Viva memoria di Padre Raimondo

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Chiesa dei Filippini. Nel 50° della morte di P. Calcagno questa domenica celebra l’arcivescovo Dino

Viva memoria di Padre Raimondo

Esattamente cinquant’anni fa, il 18 luglio 1964, le campane delle chiese di Chioggia suonavano a stormo: era morto “il Padre” (così era chiamato Padre Raimondo). Tutti dicevano che era morto un santo. Aveva 76 anni.

Se n’è andato in punta dei piedi, alle 4 e 45, silenzioso e discreto, com’era sempre stato, all’alba del sabato seguente al Carmine, mentre la Città era ancora pigramente assonnata. Era l’ora abituale della sua solitaria preghiera nella cappellina del convento, davanti al tabernacolo, con le pratiche di pietà, la meditazione, il rosario…

 

Infaticato apostolo per oltre un cinquantennio di innumerevoli schiere di fanciulli, sapiente maestro di spirito di sacerdoti e chierici, esempio vivente di santità, si era messo nelle mani della Vergine Maria: aveva fatto del suo letto di dolore un altare, per una “messa” dove la vittima era il suo corpo offerto a lode, benedizione, gloria di Dio Padre, per mezzo di Gesù Cristo, in unione dello Spirito Santo.

Non si lamentava, era sereno, i suoi occhi erano rivolti in alto, il volto radioso, anche se il male aveva segnato irrimediabilmente la sua fine. Meraviglioso esempio di pazienza e di immolazione.

Per cinquant’anni la nostra Città lo aveva conosciuto come apostolo della gioventù, avendo compassione di tanti ragazzi poveri e orfani. La sua compassione era ad un tempo ascolto e accoglienza, misericordia e amore, tenerezza e condivisione, toccando la carne sofferente di Cristo, come dice oggi papa Francesco. Padre Raimondo senza volerlo veniva indicato come il più popolare – anche in senso sociale – dei preti. All’attività educativa accoppiava una rara preparazione teologica, una competenza di moralista e giurista: per questa santità di costumi, dottrina e zelo svolse un lungo e meritorio ministero nel confessionale. A lui confluivano numerosi sacerdoti per consiglio, direzione spirituale che captavano l’unione con Dio, fatta di preghiera e di mortificazione perenne: era il maestro di spirito modello, sul tipo di Cristo Signore.

La sua forza era nella fede, che lo guidava attraverso le difficoltà della vita, che gli faceva vedere il volto di Cristo nel volto dei fanciulli, dei poveri, degli oppressi e abbandonati… L’altare, il confessionale, il ricreatorio erano i cardini del suo apostolato, i luoghi della sua ascesi spirituale, della sua santificazione, mentre – servo per amore – donava tutto se stesso a Dio e al prossimo.

Domenica 20 luglio, alle ore 10.45, mons. Dino De Antoni, arcivescovo emerito di Gorizia, (già presidente del Tribunale diocesano nella causa di canonizzazione) celebrerà nella Chiesa dei Filippini l’Eucaristia, ricordando Padre Raimondo Calcagno nel 50° della morte. A tal proposito si rammenta che il 21 ottobre 2014 in Vaticano la Commissione dei Cardinali e Vescovi, presieduta dal Card. Angelo Amato, delibererà sulla “venerabilità” di Padre Calcagno, dopo aver riconosciuto l’esercizio eroico delle virtù teologali, cardinali e annesse. (R. Chiozzotto)

 

da NUOVA SCINTILLA 29 del 20 luglio 2014