PAROLA DI DIO – Epifania

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PAROLA DI DIO

Epifania del Signore (Is 60,1-6; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2,1-12)

Viene la tua luce

Is 60,1-6: “Alzati, rivestiti di luce perché viene la tua luce”

Dopo i primi anni dal difficile rientro dei deportati nella loro terra, a Gerusalemme, finalmente il profeta intravvede che la vita torna a rifiorire, che il culto rinasce, comincia a rivivere la speranza e con essa la serenità e la gioia.“Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla su di te”.Il centro dell’annuncio è>“viene la tua luce”, ripreso con varie espressioni:“la gloria del Signore brilla sopra di te”, “su di te risplende il Signore”, “la sua gloria appare su di te”.Prima della distruzione di Gerusalemme e della deportazione di suoi abitanti il profeta Ezechiele (Ez 11,22-25), aveva annunciato che Dio stava per abbandonare la citta e il popolo, a causa del fatto che praticamente si era giunti all’apostasia o all’indifferenza religiosa. Ma ecco che ora un profeta invita alla gioia perché la ripresa della vita civile e religiosa significano che Dio torna ad essere presente nella sua città. E lo sguardo del profeta, dal presente pur sempre modesto della vita di Gerusalemme, s’innalza verso il futuro messianico, quando Gerusalemme diventerà il centro che illumina i popoli perché cammineranno alla luce del Signore che in essa risplenderà. Ad essa confluiranno i re e anche tutti i suoi figli dispersi. E grande sarà la gioia. Il Nuovo Testamento vedrà adombrata in Gerusalemme la Comunità dei salvati, pellegrini nel mondo, per la quale Cristo è “luce per illuminare le genti” (Lc 2,32) e “luce del mondo” (Gv 8,12) come anche la Gerusalemme celeste “risplendente della gloria di Dio… la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello” (Ap 21,10.23).

Sal 71: “Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra”

L’epifania celebra la manifestazione della regalità messianica di Cristo riconosciuta dai popoli. La prima parte del salmo 71, cantico liturgico che invoca la benedizione sul principe, nel giorno della sua intronizzazione, ripropone il tema della venuta dei re che portano doni a Gerusalemme, come in Is 60,6.11. Ma al centro dell’invocazione è la richiesta che il nuovo re sia giudice giusto, che realizzi il diritto, la giustizia, la pace su tutta la terra. La sua attenzione si rivolga particolarmente ai poveri che gridano ma che non trovano aiuto, ai quali non è resa giustizia, che non trovano pietà. Tale regno duri “finché non si spenga la luna”, e si estenda “da mare a mare… fino ai confini della terra”. Noi applichiamo il salmo a Cristo, re messianico, per il quale la regalità è servizio ai poveri, alla giustizia, alla pace.

Ef 3,2-3.5-6: “I Gentili sono chiamati in Cristo… ad essere partecipi alla promessa”

L’apostolo parla della sua esperienza spirituale:“come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero”.Di quale mistero si tratta? La Rivelazione che gli è venuta, come agli altri“santi apostoli e profeti”attraverso lo Spirito, riguarda il disegno di Dio su tutta l’umanità: “I Gentili sono coeredi e membra dello stesso corpo e compartecipi delle promesse in Cristo Gesù”. Dunque è abolita ogni disparità e separazione tra pagani e giudei, in quanto figli tutti dello stesso Padre e fratelli di Gesù Cristo, erede per eccellenza delle promesse di Dio. In virtù dunque dell’unione a Cristo nella fede, ogni credente è chiamato a condividere quelle promesse. In unione a Lui, come il corpo unito all’unico capo, pagani e giudei formano lo stesso corpo, la comunità vivente riunita in Cristo. Questa è la Chiesa. La missione-vocazione dell’apostolo e della Chiesa è l’annuncio di come questo ‘mistero-progetto’ di Dio si sta realizzando grazie a Cristo, che ha fatto di tutta l’umanità, giudei e pagani, un solo popolo.

Mt 2,1-12: “Dov’è il re dei giudei che è nato

Il brano del vangelo di Mt 2,1-12 è conosciuto come ‘l’adorazione dei magi’. Ma sono molti di più i personaggi messi in scena nel racconto.

Per primo è nominato Gesù, di cui si attesta la nascita e che è definito re dei Giudei, Messia e capo del popolo. Davanti a lui si prostrano i magi e lo “adorano”. Dei magi si dice che vengono dall’Oriente, quindi si tratta di stranieri. Essi giungono a Gerusalemme per cercare il bambino. Trovatolo, lo adorano, gli offrono i loro doni e ritornano al loro paese. Hanno iniziato una ricerca e questa ha raggiunto il suo scopo: “adorare il re dei Giudei”. Hanno avuto un segno, una luce che ha fatto conoscere loro la nascita di questo Re-Messia:“abbiamo visto la sua stella”.Essi non sanno però in quale parte del territorio dei giudei egli sia nato.

Ci sono i sacerdoti e scribi che, attraverso la ricerca nelle Scritture, fanno sapere dove è nato Gesù e perché sia nato lì: “E tu, Betlemme,… da te uscirà un capo…” Questo capo è il re che essi cercano. C’è poi la stella, dapprima solo annuncio della nascita di questo re, ma poi, a Gerusalemme, essa assume ruolo di guida che conduce i magi “nel luogo dove si trovava il bambino”. A Gerusalemme però la stella non si vede, ma dopo che hanno saputo dalle Scritture che devono andare a Betlemme, riappare la stella a guidarli: “Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”(Sal 119,105).

A Gerusalemme si mette in movimento un altro personaggio e dietro a lui tutta la città:Erode e Gerusalemme stessa. Erode non va alla ricerca del re e la sua agitazione contrasta con la gioia dei magi. Egli non sa nulla di un re che deve nascere. Sarà anche lui informato dalle Scritture consultate dai sacerdoti e scribi. Chiede di essere informato dai magi su questo bambino, ma per uno scopo ben diverso.

Anche i luoghi sono messi in evidenza: l’Oriente, Gerusalemme, Betlemme.L’Oriente, da dove vengono i magi, è terra di stranieri. Gerusalemme è il luogo da dove viene l’indicazione delle Scritture. Betlemme è il piccolo capoluogo di Giuda in cui nasce il “capo che pascerà… Israele” A Betlemme i magi giungono prima con le indicazioni delle Scritture e poi con la guida della stella. L’Oriente, terra di pagani, giunge a Betlemme a incontrare e adorare il re dei giudei, mentre Gerusalemme ed Erode non incontreranno il loro re finché non sarà lui ad andarvi. Per Matteo Gerusalemme non è più la città santa verso la quale dovranno affluire tutte le nazioni, ma la città che uccide i profeti e rifiuta il Messia-Re. A Gerusalemme Gesù incontrerà l’ostilità dei capi del popolo che decideranno la sua morte. Anche i personaggi tipici di Gerusalemme, sacerdoti e scribi, cercano il Messia nei loro libri, ma non lo cercano di persona e quando lui viene non lo riconoscono. I magi, invece, pagani, attingono a Gerusalemme la luce delle Scritture e giungono sino a Betlemme, si prostrano” davanti al “re dei Giudei e lo adorano… e offrono i loro doni” . Il brano del vangelo è insieme manifestazione del Messia ai pagani che lo trovano e lo adorano e denuncia a quanti avrebbero dovuto riconoscerlo e accoglierlo e invece lo hanno rifiutato o continuano a rifiutarlo. Queste nostre terre dove il vangelo è giunto fin dai primi secoli, cercano ancora, trovano, accolgono o rifiutano il Messia Salvatore?

+ Adriano Tessarollo