Meeting delle Caritas europee

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Momento significativo nella nostra diocesi per progettare insieme. Tappe locali eloquenti

Meeting delle Caritas europee

Quali sono oggi le azioni, le progettualità che le Caritas presenti in Europa riescono ad implementare nel territorio e sulle quali iniziare un confronto di prassi e di pensiero? Per rispondere a questa domanda si è tentato mercoledì 28 ottobre a Chioggia un piccolo esperimento: sollecitati dalla Caritas Diocesana di Chioggia si sono incontrate alcune Caritas Europee, altri soggetti del mondo del Terzo Settore – Fondazioni e Cooperative – per individuare delle esperienze di accoglienza significative per affrontare situazioni di disagio e di marginalità presenti nel nostro territorio. La scelta della Caritas Diocesana di Chioggia – pur essendo una Caritas relativamente piccola – di pensare con criteri che fanno riferimento alla dimensione e alla progettualità europee, sembra si stia rivelando anticipatrice anche rispetto ad esperienze similari in Italia e – appunto – in Europa. La giornata è iniziata con la visita di una delle opere/segno che la Diocesi ha implementato nel territorio diocesano, cioè la comunità di accoglienza per minori a Porto Viro. Operativa da ottobre 2013, la Comunità “In-Patto” si configura oggi come un’esperienza che è diventata punto di riferimento anche per enti e soggetti esterni alla nostra Diocesi: questo è senz’altro un bene, perché significa che l’intuizione e la scelta di una comunità innovativa per minori nei metodi educativi ha saputo anticipare i tempi. Oggi la comunità “In-Patto” (che è gestita dalla cooperativa “Titoli Minori”) lavora in maniera particolare con minori stranieri di seconda generazione e con minori inviati dal Tribunale dei Minori di Venezia, che ha giurisdizione su tutto il Veneto. La comunità si sta sperimentando anche su percorsi di misure alternative alla pena. Dopo la visita alla Comunità Minorile, con la seconda tappa ci si è soffermati nella struttura alberghiera “Il Bragozzo” a S. Anna di Chioggia dove Caritas e Migrantes fanno da supporto all’accoglienza dei richiedenti asilo inviati dalla Prefettura di Venezia. Serrato e interessante il confronto anche alla luce degli ultimissimi eventi europei che vedono i Paesi dell’Est protagonisti dell’accoglienza e del respingimento dei migranti alle loro frontiere… Specialmente Caritas Croazia e Caritas della Repubblica Ceca hanno manifestato la difficoltà dei loro Paesi all’accoglienza.

La mattinata si è conclusa con la visita ai locali del Buon Pastore, dove si stanno ultimando i lavori di ristrutturazione per la prossima inaugurazione del nuovo Centro di Accoglienza che potrà essere uno dei segni Giubilari per l’ormai imminente Anno della Misericordia; l’accoglienza è segno di Misericordia. Al di là delle singole esperienze, che sono state poi specificate anche nel pomeriggio in una sorta di Tavola Rotonda dove si sono presentate anche le linee della sperimentazione in loco dell’housing sociale, si è confermata l’idea che il raccordo delle Caritas con la progettualità europea per il sessennio 2014-2020 è un treno che non ci è permesso perdere. Resta tutto il lavoro culturale e pastorale – proprio e specifico delle Caritas, organismi pastorali delle Diocesi – di trasmettere questa opportunità alle nostre comunità parrocchiali. In questo senso si è ripresa l’idea fondante dei Centri di Ascolto e dell’accompagnamento delle persone che si presentano con domande e richieste a volte insolubili: anche per le Caritas d’Europa presenti all’incontro si è riconosciuto necessario questo impegno prevalentemente pastorale e non gestionale. Quali conclusioni si sono potute evincere da questo primo, sperimentale incontro tra soggetti “Caritas” e del Terzo Settore? Credo alcune linee che caratterizzeranno il nostro agire nei prossimi anni. La necessità di lavorare assieme alle nostre comunità in prospettiva europea; questo a livello di scambi di esperienza e di risorse economiche. Si rivela significativa la scelta di alcune Caritas Diocesane del Veneto di avviare una collaborazione ad esperimento con un professionista di progettualità europee sull’asse della povertà e disagio sociale che vede per i prossimi sei anni in Europa la sperimentazione di nuove politiche sociali che partano da esperienza di base. La necessità di agganciare le esperienze delle Caritas Diocesane e Regionali a soggetti capaci di rielaborare i dati acquisiti per formulare nuove strategie di Welfare e di nuova economia. Si delinea la possibilità e l’opportunità di collaborazioni con facoltà universitarie che ci aiutino a far diventare ‘pensiero’ ciò che stiamo sperimentando nelle prassi. In questo senso l’incontro del 28 ottobre a Chioggia può essere considerato il primo passo di un cammino di collaborazione e di innovazione anche dentro uno scenario europeo in veloce cambiamento e trasformazione. Anche questa è un bella sfida.      

  mc