1300. Questo Anno Santo si sarebbe dovuto ripetere in futuro ogni cento anni. A questo Giubileo accenna anche Dante, sottolineando l’enorme (per quei tempi) afflusso di pellegrini a Roma al punto da istituire quello che oggi si direbbe “senso unico alternato” per i pedoni sul ponte di fronte a Castel Sant’Angelo (Inferno, c. XVIII, vv. 28-33). Nel 1350 papa Clemente VI decise di abbreviare la cadenza a 50 anni; in seguito l’intervallo fu abbassato a 33 anni con Urbano VI (corrispondenti agli anni di vita terrena di Gesù) e ulteriormente ridotto a 25 anni dai papi Niccolò V e Paolo II.

Questo per quanto riguarda gli Anni Santi “ordinari”. Ma furono indetti nel corso del tempo anche Anni Santi “straordinari”. Esemplificando, diciamo che Pio XI, venendo a tempi recenti, l’8 aprile 1933 concesse il 24° Giubileo in occasione della ricorrenza centenaria della Redenzione con la bolla “Quod nuper”, in cui esaltava la pace alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Giovanni Paolo II indisse un Anno Santo “straordinario” nel 1983 in occasione del 1950° anniversario della morte e risurrezione di Cristo e un altro nel 1999 oltre ad un Anno Mariano nel 1987-88. Papa Benedetto XVI proclamò l’Anno Paolino, uno speciale anno santo dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009, dedicato a S. Paolo in occasione del bimillenario della nascita del santo di Tarso.

L’ultimo Anno santo “ordinario” è stato il grande Giubileo del 2000 iniziato con l’apertura della porta santa avvenuta da parte di papa Giovanni Paolo II la notte del 24 dicembre 1999: questo giubileo ha assunto un’importanza particolare, perché ha celebrato i due millenni dalla venuta di Cristo sulla terra ed è stato il primo giubileo a cavallo di due millenni. Il prossimo cadrà nel 2025. Lo stesso papa ha indetto anche nel 1988 un particolare Giubileo detto della Redenzione. Oltre all’apertura della porta santa di S. Pietro, si aprono anche altre tre porte, quelle delle basiliche romane di S. Giovanni in Laterano, di S. Maria Maggiore e di S. Paolo. La cerimonia si svolge così: il papa picchia per tre volte con un martello d’argento cantando in latino “Apritemi le porte della giustizia”. Dopo di lui picchia la porta per due volte un cardinale e quindi essa si apre. Il papa la oltrepassa per primo tenendo nella destra una croce e nella sinistra una candela accesa. Il Giubileo si conclude con la muratura delle porte sante fino al successivo.

Per concludere, diciamo che ora il Giubileo è un avvenimento di portata mondiale che si svolge da più di 700 anni e che ha dovuto attraversare purtroppo, insieme all’entusiasmo e alla devozione dei pellegrini, anche pagine più nere fatte di eccessi, imprevisti, corruzione, problemi di sicurezza e manovre politiche. Insomma, senza scomodare il solito e noto principio vichiano, diciamo più semplicemente che “la storia si ripete”. Lo dimostrano i fatti di oggi.

Angelo Padoan