Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce

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Rubrica

PAROLA DI DIO / III Domenica, tempo ordinario (del vescovo Adriano)

Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce

Letture: Is 8,23 – 9,2; 1 Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23

Con questa pagina il vangelo di Matteo inizia la predicazione di Gesù che l’evangelista mette in stretta successione a quella di Giovanni Battista: tra la predicazione del profeta Battista e quella di Gesù c’è continuità e progresso e in Gesù si compiono le promesse annunciate dai profeti e raccolte nelle Sacre Scritture. Gesù “lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao”. Questa precisazione permette a Matteo di interpretare la predicazione di Gesù, il vangelo, come “luce”, attraverso un riferimento a un brano del profeta Isaia: “Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in

terra e ombra di morte una luce si è levata” (prima lettura). Gesù e il suo vangelo annunciato nel territorio della Galilea sono la grande luce per tutti gli uomini (Galilea delle genti). È con Gesù e il suo vangelo che giunge all’uomo la luce che illumina e salva. La simbologia della luce nella bibbia fa riferimento alle due attese fondamentali dell’uomo: la verità e la libertà. Gesù con la sua parola e la sua azione è la luce che illumina l’uomo perché possa camminare nella verità e la forza perché possa vivere libero da ogni male che rende l’uomo schiavo e privo della sua dignità di figlio di Dio. Per questo al Salmo abbiamo acclamato: “Il Signore è mia luce e mia salvezza”. È questa la pienezza della vita. È attorno a Lui, ci ricorda san Paolo nella pagina ai Corinzi, che possiamo trovare il fondamento certo dell’unità. Se facciamo riferimento a ‘Paolo’, a ‘Cefa’ o ad ‘Apollo’ o ad altri troviamo sempre ragioni per contrapporci. Una duplice espressione poi riassume tutta la predicazione di Gesù: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Tentiamo di dire il significato di queste due espressioni. Il regno di Dio è vicino. Nella persona e nella parola di Gesù è insieme annunciata e offerta la liberazione, il perdono e la salvezza che ogni uomo è chiamato ad accogliere, entrando in pieno nel disegno di Dio e partecipando alla realizzazione di un mondo liberato dal male, dall’odio, dall’ingiustizia, dalle divisioni, dalla violenza e dalla morte, per vivere in amicizia con Dio che in Gesù gli è venuto incontro. Conversione. Vuol dire insieme la fatica e la gioia di aprirsi favorevolmente a questa opportunità che ci viene data. Questa è la gioia del vangelo (papa Francesco: La Gioia del Vangelo = Evangelii Gaudium). Per questo la predicazione di Gesù è detta ‘vangelo’ perché è gioioso annuncio di questa grande opportunità che ci è data. Discepoli di Gesù sono quindi coloro che accolgono questa opportunità, questo invito di Gesù e se ne fanno portatori agli uomini. (vescovo Adriano)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 4 del 26 gennaio 2014