Le origini della devozione

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Maggio, mese della Vergine Maria

Le origini della devozione

La simbologia araldica legata alla sua rappresentazione

Maggio, nella devozione popolare, è dedicato alla Vergine Maria. A tal riguardo ricordiamo che già nel XIII secolo, il re di Castiglia, Alfonso X, aveva associato, in uno dei suoi cantici “Cantigas de Santa Maria” – dedicato alla celebrazione delle feste stagionali di maggio -, la bellezza di Maria a quella del mese di maggio. A Roma, la particolare devozione mariana nel mese di maggio comincia a delinearsi con san Filippo Neri, verso la fine del XVI secolo: durante questo mese, il grande santo fiorentino insegnava ai giovani a compiere “ossequi” alla Madonna, come ornare di fiori le sue immagini, cantare lodi in suo onore e compiere atti di virtù.

Dal canto loro, i Gesuiti raccomandavano, invece, che, alla vigilia del mese di maggio, in ogni abitazione si erigesse un altare a Maria, ornato di fiori e di luci, davanti al quale, ogni giorno di maggio, la famiglia doveva riunirsi per recitare qualche preghiera in onore di Maria, prima di estrarre a sorte un biglietto sul quale era scritta la virtù che si sarebbe dovuta praticare l’indomani (fioretto). In questo mese vediamo la Madre di Dio particolarmente onorata con i titoli di Madonna di Pompei il giorno 8 e di Maria Ausiliatrice il giorno 24. Ricordiamo, ancora, che, nella simbologia araldica, Maria viene raffigurata con una stella ad otto raggi d’oro o d’argento. Infatti, con l’invocazione “Ave, maris stella” (Ti saluto, stella del mare), l’inno della Chiesa esalta la Madre di Dio che sta al fianco dell’uomo, indicandogli la via. Dato che nella sua esistenza storica essa precede il sole Cristo, come l’aurora precede la luce di tale astro, così Maria diviene la stella del mattino, “stella mattutina”, delle litanie lauretane. Annotiamo, infine, che Maria, (vedi foto) di norma, in tutti i dipinti, indossa gli abiti dai colori che la tradizione iconografica le attribuisce, cioè la veste rossa, che simboleggia l’umanità, ricoperta dal manto blu, che rappresenta la regalità e la divinità, mentre Gesù, di norma, indossa la veste azzurra per simboleggiare la divinità e la regalità, rivestita dal manto rosso, che simboleggia l’umanità. (Giorgio Aldrighetti)

 

da NUOVA SCINTILLA 18 del 4 maggio 2014