“I nostri tempi non sono migliori…”

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Taglio di Po. Festa di Sant’Antonio di Padova

“I nostri tempi non sono migliori…”

I tagliolesi hanno rinnovato la loro devozione a Sant’Antonio di Padova partecipando numerosi alle celebrazioni effettuate nella chiesetta della famiglia Fregnan-Mischiatti, dedicata al Santo, in via Garibaldi, località Montesecco di Taglio di Po. La strada è stata chiusa al traffico dall’incrocio con via M. Ignoto all’argine del Po di Venezia, addobbata con file aeree di bandierine e, all’esterno della chiesetta, un altare, a fianco dello stesso la statua dei Sant’Antonio e ai due lati molte sedie.

Nel tardo pomeriggio un discreto numero di bambini ha sfidato un caldo torrido e davanti alla chiesetta hanno partecipato alla breve cerimonia conclusa con la loro benedizione accanto alla statua del Santo, nato a Lisbona (Portogallo) nel 1195 e morto a Padova nel 1231 all’età di 35 anni e neppure un anno dopo canonizzato. Alle 21, presente il sindaco Francesco Siviero con l’assessore Davide Marangoni e il comandate della Polizia locale Maurizio Finessi, il vicario generale della diocesi di Chioggia mons. Francesco Zenna ha presieduto la S. Messa concelebrata con il parroco padre Luigi Bettin e il vice padre Cristian Capuzzo, animata dal coro “Voci del delta” diretto da Marco Ruzza. Profonda l’omelia di mons. Zenna incentrata su Sant’Antonio “predicatore dotto e popolare, oratore santo che confortava il suo annuncio con i miracoli. Era veramente un inviato di Dio per annunciare la verità in una società dove dominavano l’inganno, la menzogna e la corruzione”. “I nostri tempi – ha detto mons. Zenna – non sono migliori di quelli del XIII secolo: viviamo momenti difficili, non solo a livello economico. La caduta di valori fondamentali quali la sacralità della vita e della famiglia, cellula della società e della Chiesa, mette in pericolo il retto ordine sociale. I messaggi di Papa Francesco sono fortissimi, ma resteranno inutili se ciascuno di noi non li mette in pratica”. Al termine della S. Messa è seguita la lunga Processione fino sulla strada arginale del Po di Venezia durante la quale mons. Zenna è salito sulla barca di un pescatore, ben illuminata, e, accompagnato dal parroco Bettin, dal vice Capuzzo, dal dottor Giuseppe Di Trapani e Dori Marangoni, dell’organizzazione della festa, è andato al largo ed ha omaggiato le acque con una corona di fiori. Al ritorno sono stati benedetti, in grandi cesti, tanti piccoli pani che ogni partecipante ha poi mangiato sul posto o portato in famiglia. (Giannino Dian)

 

da NUOVA SCINTILLA 25 del 22 giugno 2014