SPECIALE B.V. Navicella

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SPECIALE B.V. Navicella

Parrocchia Beata Vergine della Navicella. Arricchenti esperienze estive

-Investire in educazione

-Uffa, il Catechismo!

-Quarant’anni senza alba

-L’intervista

-Estate ragazzi e non solo!

 

 

 

 

 

Investire in educazione

In questi anni si va ripetendo da più parti che stiamo vivendo un’emergenza educativa. Un’emergenza come quando scoppia un incendio, o si rompono gli argini di un fiume… e bisogna correre ai ripari. Ed è vero; lo avvertono i genitori, gli insegnanti, gli educatori, e si moltiplicano le iniziative, mentre in alcuni casi si tirano i remi in barca e si sta tristemente ad osservare. Noi non abbiamo la bacchetta magica o la formula segreta per rispondere a questa emergenza; abbiamo ‘solo’ una storia iniziata con un grande educatore che ha seminato la speranza nel mondo e ha ridato vita anche a ciò che sembrava perduto. Gesù, il grande educatore che ha amato l’uomo di un amore senza confini, divino, e la Chiesa, sua continuazione nella storia, con i suoi grandi educatori, maestri e testimoni, fino a noi, alle nostre parrocchie. Non ci è permesso cedere alla sfiducia, vivere nel lamento, ma da persone vive nel grande alveo della Chiesa, ci è chiesto di ‘investire in educazione’ tutto ciò che siamo e che abbiamo. Quante persone, quante esperienze, anche tra noi, stanno investendo in tempo, energie, doni e iniziative perché i bambini, i ragazzi, i giovani e gli adulti affrontino liberi e gioiosi l’avventura della vita. Questo è il nostro lavoro, questa è la sfida a cui siamo chiamati, in questo vogliamo sostenerci.   (don Alfonso Boscolo)

 

 

Uffa, il Catechismo!

Una catechista racconta…

Chissà quante volte anche i “miei” ragazzi di catechismo avranno usato questa espressione quando, dopo una mattinata passata sui banchi di scuola, sollecitati dai genitori ad andare a catechismo, la stanchezza e la pigrizia suggeriva loro di rimanere a casa. Ma siccome sono una “inguaribile ottimista” voglio pensare che quest’anno qualche “uffa” in meno sia stato pronunciato, poiché anche per merito dei ragazzi abbiamo tentato di rendere meno scolastico e più esperienziale il percorso catechistico.

Infatti abbiamo pianificato ad inizio anno alcune attività itineranti, non d’aula. La prima proposta è stata quella di scoprire alcune realtà ecclesiali del nostro territorio ancora poco conosciute. Tra queste abbiamo scelto l’Eremo della pace, che si trova nel centro storico di Chioggia e dove abbiamo potuto ascoltare la testimonianza di padre Cesare Mucciardi, monaco di città. Dopo aver visitato la chiesa di San Francesco e l’attiguo eremo della pace, guidati ovviamente da padre Cesare, si è lasciato spazio agli interventi dei ragazzi, che ci hanno sorpreso per la quantità, la semplicità e nel contempo la profondità delle domande rivolte a padre Cesare, alle quali, con altrettanta semplicità e affabilità, egli ha risposto. Un’altra tappa che ha segnato il cammino di catechesi è stata la “domenica esemplare”, che ha dato continuità alla Messa e “mensa” domenicale in un clima di serenità, di festa, di condivisione, con protagonisti non solo i ragazzi ma anche le loro famiglie. E siccome la vita viene spesso identificata in un viaggio, noi il viaggio lo abbiamo fatto per davvero. A marzo siamo andati a Ferrara e lì abbiamo vissuto una full immersion di emozioni.

A tutto questo si è aggiunta l’esperienza del campo-vacanza. Inutile dire che è stato impegnativo per tutti: cuoche, animatrici, catechiste, don Giovanni, ma nonostante ciò è stato un momento di divertimento, di relax, di preghiera e soprattutto di forte comunione e condivisione. Sono stata veramente orgogliosa dei ragazzi che, nonostante la vivacità tipica della loro età, si sono dimostrati maturi, vivendo i momenti di preghiera della mattina e della sera silenziosi e raccolti, partecipando alla santa messa con preghiere dei fedeli pensate da loro, giocando sempre in armonia con gli altri. È rimasto in tutti noi un tale desiderio di reincontrarci da spingere alcuni a proporre, a campo-vacanza concluso, un’ulteriore giornata da passare assieme andando a vedere il sorgere del sole.

Questo in sintesi il percorso dei nostri ragazzi di prima media. Confidiamo che il prossimo anno gli “uffa” diminuiscano sempre di più, anche perché sarà un anno particolarmente importante per la vita dei ragazzi, delle loro famiglie e di tutta la comunità.   (Ada Naccari)

 

 

Quarant’anni senza alba

Sono passati tantissimi anni dall’ultima alba che ho visto, un panorama sempre suggestivo, profondamente toccante ed emozionante.

Tantissimi anni senza provare certe sensazioni, senza accorgersi delle cose meravigliose che succedono attorno a noi e per noi.

Sorge anche oggi, fra schiamazzi e risate dei ragazzi la luce di un nuovo giorno. Si tuffano nell’acqua fra i riflessi dei primi raggi e incominciano a cogliere le infinite meraviglie che ci circondano: segni e gesti quotidiani del nostro creatore.

Auguro ad ogni cristiano di non arrivare al tramonto senza essersi accorto della grandezza entusiasmante dell’alba. La luce che sorge possa scaldare ogni cuore!                                

Michela Desiderio

 

 

L’intervista

Un’animatrice (Martina) e una bambina (Anna)

Dopo aver portato a termine l’esperienza del campo scuola con i ragazzi della prima media a Coredo in Val di Non, abbiamo raccolto i loro pensieri e le loro impressioni. Ecco il risultato:

Come ti chiami?

– Anna Amorosi

– Martina Raule

Quanti anni hai?

(Anna)11

(Martina) 17

Parliamo del campo prima media… cosa ne pensi?

(Anna)È stata un’esperienza bellissima e vorrei davvero rifarla.

(Martina) È stata la mia prima esperienza da animatrice ed è indimenticabile: sebbene sia stato preparato in pochi giorni il risultato è stato molto più che soddisfacente.

Ti è servito?

(Anna) Sì.

(Martina) Sì.

Se sì, a cosa?

(Anna) A conoscere meglio le persone intorno a me.

(Martina) A maturare: ora vedo i miei ragazzi sotto un’altra luce, non sono solo delle piccole pesti, ma ragazzi dal cuore grande, pieni di sorprese, di entusiasmo.

Lo rifaresti?

(Anna) Sì.

(Martina) Sì.

Come trascorrevano le giornate?

(Anna) Camminate faticose e tanti, tanti giochi.

(Martina) Tra mille giochi e camminate: non c’era neanche un minuto di relax.

Ricordi qualcosa di particolare vissuto assieme?

(Anna) La camminata a San Romedio: è stata faticosa ma divertente e abbiamo visto paesaggi incredibili.

(Martina) Durante le camminate i ragazzi aprivano il loro cuore e mi raccontavano le loro storie, i loro problemi, mi chiedevano consigli: è bello essere dei punti di riferimento.

Del tema cosa ti è rimasto impresso?

(Anna) I giochi a stand per diventare un vero cavaliere di sette doni.

(Martina) La ricchezza dei sette doni dello Spirito Santo e come questi siano di aiuto nella nostra vita.

Cosa pensi dei tuoi catechisti? E degli animatori?

(Anna) Le catechiste ci hanno insegnato molte cose nuove durante tutto l’anno; vorrei fare tante altre esperienze anche con gli animatori.

Cosa pensi dei tuoi catechisti? E degli animati?

(Martina) L’aiuto delle catechiste è stato prezioso; i ragazzi invece mi hanno dato un sacco di soddisfazioni e momenti spassosi da ricordare.

Un pensiero serio che coltivi nel cuore dopo il campo?

(Anna) I sette doni dello Spirito Santo, sempre presenti nella vita.

(Martina) Il campo mi ha arricchita. Ho imparato che la cosa più importante è amare, donarsi: ho fatto molti sacrifici per questa esperienza, ma sono stata abbondantemente ripagata

Uno scherzoso?

(Anna) Le barzellette che raccontavano la sera erano stupende!

(Martina) I ragazzi sarebbero gli attori perfetti per un film comico.

Un’immagine per dire il campo?

(Anna) Una montagna fantastica ricca di persone fantastiche.

(Martina) Una montagna russa che va solo in salita.

Un colore?

(Anna) Giallo, il colore del divertimento.

Rosso, il colore dell’energia.

Imprevisti?

(Anna) L’infortunio di un’animatrice.

(Martina) Le zecche.

Difficoltà più grande?

(Anna) Alcuni compagni di squadra che volevano decidere tutto da soli.

(Martina) Mantenere i nervi saldi quando c’erano problemi e confusione.

La cosa più simpatica?

(Anna) Le scenette dell’ultima sera.

(Martina) Le chiacchierate con le cuoche e le scenette finali.

La gioia più grande?

(Anna) Essere stata insieme a tutti.

(Martina) Quando, ascoltando la canzone, alcuni ragazzi si sono commossi, ci hanno abbracciati e ringraziati per tutto quello che avevamo fatto per loro. (a cura di M. R.)

 

 

Estate ragazzi e non solo!

Nelle grandi avventure bisogna prevedere tutto… ma qualche volta no. Mentre scrivo, sento le grida dei bambini, ragazzi e giovani che nel gioco esprimono tutto l’entusiasmo dell’essere insieme all’Estate Ragazzi. L’esperienza è la stessa di tutti gli anni ma, come sempre, è una nuova storia. Filo conduttore il film: “Giuseppe il re dei sogni”. L’imprevisto è stato l’elevato numero d’iscritti, oltre ogni attesa (230 ragazzi e 40 animatori)! Ma non è solo questo che ci ha ‘combinato’ diversamente: ogni anno è un’esperienza nuova perché le persone maturano, alcune prendono altre strade, altre si aggiungono inaspettatamente. Esperienze come il giro in laguna, nei parchi acquatici, al maneggio o soltanto il lavoro o gioco che sia all’E.R., diventano occasioni per condividere l’amicizia attraverso lo stare assieme e conoscersi un po’ di più. Insomma ogni volta che si ricomincia è una sorprendente novità, un’estate ricca di occasioni, piena d’incontri. Ci attendono ancora altre uscite: ai bivacchi con alcuni, con altri al campo cresimandi, con altri ancora al campo del piccolo coro. La cosa bella, poi, in questo periodo, è stata vedere gli animatori diventare più maturi. Certo, di anno in anno in famiglia, a scuola, con gli amici crescono secondo il criterio normale della vita. Ma c’è anche una ragione più profonda che può far maturare il cuore e la mente di una persona ed è il fascino dello stare assieme in maniera nuova, “prendendosi a cuore” gli uni gli altri, amando il destino di chi ti è accanto. Proprio come si sentiva chi era stato incontrato da Gesù duemila anni fa. Un giovane racconta l’esperienza di quest’estate in parrocchia ed esprime il desiderio di imitare alcuni suoi amici che sanno avere uno sguardo più attento e positivo nella vita, augurandosi così di godersi di più le cose che vive. Il cuore comincia a desiderare una vita vissuta più intensamente nella fede e nella certezza di un Amico che guida ogni cosa. Anche se tutto è sempre previsto, questa non me l’aspettavo e mi ha davvero sorpreso. (don Giovanni Vianello)

 

da NUOVA SCINTILLA 31 del 3 agosto 2014