Recuperato un nuovo tesoro architettonico

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S’inaugura la chiesa di S. Caterina. Nuova statua della Madonna della Salute

Recuperato un nuovo tesoro architettonico

Dopo due anni esatti dall’inizio dei lavori, viene riaperta al culto la chiesa di Santa Caterina in Chioggia.  Si è trattato di un restauro integrale che ha toccato l’intero tempio (risanamento delle pareti, manutenzione degli altari marmorei e relative tele, riordino del sottotetto), il campanile (accessibilità alla cella campanaria dal piano superiore, elettrificazione delle campane), il coro monastico superiore e quello inferiore, la sacrestia e le adiacenze. Inoltre è stata montata una scala a gradini per il collegamento tra chiesa e coro superiore, installato l’impianto di riscaldamento. Dal canto suo la Bottega organaria Dall’Orto-Lanzini di Dormelletto ha provveduto al restauro dell’organo Bazzani (1864). Va detto che sono state parecchie le ditte impegnate nel paziente restauro, realizzato su progetto dell’arch. Lucio Donaggio in accordo con l’ufficio tecnico diocesano (geom. Luca Mancin): l’Impresa edile Tessarin Paolo (Porto Tolle), Tumiati Impianti (Porto Viro), Carpenteria Brenta (Chioggia), Impianti Termoidraulici Marafante (Chioggia), Falegnameria Artigiana Ballarin (Chioggia), ARC Fratelli Veronese di Valli (Chioggia), Lithos Restauri (Venezia), Elettrocampane Giacometti (Legnaro), Progetto Arte Poli (Verona), Edilpitture (Porto Viro), e i Laboratori di Restauro Alberto Sorpilli e Milena Merli (Ferrara). La ditta Art.Studio di Ortisei ha provveduto a scolpire in legno una copia della Madonna della Salute nelle forme di quella originaria seicentesca, danneggiata da un incendio nel 2004 e attualmente esposta in una grande teca nel Museo diocesano. 

Così si è completato l’arredo della chiesa, che ora brilla di nuovo splendore. Per la verità la chiesa ha ritrovato il suo antico splendore. Era sorta infatti agli inizi del ‘400, rinnovata la facciata  nell’avanzato ‘500, rifatta quasi interamente sulla metà del ‘600 (consacrata nel 1662), allestita e abbellita – come la si vede oggi – nel ‘700. L’intero restauro è stato effettuato con il contributo dell’8 per mille della CEI-Beni Culturali, con fondi della Diocesi di Chioggia e con un contributo della Regione Veneto.     Che impiego avrà l’edificio restaurato? A quanto s’intuisce, sembra che all’uso liturgico-pastorale potrà affiancarsi anche un uso culturale, dato lo spessore artistico del tempio. Sarà comunque il vescovo Adriano a decidere, valutando con i parroci della Città le varie potenzialità d’impiego per il bene spirituale di Chioggia e le più opportune da adottare, tenuta presente la vocazione turistica della Città.  Di fatto, ogni recupero architettonico e artistico brilla anche come tessera di bellezza nel mosaico di una città d’arte.

G. Marangon