La carità “indiretta” nel mondo globalizzato

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CARITAS: I SABATI DEL SOCIALE

La carità “indiretta” nel mondo globalizzato

Incontro con Paolo Beccegato

Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas Italiana è stata la persona con la quale ci siamo confrontati sul tema “La Solidarietà a 360 gradi”, nel secondo appuntamento proposto da Diocesi di Chioggia, Comunità Missionaria e Caritas Diocesana. Relazione ‘avvincente’ quella che Beccegato ha proposto ad un uditorio composto da persone che, in modalità e forme diversificate, è impegnato nel campo della solidarietà. C’è un dato non facilmente acquisibile nella mentalità dei singoli credenti e delle comunità cristiane: l’esercizio di quella che chiamiamo la carità indiretta, cioè la prassi caritativa che non ha immediatamente il povero o la persona che ne beneficia davanti a te. È questa una dimensione della carità che solo oggi, nell’epoca della globalizzazione, riesce a far breccia nelle nostre coscienze.

Quanta fatica c’è stata – ad esempio – nell’impostazione del Commercio Equo e Solidale dove il gesto dell’acquisto diventa contemporaneamente gesto economico, politico ed etico! Quanta difficoltà a far passare l’idea che ogni volta che facciamo la spesa è come se andassimo a votare e a dire un sì o un no verso un determinato tipo di commercio. Su questa linea il vicedirettore di Caritas Italiana ha indicato una serie di glocalizzazioni (la parola è proprio questa!) dove nel locale si tenta di influire sull’universale. Così, gli ambiti dell’opinione pubblica, dell’universo mass mediale, le periferie geografiche ed esistenziali (quanto importante investire su esperienze all’estero dei nostri giovani!), i luoghi forti del territorio (i luoghi del socio sanitario e della cura alla persona), diventano luoghi dove oggi si può rivelare il senso del messaggio cristiano attraverso la nostra credibile testimonianza. A partire da queste localizzazioni dell’impegno è possibile allora uno sguardo disincantato e reale sulle grandi questioni che oggi il nostro pianeta sta attraversando e, in primis, i volti della nuova povertà planetaria che si gioca sulle emergenze climatiche, ambientali, di geo politica. Basti pensare alle ondate migratorie che sempre più coinvolgeranno l’Europa e in particolare l’Italia. Come far fronte a tutto questo? Agire localmente e pensare globalmente, questa sembra essere la chiave interpretativa che Caritas Italiana sta tentando di portare avanti nel tessuto della Chiesa Italiana anche in prospettiva di una nuova proposta pastorale ed ecclesiale che si spera emerga a Firenze nel prossimo Convegno Ecclesiale nel 2015. In questo senso l’importanza della costruzione/ costituzione delle Caritas nelle parrocchie e nelle unità pastorali, come luoghi di elaborazione di pensiero e di prassi condivise e non solo come mere distributrici di generi essenziali. Alcune sperimentazioni si sono già avviate nel campo delle marginalità e dell’impegno di una nuova coscienza critica nel consumo. Significativamente vi è un tavolo di lavoro sulla campagna “Cibo per tutti” e si stanno avviando forme di collaborazione tra vari soggetti, ecclesiali e non, sul tema del cibo e del ciclo alimentare. Affronteremo la tematica dei nuovi stili di vita con Francesco Gesualdi, presidente del Centro “Nuovo Modello di Sviluppo” sabato 24 maggio sempre a Villaregia, sempre alle 18. Ci concediamo intanto una pausa per “digerire” le tante cose ascoltate. (mc)

 

da NUOVA SCINTILLA 20 del 18 maggio 2014