Angeli e “angeli custodi”

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In margine ad una bella festa religiosa D’INIZIO OTTOBRE

Angeli e “angeli custodi”

Chi sono gli angeli

«Angelo di Dio / che sei mio custode / illumina, custodisci, / reggi e governa me / che ti fui affidato dalla pietà celeste. / Così sia”. Questa preghierina-invocazione, imparata fin da bambini, ci è rimasta impressa nella memoria e ci torna ora utile per ricordare una festa religiosa che si celebra il 2 ottobre sotto il titolo “SS. Angeli Custodi”. Come sempre, iniziamo dall’etimologia. “Angelo” è parola derivata dal tardo latino “angelus”, derivata a sua volta dal greco “ángelos” = nunzio, messaggero; mentre il vocabolo “custode” ha un ovvio significato e indica quello che veglia su ciascuno di noi, detto anche “Angelo consolatore o tutelare”, creatura delicata e sottile, emanazione dell’energia creatrice degli Arcangeli, pura essenza d’amore, invulnerabili, incorruttibili e privi del decadimento che caratterizza gli esseri umani. Nel figurato il vocabolo corrisponde a persona che protegge, conforta e consiglia o che sta sempre accanto ad altra persona (ad esempio nel Libro di Tobia, cui si accennerà) oppure, come indica la parola stessa, aventi il ruolo di messaggeri di Dio per l’uomo (compito che più oltre si esemplificherà). Ciò detto, passiamo ad alcuni semplici spunti di angiologia, cioè quella dottrina teologica che riguarda gli angeli. Chi sono gli angeli e come si identificano? Domanda che ha una risposta sotto certi aspetti controversa, anche da parte degli stessi teologi. Secondo la religione cattolica essi sono creature celesti puramente spirituali, aventi la funzione, come detto, di intermediarie tra Dio e gli uomini, convenzionalmente raffigurate in forma di giovanile bellezza, alate, e circonfuse da raggi di luce.

Essi sono creature spirituali che vivono tra la quarta e la quinta dimensione, quest’ultima riservata agli Arcangeli, dove coabitano anche gli Angeli. Furono creati in stato di grazia, ma con facoltà di scegliere tra bene e male; infatti alcuni, caduti nel peccato e scacciati dal cielo, finirono all’inferno sotto il nome di diavoli o demòni, capeggiati da Lucifero o Satana, il dèmone ribelle, ex portatore di luce. La Chiesa cristiana primitiva ereditò il concetto di “angelo” dal mondo ebraico; nello stesso ambiente precristiano era anche comune assegnare agli angeli il controllo dei fenomeni naturali (vedi il Libro di Enoch) e in particolare identificarli con le stelle fisse e gli arcangeli con i sette astri mobili (5 pianeti+sole+luna). L’opera di riflessione dei Padri della Chiesa trovò un primo tentativo di sistematizzazione dell’angelologia nel trattato “De coelesti hierarchia”, autore un certo pseudo-Dionigi Areopagita (sec. V), convertito da S. Paolo, primo vescovo di Atene e martire, autore delle “Areopagitiche”, formate da 10 lettere e 4 trattati (tra cui quello citato) e ispirati alla filosofia neoplatonica.

L’idea di “angelo custode” si impose gradualmente nel cristianesimo primitivo grazie ad una delle prime esplicite affermazioni sostenuta da San Basilio Magno: “Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore per condurlo alla vita”. La convinzione dell’affidamento non esclusivo di ogni uomo a un angelo è in accordo ed ha i suoi fondamenti nell’interpretazione di alcuni passi scritturali (Matteo, Luca, vari Salmi, Libri di Giobbe e Tobia e in particolare nell’Esodo, dove si legge la promessa biblica “io mando un angelo davanti a te per custodirti” ((Es., 23,20) che si è realizzata per il popolo eletto. Infine la fede negli angeli custodi è ribadita nel catechismo della Chiesa cattolica all’art. 380; inoltre pare che la devozione per gli Angeli sia più antica di quella per i Santi. Tra questi quelli che hanno avuto una spiccata e notoria relazione con il proprio angelo custode si ricordano san Pietro, san Tommaso d’Aquino, san Francesco di Sales, san Francesco d’Assisi, santa Gemma Galgani, santa Francesca Romana e san Pio da Pietrelcina.

Il culto nel corso dei secoli

Fino al V secolo nessun giorno particolare era dedicato agli Angeli Custodi, il cui ufficio cadeva il 29 settembre in concomitanza con la tuttora vigente festa di S. Michele, S. Raffaele e S. Gabriele Arcangeli. L’uso di una festa particolare nacque a Valencia (Spagna) nel 1411, quando si istituì una festa per l’angelo protettore della città. Anche in Francia ci fu un’iniziativa analoga. Durante il secolo seguente l’idea si diffuse dalla Spagna al Portogallo e poi in Austria e nelle regioni italiane più influenzate dagli Asburgo. Nel ‘500 nacquero le prime “Compagnie dell’Angelo Custode”, che si diffusero ampiamente agli inizi del ‘600 sotto l’influenza della pubblicazione di diversi trattati teologici e sotto l’impulso di diversi ordini religiosi fra cui i Padri Somaschi. Dopo il concilio di Trento, la devozione per gli Angeli fu meglio definita e conobbe nuova diffusione. La spinta decisiva venne da papa Paolo V che, in una bolla del 1614, assegnò specifiche indulgenze ai membri delle suddette Compagnie, che compissero particolari atti meritori. Avvenne quindi il riconoscimento liturgico della festa. Nel “Messale romano” di papa Pio V (1570) furono indicate quattro feste consacrate espressamente agli angeli, dedicate agli Angeli Custodi (il 2 ott.), ai Ss. Gabriele, Michele e Raffaele arcangeli (29 sett.). Soppressa più tardi per un certo tempo, la festa fu ripristinata nel 1608 da papa Paolo V ed estesa alla Chiesa universale. Nel 1670 papa Clemente X la rese obbligatoria per tutta la Chiesa latina, sempre alla data del 2 ottobre. Il concilio Vaticano I del 1870 riconfermò la dichiarazione del Laterano del 1215 sulla creazione degli angeli fin dall’inizio dei tempi. Il Catechismo di Pio X recitava: “Gli Angeli sono creature perfettissime e puramente spirituali” e possono essere definiti come “sostanza intellettuale, creata da Dio e superiore agli uomini”. Essendo “puri spiriti” non possiedono corpo.

Schiere, cori e gerarchie

Nella teologia cattolica, gli angeli costituiscono la corte di Dio e ne cantano le lodi. Secondo il citato Dionigi le schiere celesti sono suddivise in 9 Cori angelici, a loro volta distinti in 3 gerarchie: 1) Angeli, Arcangeli, Principati; 2) Potestà, Virtù, Dominazioni; 3) Troni, Cherubini, Serafini (questi ultimi sono i più vicini a Dio), a capo delle quali sta l’Arcangelo San Michele.

Perché hanno le ali? Non si tratta di fantasia o di iconografia artistica. Rappresentano l’immagine più indicata per avvicinarsi nella materia, senza spaventarci e altro non sono se non il riflesso della loro essenza resa visibile e manifesta.

La presenza degli Angeli

La presenza degli Angeli è comune alla religione ebraica, cristiana e mussulmana. Quasi ogni pagina della Bibbia attesta l’esistenza di queste creature spirituali che apparvero a parecchi profeti, tra cui Abramo e Giacobbe e vengono nominati in più di 300 passi per la loro attività a favore degli uomini. Tipico l’episodio di Tobia e Tobiolo, padre e figlio, narrato nel “Libro di Tobia” dell’Antico Testamento: il secondo poté guarire il primo dalla cecità grazie ai consigli dell’arcangelo Raffaele. Numerose poi sono le presenze degli angeli nella loro veste d messaggeri: l’annuncio a Maria da parte dell’arcangelo Gabriele; l’annuncio a Giuseppe della maternità di Maria; l’annuncio ai pastori della nascita di Gesù; l’avvertimento a Giuseppe di fuggire alla strage degli Innocenti; l’apparizione di un angelo nel deserto a Gesù dopo le tentazioni del demonio o nell’orto degli Ulivi prima del suo arresto. Tralasciamo, per motivi di spazio, le apparizioni a molti Santi, di cui sono ricche le agiografie. Si scrisse dell’Angelo Custode in questi termini: “Fa per noi molto di più di quello che pensiamo poiché la sua azione è invisibile come lui”.

angelo-san-giacomoL’angelo di S. Giacomo

Chiudiamo con una curiosità locale: sulla sommità del campanile della chiesa di S. Giacomo a Chioggia, separato dalla chiesa, svetta un angelo, che funge anche da segnavento. Quando è stato sistemato? Indubbiamente nel 1894, quando fu abbattuto il vetusto campanile, costruito ancora al tempo dell’antica chiesa, ormai cadente, e nello stesso sito sostituito dall’attuale, con l’angelo in cima avente altezza d’uomo. Ciò per merito del parroco di allora, mons. Vincenzo Bellemo, promotore anche della costruzione dell’attuale altar maggiore. L’angelo fu calato a terra negli anni ’60 del ‘900 in occasione di alcuni lavori di restauro alla cupola. Fu a sua volta rimosso per la necessaria manutenzione in epoca recente tre volte: nel 1942, nel 1954 e ultimamente il 24 luglio 2009, per il restauro realizzato dalla ditta Crucianelli e rimesso al suo posto circa due mesi dopo (30 settembre).  

     Angelo Padoan