Un’avventura unica

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Comunità dell’isola di Pellestrina. Camposcuola a S.Vito

Un’avventura unica

Il nostro campo è iniziato lunedì 16 giugno mattina, quando un colorato e vociante fiume in piena composto da oltre 70 persone tra ragazzi ed animatori, ha attraversato, trascinando le valigie, un Corso del Popolo sorpreso ed incuriosito da tanta gioventù tutta insieme. Destinazione: S.Vito di Cadore. Filo conduttore del campo, oltre al desiderio di mettersi in gioco, la figura dell’apostolo Pietro che ci ha guidati, attraverso i testi degli Atti degli Apostoli, alla scoperta della nostra Vocazione insieme alle divertenti avventure dell’angelo Angelo, che per meritarsi il titolo di “Custode” dovrà accompagnare in un’avventura unica, un gruppo di ragazzi dell’oratorio facendo loro intravedere tutta la bellezza dello stare insieme nello spirito dell’amicizia e del Vangelo.

In questo percorso i ragazzi sono stati condotti per mano dagli animatori che tutte le sere si sono impegnati a rappresentare una parte del racconto, intitolato appunto U.A.U. Un’Avventura Unica. E un’avventura unica è stata da subito quella che abbiamo vissuto con i nostri ragazzi e che li ha visti impegnarsi, oltre che nella quotidianità condivisa con l’entusiasmo che solo il ritrovarsi in 72 sotto lo stesso tetto può dare, anche a misurarsi nelle varie uscite come la biciclettata dove abbiamo percorso i circa 50 Km di ciclabile che congiungono Dobbiaco a Lienz,suscitando la curiosità e la simpatia di tutti coloro che incontravamo e che continuavano a chiederci se quei ragazzi fossero davvero tutti con noi. Un’avventura unica, che ci ha poi condotti a toccare con mano i segni di una umanità ferita dalla tragedia del Vajont ma che non ha perso la speranza e la voglia di ricominciare, come ci hanno ben raccontato le guide che ci hanno accompagnato alla diga e poi a conoscere i rapaci nel parco naturale. Un’avventura che ci ha visti salire coi ragazzi alle Tre Cime di Lavaredo dove abbiamo camminato tra muri di neve alti 3 metri ed abbiamo fatto spiccare il volo agli aquiloni costruiti il giorno prima. Un’avventura unica che è continuata nella gioia dello stare insieme condividendo il cibo preparato con amore dai nostri cuochi e quello della preghiera che ci ha riuniti ogni giorno nell’essere famiglia in quanto figli di un unico Padre. Con lo stesso spirito, quello di un padre che ha a cuore i propri figli, sabato è venuto a trovarci il nostro vescovo Adriano, subito attorniato dai ragazzi coi quali ha poi condiviso la serata in un bellissimo momento di ascolto, gioco e preghiera proprio come una grande famiglia. Quella stessa famiglia che si è poi radunata intorno all’altare domenica nello spezzare insieme il pane eucaristico e quello della Parola, dove don Damiano ci ha ricordato come la crescita spirituale di ognuno di noi avvenga principalmente nel sapersi staccare dalle nostre certezze di ogni giorno e dalle nostre stabilità per metterci in ascolto del Signore che ci indica come a Pietro la nostra Vocazione, unica vera strada verso la felicità di ognuno di noi. Un’avventura unica che prosegue anche dopo il rientro a casa con la certezza che Egli ha seminato in noi una meravigliosa amicizia, il desiderio di condividere presto altri momenti insieme e la consapevolezza che Egli continua a compiere grandi cose nella nostra povertà.   (Sabrina V.)

La gioia del camminare assieme

Per la prima volta mi sono trovato ad accompagnare un bel gruppo di ragazzi, animatori, catechiste e volontari delle comunità dell’isola di Pellestrina. Esperienza nuova, visto che ero lì come responsabile di quella comunità e già proiettato nel prossimo futuro, con le varie celebrazioni dei sacramenti e dell’iniziazione cristiana rivolta a loro. Il tema scelto quest’anno in collaborazione con l’Associazione Noi Veneto, ha permesso di far vivere a questi ragazzi “Un’Avventura Unica” (UAU), per il fatto che le cose sono andate bene in tutti i sensi: l’amicizia, il tempo, il clima, le uscite, la cucina, tutto insomma è stato semplice e unico, anche la visita del vescovo Adriano ha dato quel tocco in più che ha lasciato il segno nel cuore di tanti piccoli e anche di noi più grandi. Tutti in cerchio, seduti per terra ad ascoltare le risposte che il vescovo dava alle numerose domande che nascevano con spontaneità e immediatezza dai ragazzi e dagli animatori. È vero che spesso diamo tanto per scontato o per normale, perché le loro domande ci hanno sorpreso: “dove abiti? Da dove vieni? Perche sei vescovo? È difficile essere vescovo? Perché sei venuto qui a trovarci? Domani chi andrai ad incontrare?” sono alcune delle tante domande che dicono la semplicità di una relazione che nasce da un incontro unico, come lo è stato il nostro campo. Credo che queste esperienze siano molto importanti, una settimana vissuta così lascia il segno e certamente sarà fermento e lievito per l’anno avvenire. Tutto questo è stato possibile perché dei giovani si sono messi in gioco, degli adulti hanno dedicato tempo e ferie per cucinare e pulire, e perché tante famiglie si sono fidate e ci hanno lasciato con gioia i loro figli. Questo è un patto educativo che fa andare avanti la comunità e che farà crescere coloro che hanno partecipato. Mi pare ancora di vederli tutti, in pantaloncini corti e tante maglie addosso, alle Tre Cime di Lavaredo, tra la neve ancora alta in certi punti e gli aquiloni che nel pomeriggio hanno colorato il cielo di gioia. Oppure tutti in bici verso l’Austria per più di 40 km, su e giù tra paesaggi, simili a un presepe vivente. I laboratori, i colori, la partita dei mondiali, le serate e i giochi, le passeggiate, la visita alla diga e alla frana del Vajont, tutte occasioni per incontrare il Divin Maestro nella bellezza della compagnia. Prima di tornare a casa ho dato loro un impegno: far sì che quest’avventura unica continui anche al ritorno nella quotidianità della vita dell’Isola. Martedì 1 luglio partirà il Gr.Est estivo: credo che questo impegno si stia già realizzando.   (don Damiano)

 

da NUOVA SCINTILLA 26 del 29 giugno 2014