GIUNGI UN POSTO A TAVOLA” (segue…)

Facebooktwitterpinterestmail

“AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA” (segue…)

Un’amicizia senza confini

Lo scorso 26 dicembre, alcuni giovani della parrocchia di San Martino di Sottomarina, aiutati dai nostri parroci don Simone e don Pierangelo, hanno organizzato una serata in compagnia di una decina di rifugiati politici ospitati in alcune strutture della nostra città. Dopo un iniziale imbarazzo dovuto soprattutto dalla difficoltà di comunicare con questi ragazzi che non parlavano italiano, la serata si è svolta in allegria nel desiderio di stare insieme e condividere un’esperienza di comunità e di accoglienza. Alcuni di noi, sapendo parlare inglese, hanno reso più semplice il dialogo. Durante la cena preparata da noi giovani, abbiamo avuto la possibilità di conoscere la storia di queste persone rifugiate provenienti dalla Nigeria, dal Pakistan, dal Kashmir, strappati dalla loro terra perché perseguitati o per sfuggire alla guerra. Ascoltando le loro storie abbiamo capito quanto abbiano sofferto e quanto grande sia il desiderio di partire per essere finalmente liberi di vivere la propria vita e ricercare la felicità. Anche se questo significa abbandonare la propria terra, le proprie radici e le persone care. Le difficoltà che stanno affrontando non sono poche ma grazie all’aiuto dei collaboratori del Progetto diocesano di ospitalità per i rifugiati, questi ragazzi stanno cercando di trovare la loro strada. Dopo il racconto delle loro storie si è passati a un momento più gioioso con balli e canti. Non sono mancate le tante foto ricordo. Durante la condivisione finale tutti noi, giovani italiani e immigrati, abbiamo ringraziato per la gioia e la serenità con cui abbiamo trascorso la serata. In queste poche ore è nata un’amicizia che desideriamo coltivare organizzando altri momenti da condividere insieme. Nel frattempo affidiamo il nostro e il loro futuro a Colui che guida la storia degli uomini verso una meta di salvezza comune, perché solo in Lui si compie definitivamente il desiderio del cuore dell’uomo, a qualsiasi latitudine.               Giorgia

 

Testimonianza di Paola e Alberto

Siamo Paola e Alberto, due sposi che il 26 dicembre hanno condiviso il pranzo da Gianni e Liliana a S. Martino di Venezze assieme a tre ragazzi immigrati. È stato un momento importante che ha lasciato nel cuore gioia ma anche inquietudine e sta facendo nascere in noi nuovi desideri di apertura (ne stiamo parlando con altre persone). È stato gettato un seme! Sì, perché non abbiamo vissuto un’emozione momentanea ma una condivisione di vita vera che ci ha aiutati ad aprire la mente e il cuore. Se Diallo, Negasi e Feisal alla fine della giornata hanno ringraziato tanto, probabilmente è stato perché hanno veramente respirato un po’ di calore umano. Da parte nostra possiamo solo dire un grande grazie perché nel condividere la loro esperienza ci hanno indirettamente anche mostrato una fotografia di noi che non ci piace e che vorremmo cambiare, perché la chiusura di cui hanno parlato ci appartiene ancora tanto. Ma ci hanno anche fatto nascere il desiderio di cambiare, dandoci una nuova consapevolezza di noi stessi e dunque una nuova responsabilità. Ringraziamo Roberta, l’operatrice che ha permesso questo incontro con discrezione e rispetto. Ringraziamo anche la Comunità Missionaria di Villaregia che da anni ci aiuta a fare qualche concreto passo in avanti nel nostro cammino di coppia e di fede.

Testimonianza di un volontario

Domenica scorsa ero a pranzo da una famiglia, per vivere l’iniziativa di “Aggiungi un posto a tavola”. Abbiamo coinvolto anche quattro ragazzi del coro che hanno partecipato con molta gioia. E’ stata una bellissima esperienza, abbiamo conosciuto tre ragazzi della Nigeria che, grazie all’aiuto di Caterina che ci traduceva dall’inglese, ci hanno raccontato alcuni sprazzi della loro vita. I nostri italiani, con la chitarra in mano, hanno intonato canti natalizi, e il loro coinvolgimento con i ragazzi nigeriani è stato totale. Oggi ringraziamo il Signore per i doni di questo Natale. Quello che accade, oltre che destare in noi meraviglia, ci fa guardare ad ogni volto con il desiderio di poter annunciare l’unica cosa che veramente conta: l’amore di Dio Padre. Spesso non servono tante parole, ma la presenza, lo sguardo, l’accoglienza.

Parrocchia S. Spirito. “Aggiungi un posto a tavola…”

Come gruppo missionario “d. Luigi Lazzarin” abbiamo desiderato rispondere a questo invito della diocesi. E’ nostra abitudine trovarci prima di Natale in oratorio per scambiarci gli auguri. Quest’anno abbiamo colto l’occasione per trasformare questo momento in qualcosa di più bello e più importante, invitando a cena alcuni profughi. Sicuramente l’esperienza è stata a dir poco sorprendente…. All’inizio eravamo molto titubanti: chissà come andrà, e se non ci capiamo, e poi se non mangiano quello che abbiamo preparato? Tutti problemi che in un attimo si sono dileguati, appena incontrati e accolti. E’ bastato parlare la lingua del cuore che subito ogni ansia, ogni paura è svanita. La gioia di stare insieme in un attimo ha riempito la stanza, non ci capivamo tanto ma era lo stesso, perché era bello stare lì insieme anche sforzandoci di comunicare e sicuramente ci siamo riusciti, vedendo i loro sorrisi che si accendevano. Il momento più commovente è stato quando per ringraziarci hanno voluto cantare e ballare per noi. Certo loro sono artisti in questo, ma quello che ci ha fatto salire le lacrime agli occhi sono state le parole del canto che ci era stato tradotto “O Dio Onnipotente, tu che sei lassù volgi lo sguardo anche a noi che siamo quaggiù”. Era vera quella preghiera, come era vero che noi vivevamo in quel momento, in questa serata il nostro natale… sì Gesù si era incarnato, era presente nella persona di Gifz, Nelther, Izu, Omotola, Kamar. Le loro storie, la loro sofferenza ha ridimensionato il mondano dei nostri natali, ci ha fatto prendere coscienza che quella sera la nostra stanza era diventata la mangiatoia, dove Gesù veniva e che questi nostri fratelli erano il volto di Cristo. Grazie Gifz, Nelther, Izu Omotola e kamar per essere stati con noi e per averci donato la vostra presenza.