In visita alla Comunità Missionaria di Villaregia

Facebooktwitterpinterestmail

PARROCCHIA DELLA CATTEDRALE. Genitori e ragazzi

In visita alla Comunità Missionaria di Villaregia

Il percorso di iniziazione cristiana dei nostri ragazzi che si apprestano a diventare consapevolmente cristiani, coinvolge anche i genitori in modo attivo e partecipe. Domenica 26 gennaio ci siamo recati in visita alla Comunità Missionaria di Villaregia, genitori e ragazzi di 2ª media della parrocchia della cattedrale oramai prossimi a ricevere il sacramento della Cresima, proprio come ospiti curiosi. Qualcuno aveva sentito parlare della Comunità, qualche altro vi era stato da ragazzo (fra noi genitori, naturalmente), i più non avevano idea di dove andassimo e chi incontrassimo. In uno splendente quanto anomalo pomeriggio invernale il sole ci ha accompagnato attraverso campagne lontanissime dal

nostro quotidiano seppur a pochi chilometri da Chioggia, in una landa desolata ove spiccano le vestigia di una civiltà contadina devota al Signore tanto da avere, in tempi passati, edificato vicino alla chiesa con campanile, un oratorio per le attività parrocchiali. Con un sapiente e paziente recupero di tale struttura abbandonata da anni, con la benedizione del vescovo Sennen Corà, nei primi anni ottanta ha preso vigore la Comunità Missionaria. La prima impressione è di gioiosa accoglienza e tutto, muri e persone, trasuda di … serenità. Non avevamo grandi pretese e nemmeno nulla di particolare da vedere o da aspettarci, quindi ci siamo goduti un caffè preparato proprio per noi (i ragazzi, tè e biscotti) e abbiamo poi seguito una missionaria laica che non ha mai smesso di sorriderci e che pareva costantemente illuminata da una luce … brillante. La visita alla struttura è corsa via veloce: dalla sala per l’accoglienza, alla cucina, alla sala da pranzo, la sartoria, il laboratorio dove vengono preparati i materiali da mandare alle missioni (essenzialmente cibo, medicinali, vestiario e materiale scolastico).

Una sosta più consistente è stata riservata alla visita della cappella per la preghiera quotidiana ove un grande crocifisso ligneo spiccava sul sobrio ed essenziale allestimento. Veniamo accompagnati a visitare una mostra permanente allestita in una grande porzione della casa: si tratta della narrazione delle Scritture attraverso le immagini prodotte dagli stessi missionari, prevalentemente con la tecnica dell’iconografia e dell’arte povera. Colpisce proprio l’efficacia narrativa e la bellezza delle raffigurazioni. Nella parte introduttiva, che racconta la miseria dell’umanità nel peccato, è di straordinaria bellezza la ricerca della profondità e del movimento straziante per sfuggire al male, la ricerca dei materiali (tutti di recupero e di uso quotidiano) e dei colori. Nella parte successiva, a tecnica iconografica, è protagonista la luce, con la lucentezza e vivezza dei colori e delle immagini. Interessante anche l’ultima parte, quasi un epilogo profetico, che rappresenta i santi protagonisti della storia dei vari Paesi del mondo. Insomma, un’esperienza semplice, ma penetrante; silenziosa, ma che ci ha raccontato della presenza di Cristo in mezzo a noi, che, distratti, spesso non sappiamo cogliere.

Infine – ma è stato un arrivederci, data la curiosità che ha suscitato in tutti noi – il racconto della storia personale della nostra accompagnatrice che non raccontiamo proprio perché personale e perché merita di essere ascoltata dalla sua voce. Diciamo solo che il suo sguardo, i suoi gesti, le pause per ravvivare i ricordi di 30 anni fa non hanno mai tradito rimpianti o rammarico o pentimento, ma sempre entusiasmo, carica positiva, ferma certezza in Colui al quale aveva, e ha, affidato la sua vita. Insomma una domenica pomeriggio diversa, ma normale; breve, ma intensa. Rimane il desiderio di ritornare e condividere la celebrazione dell’Eucarestia, la mensa, la loro vocazione, di missionari, e la nostra, di genitori e sposi. (Betty e Alberto)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 7 del 16 febbraio 2014