“Mettiamo fede” ogni giorno

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SERVIZIO DI PASTORALE GIOVANILE. Il percorso diocesano dei giovani

“Mettiamo fede” ogni giorno

BOTA Fé. Le parole del vescovo e la testimonianza di padre Prando – A Dio la tua vita interessa

Parlare di fede è sempre un problema: la fede stessa infatti è una domanda, è l’aprirsi a Dio con il Sì, è il riconoscere Gesù Cristo vivo e vittorioso; è un incontro inaspettato che smuove il cuore e fa venire a galla quel “desiderio” che altrimenti sarebbe rimasto lì coperto dalle mille preoccupazioni e dalla terribile routine quotidiana. Proviamo a dirla questa fede, proviamo a metterla in pratica, proviamo a sperimentare che la fede “vale” qualcosa, che è indispensabile per vivere e non uno dei tanti monili che quando passano di moda o alla fine della festa, possono essere riposti in qualche cassetto.

Ripartiamo da qui, dal nostro essere giovani che si sono messi in moto e hanno ascoltato le parole di papa Francesco che ci invitava a mettere fede, bota fé, in portoghese. Sulla spiaggia di Copacabana tre milioni di domande hanno trovato almeno una risposta semplice e convincente: metti fede. Non solo, metti fede e speranza e amore in tutto ciò che si è e che si fa. Quest’anno, come servizio diocesano di pastorale giovanile, vogliamo mettere in campo la nostra fede e dirla e raccontarla ai nostri amici e coetanei, non nei nostri ambienti e nei nostri circoli protetti, ma nella realtà della vita, dove viviamo, lavoriamo, studiamo, dove incrociamo la vita della gente, dove la realtà dell’esistenza scontra i nostri ideali e spesso li manda in frantumi. Proprio in mezzo a quelle ferite decidiamo di mettere fede, come ne siamo capaci e come ci pare oggi valga la pena di farlo. È la novità del vangelo che viene assieme alla sapienza del vangelo che già c’è e già è stata detta. Il 7 dicembre con la danza, la Parola di Dio, la musica, le luci, la comunione, attorno alla croce di Gesù, abbiamo provato a dirlo, a modo nostro e col sorriso, perché siamo contenti di essere amati da chi per primo ha messo tutto se stesso per noi: Gesù. Mettiamo fede allora e il resto verrà da sé. (don Damiano Vianello)

 

 

 

BOTA Fé. Le parole del vescovo e la testimonianza di padre Prando

A Dio la tua vita interessa

Il brano evangelico scelto è stato quello del cieco di Gerico. “Dio ti ama perché ti ha pensato così. Sei la sua meravigliosa creatura”. Un pensiero che a volte passa in secondo piano, ma che è  fondamento del nostro essere uomini e donne, che camminano nella Chiesa.

Fra Antonio Prando ha voluto riportare l’attenzione su questa verità di fede, parlando ai giovani riuniti insieme all’Autodromo di Adria per Bota Fé, la festa diocesana dei giovani del 7 dicembre.

“Nessuna candela si accende da sola, ma ha sempre bisogno di un’altra che le trasmetta la luce: così la fede va richiesta, ricercata perché nessuno se la dà, è un dono”, ha affermato il vescovo Adriano Tessarollo. “Lasciarsi prendere per mano per essere guidati è un’esperienza che chiede fiducia. Alzati, Gesù ti chiama. Rinnova il tuo incontro con lui. Penso che chi faccia un piccolo passo verso di Lui, lo trovi a braccia aperte ad aspettarlo.

L’esperienza di Fede parte da un incontro. Chi incontra Gesù come può tenerlo per sé? La gioia dell’incontro va trasmessa. Dobbiamo diventare portieri di gioia”. ha concluso Tessarollo. Di seguito la testimonianza di fra Antonio Prando.

F. Greggio

“Pregare è un po’ come dare fastidio a Dio… Ci ho messo un anno per capire che ero prezioso per Lui con l’aiuto del salmo 138.

“Hai fatto di me una meraviglia stupenda” si legge nella preghiera, ma cogliere il senso di questa frase non è semplice.

Ero animatore, vivevo la vita della parrocchia, ma non ero cristiano. La vita a volte ti schiaccia e resti accecato. Ti butti via, ti fai del male e resti a mendicare, accontentandoti di poco. Così chiediamo vita a piccole cose, come il cellulare di ultimo tipo, la scarpa firmata…. Ci convinciamo che possiamo accontentarci. Ma non siamo fatti per questo!

Nel battesimo è stata accesa una luce che nessuno può spegnere…

Neanche la morte può cancellare la luminosità che sta dentro di noi.

Bartimeo percepisce che sta passando qualcuno di diverso. A volte il rischio è di pensare che non possiamo cambiare e che siamo fatti così.

Anche Bartimeo rischia di restare ceco. Ma è una stupidaggine dire “Sono fatto così”. É una frase da morto. Per cambiare dobbiamo lottare dentro di noi! Bartimeo lotta per incontrare Gesù.

Alzati, ti chiama…

C’è uno a cui interessi davvero.

Sono le parole dette a Bartimeo e a ciascuno di noi. Interessa la tua vita così come è.  La fede parte dal tuo sogno profondo. “Cosa vuoi che faccia per te” dice Gesù a Bartimeo. Disturbo il Signore, per un sogno che ho nel cuore. Siamo fatti per le cose luminose. A Bartimeo è ridata la vista, perché ha avuto fede. “Va’, la tua fede tu ha salvato”.

L’augurio…

Nessuno si lasci spegnere, ma alimenti la fede, che è un aprire gli occhi. Aprire gli occhi per vedere che Gesù ti ama così come sei. Poi viene tutto il resto. Vi auguro che il signore faccia breccia dentro di voi e vi illumini perché la fede è luce.

Fra Antonio Prando

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 48 del 22 dicembre 2013