Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento

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Rubrica

PAROLA DI DIO / VI Domenica per annum (del vescovo Adriano)

Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento

Letture: Sir 15,15-20; 1 Cor 2,6-10; Mt 5,17-37 

Oggi l’evangelista Matteo ci aiuta ad entrare nella novità dell’annuncio di Gesù circa la qualità della vita del credente, codificata nella “Legge”. Gesù interpretava quella “Legge Antica” in maniera così nuova e radicale, tanto da essere accusato di trascurare o addirittura “abolire” la Legge, codificata nelle Scritture Sacre e ancor più nella sua “tradizionale” interpretazione. Gesù risponde a questa accusa con due affermazioni di principio e con sei esemplificazioni (il brano odierno ce ne presenta quattro). La prima affermazione : “Non sono venuto per abolire ma per dare compimento”. Al contrario di abolire, Gesù vuole invece riscoprire la semplicità originaria della Legge di Dio, appesantita in seguito da norme interpretative, che ne oscuravano o annacquavano il senso. Portare a compimento

significa far ritornare alla “pienezza e profondità di senso” quella legge divina. Coloro che lo contestavano erano proprio scribi e farisei che amavano definirsi i più zelanti osservanti di quelle leggi e tradizioni. Per questo Gesù precisa ai suoi discepoli: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e farisei, non entrerete nel Regno dei Cieli”. Cioé: ai suoi discepoli non basta l’esecuzione esteriore e formale della legge di Dio, come fanno gli scribi e i farisei; a loro è richiesta una fedeltà molto più vera e piena di quella Legge di Dio. Come?

Ecco le esemplificazioni autoritative di Gesù (“Ma io vi dico”).

– Basta evitare l’omicidio intenzionale (non uccidere), altrimenti scatta la punizione giuridica?  No, dice Gesù. Bisogna andare ben oltre: evitare ogni offesa e comunque ricercare sempre a tutti i costi la riconciliazione!

– Basta evitare l’adulterio (l’infedeltà coniugale), altrimenti scattano le norme giuridiche di punizione? No, dice Gesù. Bisogna evitare fin dall’origine tutta quella serie di pensieri e di atteggiamenti che manifestano le proprie intenzioni poco rette di distogliere delle persone dalla fedeltà al proprio partner, perché il bene e il male si compiono già nell’interno del proprio cuore. Le scelte già si fanno interiormente: il peccato è già quando nel cuore si matura la decisione di fare una cosa, si concepisce prima nel cuore e poi diventa azione. Già il Sal 7,15 dice: “Ecco, il malvagio concepisce ingiustizia, è gravido di cattiveria, partorisce menzogna”.

– Per sciogliere un matrimonio, basta procedere secondo le norme previste? Gesù dice: il senso normale dell’unione coniugale è l’indissolubilità.

– Lo stesso, Gesù dice del proprio parlare: il linguaggio sia sincero e trasparente: non c’è bisogno di tanti giuramenti nei rapporti comuni: la bocca deve dire quello che c’è nel cuore.

Questo significa per Gesù  “Camminare nella Legge del Signore”.

+  vescovo Adriano

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 7 del 16 febbraio 2014