La preghiera in ogni azione

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PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA. L’ “addio” della comunità a Bice Casson

La preghiera in ogni azione 

È deceduta sabato 25 gennaio ad Asiago, dove si era trasferita da alcuni anni con il marito e le figlie, Bice Casson, ottantacinquenne moglie del prof. Albano Cavallarin e sorella del defunto prof. Felice Federico Casson.

L’ultimo saluto le è stato dato nella chiesa di Borgo San Giovanni lunedì 27 gennaio.

Riportiamo il ricordo di uno dei figli.

Pochi ricordi sono vivi nella mia memoria come quella sera. Eppure devo aver avuto sì e no cinque anni: la zia di mio padre che mi tiene distante dalle scale che amavo percorrere su e giù, la nonna Ada che arriva di corsa, mi sorride ma cerca notizie nei volti degli altri, lo sguardo di un medico familiare (mi riferiscono fosse il dottor Belloni) che non riesce a mantenere un distacco ‘professionale’. Poi, come in un lampo, vedo mia madre portata via di corsa su una sedia di vimini giù per le scale. Il resto non me lo fanno vedere, è fatto solo di flash: ricordo la bicicletta di mio padre che in quei giorni

deve aver percorso mille volte la strada che dalla casa di viale Stazione portava all’ospedale, vicino a Vigo. Ricordo la Cinquecento dello zio Felice che si ferma davanti casa prima di ripartire per Padova per darci un saluto e farci una carezza senza molte parole (o con le poche che solo lui sapeva dire).

Mi avrebbero poi spiegato che c’era stata una gravidanza andata male, che l’emorragia era stata devastante, che il chirurgo, dr. Silvestri, era stato schietto con papà: se vivrà, sarà un miracolo. E la preoccupazione di trovare le parole per dare a noi quattro figli una notizia tanto triste, rendeva insopportabile il suo dolore.

Di quelle parole non ci fu bisogno: a volte i miracoli avvengono. Quella storia che sembrava sul punto di finire era solo ad un nuovo inizio. Scherzando su quei momenti, mia mamma diceva: “guardate che nell’aldilà – parola dei medici – io ci sono stata per qualche secondo e vi giuro che ho avuto una sensazione di gioia e di serenità”.

Sono passati cinquant’anni da allora e in questi anni sei stata, mamma, il conforto di tutti noi per tanti momenti di vita quotidiana. Ora che non sei più, si mescola in noi il desiderio di testimoniare il tuo amore semplice e profondo al pudore di non infrangere il velo di riservatezza e discrezione che sempre ti ha caratterizzato. Il parroco don Mario Pinton ha associato nell’omelia di lunedì scorso il tuo esempio a quello di tante madri che vivono la preghiera in ogni azione della giornata, che insegnano con l’esempio, che trasmettono speranza con i loro piccoli gesti, che allargano il cuore con l’attenzione agli altri.

E’ stata esemplare la vita con papà e il segreto l’hai svelato tu stessa pregando al matrimonio di Daniela: “siate silenziosi e pregate; così solo saprete rinunciare ad ognuno di voi per darvi all’altro. In noi, così è cresciuto l’amore che auguriamo alimenti anche in voi ogni attimo, oggi e sempre”.

Hai amato il mare senza legarti alla terra e solo lontano da Chioggia ti ho sentito, sottovoce, esprimere la nostalgia del suono delle onde.

Hai vissuto al servizio degli altri e l’ultimo periodo (quando, come Giovanni Paolo II, ti sei sentita una mente lucida in un corpo troppo pesante da portare) è stato il più difficile.

Ma quanto dobbiamo a chi, votato al servizio, sopporta con dignità i momenti in cui le forze l’abbandonano e dev’essere servito! Abbiamo sceso, dandoti il braccio,almeno un milione di scale e ora che non ci sei più è il vuoto ad ogni gradino. […] Con te le abbiamo scese perché sapevamo che fra noi le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.

Come ha scritto Cristina, sei stata per noi un assaggio del Suo infinito amore. E tutto sarebbe dovuto finire prima di iniziare! Ma, in fondo, è così: si ha l’impressione che tutto finisca ed è sempre un nuovo inizio: dimorerai nella Sua tenda per sempre, all’ombra delle Sue ali troverai riparo.

Dopo aver sofferto e gioito, davanti all’Eterno come una volta ci darai la mano, ricorderai d’averci atteso tanto e avrai negli occhi un rapido sospiro. (tuo figlio Bruno)

Al marito Albano, ai figli Anna, Carla, Bruno, Giorgio e Daniela e a tutti i familiari giungano le condoglianze anche del nostro giornale.

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 5 del 2 febbraio 2014