Presentazione di Gesù al tempio

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Rubrica

PAROLA DI DIO / Presentazione del Signore (del vescovo Adriano)

Presentazione di Gesù al tempio

Letture: Mal 3,1-4; Ebr 2,14-18; Lc 2,22-40

Il brano del vangelo è composto di tre piccoli episodi: Maria e Giuseppe portano il loro primogenito al tempio per offrirlo al Signore (2,21-24); il loro incontro, all’ingresso del Tempio, con Simeone (2,25-35); l’annuncio della profetessa Anna (2,36-38).

– La piccola famiglia di Maria e Giuseppe con il primogenito Gesù si presenta al Tempio per la Purificazione, “secondo la Legge di Mosè…”, per offrire Gesù al Signore “come è scritto nella Legge del Signore” e per offrire un sacrificio “come prescrive la Legge del Signore”. La vita della famiglia di Nazaret è regolata dalla Legge del Signore e nel compimento di essa Maria e Giuseppe comprendono sempre di più i disegni di Dio su di loro e sul piccolo Gesù.

 

Con Gesù che giunge al Tempio si realizza la profezia di Malachia 3,1-3: “Ecco entrare nel suo Tempio il Signore… e purificherà i figli di Levi”. Luca, pur parlando di Maria, dice: “Quando venne il tempo della loro purificazione…”. Non sta parlando solo della “purificazione di Maria”. Il fatto che parli di ‘loro purificazione’ fa pensare che Luca veda realizzata in questo evento la profezia di Malachia dove si parla della “purificazione dei figli di Levi”. Gesù, entrando nel Tempio, purifica i figli di Levi. Gesù cioè, come dice la seconda lettura, è il sommo sacerdote misericordioso e fedele che entrando nel Tempio “libera tutti quelli che sono soggetti a schiavitù… allo scopo di espiare i peccati”. Ma il suo ingresso al tempio è preceduto dall’incontro con due profeti. Era da molto tempo che mancavano i profeti. Ora lo Spirito ritorna in azione attraverso un uomo e una donna animati da grande fede nelle promesse del Signore. Simeone subito riconosce in quel bimbo in braccio alla madre il Messia, lo prende tra le braccia e loda Dio. In quel bambino egli contempla la salvezza e la luce per tutti i popoli e la gloria del suo popolo Israele. Gesù è la “gloria di Israele”, cioè segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo, ma anche salvezza e rivelazione per tutti i popoli. Si realizza quanto leggiamo in Is 49,6: “Voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra”. Ma la parola profetica prosegue: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, e come segno di contraddizione…”. È l’annuncio dell’accoglienza e del rifiuto che accompagneranno la persona e l’opera di Gesù. Maria poi è associata al destino del Figlio: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima…”. Sono parole che Maria e Giuseppe conserveranno e con cui si confronteranno, perché solo a poco a poco esse sveleranno il loro senso ed essi capiranno. Una domanda: il nostro cammino di Fede si nutre e si accresce alimentandosi alla Parola di Dio? Come Maria, anche noi non capiamo tutto in una volta, ma a poco a poco riusciremo a penetrare sempre di più il senso della fede, vivendo in ascolto della Parola di Gesù e in comunione con Lui. Lontani da questo ascolto e da questa comunione la nostra fede si andrà sempre più attenuando fino a spegnersi!

Il racconto evangelico si chiude con la lode e la testimonianza di una donna, Anna, che, anche lei, sotto l’azione dello Spirito, lodava Dio e parlava di Gesù a quanti vivevano in attesa ‘della Liberazione’, cioè della salvezza. (+ vescovo Adriano)

 

 

 

 da NUOVA SCINTILLA 5 del 2 febbraio 2014