A Malta da pellegrini e turisti

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U.P. Chioggia Nord. Messa a Qwara e foto davanti a “S. Paolo Naufrago”

A Malta da pellegrini e turisti

”Dopo essere giunti in salvo a terra, seppero allora che quell’isola si chiamava Malta…” (Atti 28,1). Il nome di Malta si rifà al naufragio di san Paolo, documentato negli Atti degli Apostoli (cc. 27-28) presso le isole situate nella baia, chiamate appunto St. Paul Isles (isole di San Paolo). L’Arcipelago Maltese e la sua storia sono stati il tema del viaggio di maggio 2014 che la brava sig.ra Maria Tesserin magistralmente organizza ogni anno per il gruppo dell’unità pastorale di Sant’Andrea, San Giacomo, Filippini e San Domenico, cui si sono aggiunte, quest’anno, alcune coppie di Sottomarina e di Pellestrina.

Cultura religiosa e non, socialità, alta gastronomia indigena, relax e gioia sono le caratteristiche più salienti di questi viaggi. Quest’anno da mercoledì 7 a domenica 11, ha fatto da guida spirituale del gruppo il filippino padre Ermanno Caccia della Congregazione dell’Oratorio di Chioggia che, tra l’altro, ha celebrato la Santa Messa prefestiva della IV domenica di Pasqua presso la chiesa dei padri francescani conventuali di Qwara. In questi cinque giorni, in pullman, a piedi ed in barca, tra fiordi e falesie ci siamo immersi nei colori della macchia mediterranea, in un mare azzurro e nel giallo ocra della pietra maltese. Abbiamo potuto apprezzare, tra l’altro, la grotta azzurra di Wiuel iz-Zurrieq, la città di Valletta con le sue vie strette a gradoni e le sue grandi arterie, i suoi porti, le fortezze, la cattedrale di San Giovanni e il museo, con la famosa decapitazione opera del Caravaggio. E ancora di Valletta abbiamo visitato il palazzo dell’Inquisizione e quello dei gran Maestri del Sovrano militare ordine ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme detto di Rodi, detto di Malta, comunemente abbreviato in Sovrano militare Ordine di Malta o anche semplicemente in Ordine di Malta. Questo ordine religioso cavalleresco oggi ha solo finalità assistenziali ed è dipendente canonicamente dalla Santa Sede. Giunto nell’arcipelago Maltese nel lontano 1530, sotto la guida del gran maestro Jean de la Vallette, che ha dato il proprio nome alla città, ha strenuamente difeso la civiltà cattolica dai turchi nel 1565. E che dire dei misteriosi templi megalitici di Ggantia e di Hagar risalenti a più di 5000 anni fa, che abbiamo visto, e dell’isola di Gozo (felicità nell’antica lingua maltese), la mitica isola della maga Calypso, ricordata dal grande poeta Omero nell’Odissea. E ancora della famosa finestra azzurra a Dwejra e del Fungus Rock. Sulle orme di Benedetto XVI e del santo Giovanni Paolo II abbiamo visitato, pure, la città di Rabat e pregato presso la grotta dove, secondo la tradizione, è naufragato san Paolo in viaggio verso Roma. La foto ricordo l’abbiamo voluta fare, appunto, davanti alla chiesa di San Paolo Naufrago del XVII secolo, dedicata al santo, costruita sul sito archeologico di una villa romana, tra le più antiche testimonianze dell’evento. (R. D.)

 

da NUOVA SCINTILLA 20 del 18 maggio 2014