“Chi crede in me, anche se morto vivrà”

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PAROLA DI DIO / V Domenica di Quaresima (del vescovo Adriano)

“Chi crede in me, anche se morto vivrà”

Letture: Ez 27,12-14; Rom 8,8-11; Gv 11,1-45

Lazzaro è richiamato in vita, dopo che Cristo ha solennemente proclamato la necessità della fede: “Chi crede in me, anche se morto vivrà!”

Il senso generale del brano evangelico di Gv 11,1-45 è espresso al v. 4: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato».

Esattamente come la malattia del cieco nato, di domenica scorsa. Gesù ridà a Lazzaro la vita fisica, come simbolo della vita eterna; questo «segno» preannuncia l’altro più grande della morte di Gesù che sfocerà nella sua risurrezione e nel dono dello Spirito ai discepoli. Questo grande segno/miracolo della morte/risurrezione di Lazzaro (11,27; 11,45), come quello

della morte-risurrezione di Gesù (20,29), e tutti gli altri “segni/miracoli” da lui compiuti (20,31) conducono alla fede.

In questo brano sono particolarmente evidenti i due temi del Lezionario del Tempo di Quaresima: la preparazione alla celebrazione degli eventi pasquali e la catechesi catecumenale. In altre parole: l’iniziazione è vista come partecipazione alla vita del Risorto nella fede.

Questa prospettiva è condensata nei vv. 25-26: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno».

La prima lettura (Ez 37,12-14) parla del ritorno del popolo dall’esilio nella sua Terra, segno del rinnovamento totale della creazione nuova espresso in termini di risurrezione (vv. 12 e 13). Sarà un “segno” che rinnoverà l’adesione di fede di Israele al suo Signore (v. 13: «Riconoscerete che io sono il Signore»; v. 14: «Saprete che io sono il Signore»).

Nel v. 14 c’è un elemento nuovo rispetto al brano evangelico: «Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete». Questo tema sarà ripreso e sviluppato dalla 2ª lettura (Rm 8,8-11) nel rapporto Spirito-vita.

Il binomio vita-morte della prima Lettura e del Vangelo è completato con altri due binomi: “Spirito-carne” e “peccato-giustificazione”. Domenica scorsa abbiamo incontrato il binomio “luce-tenebra”.

Lo Spirito Santo è Spirito di Dio (vv. 9 e 11) e Spirito di Cristo (v. 9); Egli abita nei credenti e li risuscita come Cristo. Attraverso il cammino quaresimale abbiamo compiuto un ‘passaggio’, un ‘rinnovamento’, un cammino di conversione che ha la sua conclusione per chi già è battezzato nella celebrazione del sacramento della penitenza: “Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi” (Rm 8,9). (+ Adriano Tessarollo)

 

da NUOVA SCINTILLA 14 del 6 aprile 2014