Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste

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Rubrica

PAROLA DI DIO / VII Domenica per annum

Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste

Letture: Lev 19,1-2.17-18; 1 Cor 3,16-23; Mt 5,38-48.

Ascoltiamo oggi le due ultime esemplificazioni di come Gesù vede la piena realizzazione della volontà di Dio. Nel primo esempio Gesù invita a superare la logica del rispondere ”colpo su colpo” (occhio per occhio, dente per dente) o, come si suol dire, “botta e risposta”. Ci vuole una nuova logica (ma io vi dico), che San Paolo in Rm 12,21 traduce così: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”. Le esemplificazioni di Gesù sono davvero radicali. Solitamente quando un padrone esoso vendeva un schiavo, gli richiedeva indietro la tunica che lui gli aveva procurato. La lunga tunica (come quella di Gesù) era il vestito. Per il freddo e soprattutto per la notte, si disponeva di un mantello, che fungeva da unica coperta con cui avvolgersi. Per questo non si poteva privare

nessuno del mantello per più di un giorno perché era appunto la sua coperta per la notte (Es 22,25). Ebbene, Gesù dice: non solo non contrapporti a quella richiesta (malvagia) della tunica, ma addirittura dagli quello che non ti potrebbe richiedere, cioè il mantello! Se poi uno ti requisisce ad aiutarlo per un miglio (un chilometro e mezzo), tu offriti ad aiutarlo per due (tre chilometri)! Incontri uno che ha bisogno di qualcosa, dagliela! Ti accorgi che uno desidererebbe un prestito? Non girarti dall’altra parte per evitare che te lo chieda, ma offriglielo tu! Quanto sono attuali questi insegnamenti!

Infine, l’ultimo degli esempi: può un discepolo di Gesù dividere le comunità umane in amici e nemici e amare gli uni e odiare gli altri, o deve invece amare tutti, anche addirittura se ti osteggiano? Forse il riferimento qui è proprio alle contrapposizioni di natura religiosa! Ma dove sta per Gesù la ragione per non cedere a queste divisioni o contrapposizioni? È la consapevolezza che ‘siamo tutti figli del Padre celeste’. E allora bisogna mostrare con il comportamento che si è “Figli dello stesso ‘Padre celeste’ ”, imitando l’atteggiamento di Lui cha fa sorgere il sole e cadere la pioggia per tutti, che ci ama anche quando siamo peccatori, che non discrimina, ma offre i suoi doni a tutti, in attesa che siamo convertiti dal suo amore. San Paolo (Rm 2,4) ancora ci viene in aiuto: “O disprezzi la ricchezza della sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?”. Gli fa eco san Pietro (Pt 3,15): “La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza”. Vogliamo allora mostrarci per quello che siamo, cioè figli del nostro Padre celeste? “Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Nell’imitare la magnanimità dell’amore paterno di Dio sta la nostra ‘perfezione’ di figli suoi. (+ vescovo Adriano)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 8 del 23 febbraio 2014